La partita contro il Psg ha confortato in parte la tifoseria juventina. Il primo sospiro di sollievo è stato il non avere preso una goleada da una squadra definita di "marziani", che poi si sono rivelati umani e molto terra a terra. La seconda è stata la lieta sorpresa che qualcosa di buono sta arrivando in casa juventina. 

Certo che ospitare in casa la squadra stellare del Psg, con giocatori come Messi, Mbappé, Verratti, Marquinos, Donnarumma, Hakimi e altri temibili campioni, con l'assenza di dieci giocatori e con in panchina cinque giocatori di movimento, tra i quali tre millenians e solo Rugani e Chiesa con esperienza da titolari, è da premio infarto.
Ma la squadra ha reagito alla grande, e solo due acuti di Mbappé e di Nuno Mendes hanno fatto la differenza nel risultato finale. Ma durante la partita, se c'era una squadra che meritava, quella è stata la Juventus. Ed anche in questa occasione, seppure Neymar fosse squalificato e rimasto a Parigi, è stato sostituito alla grande dall'arbitro Cerro Del Grande, uomo in più dei francesi, il quale si è curato di distribuire cartellini"preventivi" ai bianconeri. Un po' come dire"attenti, che se esagerate io vi colpisco". Ed intanto brucia ogni velleità. Nel frattempo si dimostrava generoso con i transalpini, perdonando ogni intemperanza, e forse anche due rigori che sembravano esserci sul finale a favore dei bianconeri. Ma cosa ci si può aspettare dall'arbitro che due stagioni fa nella partita giocata a Oporto negò un rigore sacrosanto a Ronaldo dicendogli che "tanto la partita era finita". Peccato che il triplice fischio non era ancora avvenuto!

Ma torniamo alla partita. La Juventus parte forte e potrebbe segnare subito, perché Miretti, Fagioli e Locatelli si mangiano i garretti dei francesi, non permettendogli di giocare tranquilli, e frustrando ogni tentativo di fare accademia e di portare poi l'affondo in area.
Se la Juventus non va in vantaggio lo si deve un po' alla prestazione maiuscola di Marquinos, ed un po' per la poca esperienza di Miretti, arrivato ben due volte davanti a Donnarumma, ma impreciso e poco pronto alla conclusione. L'unico problema è che se sbagli appena qualcosa in difesa, ti puniscono e Mbappé, con la sua velocità e la sua maestria segna un bel gol, di velocità, potenza e precisione.
Diciamo che anche in questa occasione, un po' di esperienza in più avrebbe giovato alla difesa juventina. Ma la giovane squadra non si disunisce, anzi... con Fagioli, Miretti, Locatelli e Cuadrado suonano la carica. Da non dimenticare la forte impressione suscitata dalla rabbia sulla sinistra di Kostic, che vince ogni duello con Hakimi. E da un'imbeccata felice di Locatelli a Cuadrado, la palla finisce a Bonucci, che ribatte una respinta di Donnarumma in rete. Fortunatamente tutto è regolare e l'arbitro Cerro (io lo chiamerei Cerdo, in spagnolo maiale) deve inchinarsi al fatto compiuto e deve convalidare il gol. Se c'è una squadra in campo, quella è la Juventus, che tira diverse volte nella porta di Donnarumma, purtroppo con poca precisione e con poca forza.
Nel secondo tempo, sembra che la Juventus possa vincere la partita, perché Fagioli sta annullando un certo Messi, e Vitinha non riesce a fare il vice Neymar, mentre Mbappè, come suo solito, tende a spegnersi. Ma l'allenatore Galtier vede il buco giusto e lo individua sulla destra, dove Cuadrado deve fare la doppia fase, ovvero difendere ed attaccare. Inserisce un giocatore veloce, tale Nuno Mendes, che ben imbeccato con un lancio rasoterra, riesce ad impattare sull'altro palo, siglando il due a uno. 

