Marchisio e la Juventus sono legati da anni e anni, è come una storia d'amore nata tra i banchi di scuola e destinata ad un matrimonio con tutti felici e contenti. Il Principino ha passato praticamente l'intera sua carriera con i colori bianconeri cuciti addosso, che ormai sono diventati come la sua seconda pelle: ha vissuto il baratro con quei due settimi posti in campionato ed è stato protagonista delle successive vittorie juventine.

Qualcosa però è cambiato nel ultimo anno, i continui infortuni e gli schemi tattici del mister Allegri lo stanno portando lontano da quella che sembrava essere la sua casa, l'America lo sta chiamando a gran voce e lui per la prima volta sta ascoltando, respirando l'odore di addio, cosa che lui non vorrebbe e che nemmeno la Juventus dovrebbe permettere.

Marchisio rappresenta l'attaccamento alla maglia, se vogliamo la juventinità, sa cosa vuol dire vincere alla Juve, fa parte di quel osso duro che indirizza i nuovi compagni, con il probabile ritiro di Buffon a fine stagione e quello prossimo di Barzagli rimarrebbe il solo Chiellini nello spogliatoio: troppo poco per i futuri giovani italiani che abiteranno la casa della Juve già dal prossimo anno.

Ecco perché Marchisio deve rimanere, a tutti i costi. C'è bisogno di juventinità nello spogliatoio: forse non è più in forma, o sta avendo la sua fase calante, ma poco importa, questo matrimonio deve finire con la frase felici e contenti.