"Basta scudetti non se ne può più" e ancora, "È il momento di cambiare con Allegri non si va da nessuna parte" e poi, "bisogna ripartire da zero e anche se non si vince per un po che problema c'è?" ancora c "la società deve provare a cambiare se vuole provare a vincere la Champions" e finiamo con "ogni ciclo finisce è ovvio che prima o poi finirà anche questo, ed è anche normale".

Queste sono alcune della frasi che giravano intorno al mondo Juve più o meno di questi tempi o verso fine stagione, quando la Juventus, eliminata dalla Champions, vinceva il suo ottavo scudetto consecutivo. Una sorta di noia e di assuefazione al successo nazionale si era impadronita del sentimento del tifoso bianconero. Tifosi pronti a barattare qualche anno di vittorie con la programmazione di un nuovo progetto tecnico, che portasse nuova linfa alla passione. E tra queste menti illuminate e sopraffine c'erano anche quelli che avevano messo in preventivo il fatto che un cambiamento porta con sé sempre dei rischi e che per un cambiamento il tempo è l'unica certezza, cioè che ne serve molto. Il cambiamento iniziale aveva faccia di Inzaghi, di Pochettino, addirittura di Guardiola, alla fine arriva Sarri.
Eh già, in quel momento qualcosa scricchiola. Nel mondo social fatto di tuttologi e dove ognuno può ergersi a direttore sportivo, nonché presidente, miriadi di polemiche e indice di gradimento sotto zero riempiono il web. Ancor prima di iniziare la stagione, Sarri, sembra non avere credito, motivo? Bhe, le sue simpatie paetenopee, il suo odio mai troppo nascosto per la squadra con le strisce verticali, l'aspetto fisico, la barba incolta, la tuta, la totale insofferenza alle sale stampa ecc...

La stagione inizia comunque, tra mille difficoltà, polmonite del mister e infortunio di Giorgione Chiellini.
Si arriva ai giorni nostri. La voglia di cambiamento ha da tempo abbandonato i cuori di molti tifosi bianconeri, al suo posto è subentrata la paura di non vincere, dopo tanti bei discorsi, la realtà è che al tifoso l'idea di non potersi lamentare dell'ennesimo scudetto, inizia a dare fastidio. Sotto l'occhio della critica, manco farlo apposta, Sarri e il suo "non gioco", si perché qualche mese su una squadra trovata fatta da altri, non sta dando quei risultati sperati.
Cioè, a parole tutti dicevano che ci voleva tempo, ma in realtà nessuno vuole dare del tempo. Eppure la Juve è prima in campionato, agli ottavi di Champions e in semifinale di coppa Italia, e allora di cosa ci si lamenta? Ad inizio stagione c'erano pure quelli che auspicavano un inizio di stagione da incubo con figuracce annesse. Per carità qualche passaggio a vuoto c'è stato, ma non era in preventivo? Per vedere il gioco di Sarri al Napoli ci vorrebbe quel Napoli, ma così non è.

Mi chiedo, se ad oggi sulla panchina della Juventus ci fosse seduto Guardiola, con gli stessi identici risultati e lo stesso non gioco, avrebbe le stesse critiche? Sarebbe così crocefisso per ogni cosa? O si punterebbe il dito contro la società che non gli ha messo a disposizione una rosa adeguata? Sono dell'idea che lo sbaglio madornale lo ha fatto la società che ha preso un allenatore con un profilo ben preciso e non ha pensato, o non è stata in grado di mettergli a disposizione una squadra adatta alle sue caratteristiche. Sarebbe come prendere un cuoco specializzato in carne e dargli come ingredienti solo verdure, o viceversa, d poi prendersela col cuoco perché non si fa la barba e non indossa il grembiule.
L'allenatore, a questi livelli con giocatori di questo calibro, non può inventarsi nulla. La realtà è che la Juventus è questa punto. Per cambiare veramente bisogna cambiare molto della squadra ancor prima dell'allenatore. Prendersela con Sarri ora comnetteremo lo stesso errore fatto con Allegri. Pensare che un allenatore possa far giocare di fino una squadra coi piedi grossi è pura follia. Sarri ci sta provando, e nonostante la sua fama di integralista, si sta adattando lui al capitale a disposizione, certo che Sarri si debba adattare, vanifica, almeno per ora, ogni pensiero fatto su un possibile nuovo gioco da parte della Juventus.
Resta il fatto che sento sempre più palpabile la paura di non vincere niente quest'anno, da parte di molti tifosi, con buona pace al motto di viva il cambiamento.