A questo punto Allegri decide di puntare su Chiesa, che come si alza dalla panchina esalta il pubblico torinese che lo saluta con un boato pieno di affetto. E Chiesa si fa sentire, prima di tutto sul morale dei francesi, che improvvisamente accorciano indetro, e non lasciano quasi punte davanti, come se i fenomeni fossero quelli con la maglia bianconera. E le occasioni fioccano, fino al tiro di Milik, respinto da Donnarumma e con Locatelli che ribadisce  in rete. Purtroppo c'è il fuorigioco e l'arbitro sembra sollevato quando riesce ad annullare il gol. 
Nel frattempo, le notizie che vengono da Haifa forniscono alla Juventus la certezza che si va in Europa League, ma ai parigini arrivano comunicazioni che stanno invece perdendo il primato del girone, per differenza reti con i lusitani del Benfica. E seppure l'allenatore faccia ampi segni ai propri giocatori, il messaggio non arriva. Ma se anche fosse arrivato, la squadra era ormai alla frutta ed in balia della Juventus, che nel frattempo inseriva alcuni giovani "incoscienti", i quali si sono permessi di attaccare la squadra avversaria nonostante ci giocassero dei fenomeni. Ma per dieci minuti i fenomeni sono stati loro. Soulè si è permesso di saltare quattro giocatori in slalom, Barbieri, prima in Champions, perde palla, ma si "mangia" letteralmente Nuno Mendes recuperando la sfera e riproponendo l'azione in avanti. Da ricordare per tutta la partita che Miretti, Rabiot e Fagioli hanno fatto quello che hanno voluto in mezzo al campo, e persino in fase difensiva, bloccando i vari Messi, Verratti, Soler e Vitinha, letteralmente travolti dalla freschezza dei giovani virgulti. Non bisogna dimenticare l'abnegazione di Milik, spesso occupato a districarsi tra più difensori. Grande partita di Kostic e Alex Sandro, che hanno usato mestiere e forza fisica. Bonucci non ha incantato, ma l'avere segnato lo mette già tra i migliori. Gatti, ha dovuto vedere i sorci verdi contro Mbappé, e non si demoralizzi, molti difensori ben più titolati di lui hanno subito le giocate di tale campione. Ma deve continuare così, perché alla fine le misure gliele ha prese e lo ha anche rimontato in velocità. Da menzionare l'esordio di un altro giovane, Barrenechea, che il suo lo ha fatto, mostrando eleganza e tocco di palla. Se si vuole essere ottimisti, beh... si può dire che nel futuro c'è qualcosa che si muove. E la qualità non manca.
In serata i commentatori di Sky, Capello e Costacurta hanno detto una cosa sacrosanta: "Non si deve ragionare se uno è giovane e bravo o vecchio e bravo, ma solo se è bravo. Se è all'altezza lo dimostrerà sicuramente!".
Io però, un distinguo lo farei. I giovani si fanno giocare, soprattutto se bravi, ma la palla se giochi nella Juventus è più pesante, e la maglia suda di più. Si deve verificare il salto mentale, e la capacità di sostenere certe pressioni, soprattutto se pensi che in quel momento sei in uno stadio pieno e sotto riflettori internazionali. Ma se hai la giusta personalità, puoi riuscire, soprattutto se questo viene allenato da dirigenti e allenatori, bravi a controllare le emozioni di questi giovani, creando attorno a loro un ambiente di fiducia e di giusta determinazione, con l'orgoglio di giocare per una maglia prestigiosa. Noi tifosi dobbiamo solo non criticarli troppo quando sbagliano. Perché tutti sbagliano anche i più esperti. L'importante non è non sbagliare, ma sapere ripartire dai propri errori e trarne gli insegnamenti che servono per migliorare.

Se poi la gestione di questa fase eliminatoria è stata deficitaria, si sappia che le occasioni per ripartire ci sono, soprattutto con l'Europa League, che può fornire nuovi stimoli e ulteriore crescita del gruppo.
E non dimentichiamo che da gennaio, se Dio vuole, potremmo avere la rosa al completo, compresi i due campioni più attesi, Pogba e Di Maria. Ma non vorrei che per fare questo "Lui" dovesse lasciare tutto il resto e dedicarsi completamente a noi.
Speriamo in bene.