Ieri sera all'Allianz Stadium è andata di scena Juventus-Zenit San Pietroburgo, e per moli tifosi bianconeri il pensiero ddi un altra gara con il magone, dopo le ultime due gare di campionato perse contro Hellas Verona e Sassuolo.
Dall'altra parte arriva la squadra russa, che in due gare di campionato aveva rifilato ben undici reti alle sue dirette avversarie; sette allo Spartak Mosca e quattro alla Dinamo Mosca. 
Fin dal prepartita però non mancano i cori a favore della squadra, e quando le squadra entra in campo è accolta dagli applausi dei suoi tifosi, mentre alla musichetta della Champions vola alto l'urlo finale "The Champiooooon".

La partita si mette subito su binari inaspettati, la Juventus comanda in campo, e per la maggior parte della prima parte di gioco ha la palla al piede. Sembra solo un vecchio ricordo quella squadra lasciata in campionato, e già perchè la palla gira che è una meraviglia; tocchi di prima, nessuna sbavatura, e soprattutto nessun errore. Ma questa non può essere la squadra che gioca nel campionato di Serie A. Bonucci e De Ligt non lasciano passare un pallone, Locatelli dirige il centrocampo formato anche da McKennie e Bernardeschi preferito ad un Cuadrado in un periodo nero della sua stagione, Dybala è il geometra e il rifinitore, Chiesa la spina nel fianco sulla fascia. Lo Zenit nel frattempo prova spesso le ripartenze, ma tra gli sbagli e gli anticipi dei bianconeri non riesce a impensierire l'area di rigore juventina. Ed ecco che all'undicesimo, dopo che Bernardeschi si divora l'uno a zero quattro minuti prima e Dybala appena un minuto dopo colpisce il palo, arriva la rete proprio dell'argentino, che colpisce al volo dall'alto verso il basso una palla arrivata dal calcio d'angolo di Bernardeschi e spizzata dalla torre di De Ligt, con un sinistro potente che supera il portire russo in estensione, 1-0 Juve. Sembra una trasformazione, il pubblico si scalda ancora di più, sembra l'apoteosi di qualcosa che non si vedeva da tempo immemore, eppure c'è chi resta con i piedi per terra, dopo aver urlato al cielo "Dybala,Dybala, Dybala, Dybala!" insieme allo scroscio di applausi. Dybala è inarrestabile, salta, dribbla e fa impazzire i difensori russi, quando mette su i piedi di Morata il 2-0, ma lo spagnolo se lo divora sparando in alto. Allegri è tranquillo, galvanizzato, e sembra non dover riprendere nessuno, anzi applaude e incita i suoi.
Lo Zenit si vede soltanto al ventesimo, frastornato fino a quel momento dai bianconeri, che approfitta di un rilancio errato di Szczesny ma con Mostovoy in piena e accompagnato verso il fondo da De Ligt in scivolata e non riesce a cordinarsi tirando sopra la traversa, ma quello è solo l'antipasto di quel che sarebbe accaduto cinque minuti più tardi. Lo Zenit avanza sulla fascia sinistra, destra bianconera, e va al cross trovando la deviazione innoqua di Bonucci, che spizzandola trova addirittura un tiro a giro che s'insacca beffardamente all'incrocio dei pali; 1-1. In quel momento sullo Stadium cala il gelo e torna il magone. Quei venti mimuti da comandante in campo, che ha fatto divertire i tifosi presenti e non, e sembra tutto svanire in quel "Nooooooo!" appena dopo la rete subita. Ma tutto però passa fin dalla nuova ripartenza, e la squadra ritorna a martellare l'area di rigore russa, prima Chiesa con un colpo di testa centrale al ventinovesimo, poi McKennie al quarantesimo che angola un cross di Bernardeschi, trovando la respinta del portiere russo. Il risultato però non si riesce a capovolgere, e si va al riposo sul risultato di uno a uno. Soprende e non poco Federico Bernardeschi, fino ad oggi ogetto mai esploso definitivamente in bianconero, sembra abbia trovato quella sicurezza e la esprime tutta sul campo. Paulo Dybala sembra essere ritornato quello lascitao due stagioni fa, mentre in colore soltanto la prestazione di Alvaro Morata, solo un'occasione sprecata da ottima posizione. Nella ripresa la musica non cambia, la Juventus spinge per segnare, lo Zenit prova a ripartire in ripartenza, e Dybala appena dopo tre minuti rientra dalla destra e fa partire un tiro in diagonale che sfiora il nuovo vantaggio bianconero. Poi un minuto dopo Morata invece di usare il piede sinistro per concludere da du passi, va con il tacco destro e la butta fuori, sembra che è l'unico che non riesce a girare. Dybala però è davvero il pericolo più grande per i russi, tenta la soluzione da qualunque posizione, e il portiere russo ha gli incubi ad occhi aperti. Al cinquantaquattresimo Chiesa, imbeccato da un lancio millimetrico da Locatelli, s'incunea con una serpentina in area di rigore Zenit dalla sinistra, e viene toccato sul piede destro, è rigore e Dybala dopo aver sbagliato la prima volta, per l'entrata in area dei giocatori Zenit, la piazza alle spalle di Kricjuk che aveva intuito l'angolo ma non il pallone troppo angolato; 2-1 Juventus. La Joya sembra inarrestabile, ma il resto del gruppo non è da meno, sembra non trovarsi il punto debole, e questa è una vera notizia. Al sessantesimo triangolo Dybala-McKennie-Dybala e palla a fil di palo. Poco dopo lo Juventus rifiata e lo Zenit tenta il nuovo pari in due occasioni tra il sessantaseiesimo e il settantesimo; Claudinho dal vertice dell'area sinistro rientra e piazza un destro all'angolo destro di Szczesny che sembra insuperabile e in estensione la devia sul fondo. Poco dopo Malcom dalla sinistra impegna ancora severamente Szczesny che sembra trasformato nell'Uomo Ragno. La Juventus però dopo aver rifiatato, torna a martellare; McKennie al settantunesimo parte con una progressione che lo porta in area di rigore Zenit e con un destro secco colpisce la traversa, ma è lo spunto che poi appena un minuto dopo porta Bernardeschi a lanciare sul filo del fuorigioco Chiesa, che ubriaca con una finta Lovren, ammonito che non tenta l'anticipo, e angola da sinistra a destra un diagonale imprendibile per Kricjuk; 3-1 Juve.
Ma dove era nascosta questa squadra? Come mai è uscita soltanto oggi? L'esterno 'il figlio d'arte' prende la cattedra, e tre minuti dopo, al settantaseiesimo, s'incunea in area dalla destra e tenta la doppietta, ma stavolta Kricjuk è bravo a respingere. All'ottantunesimo, dopo una sgroppata per recuperare un pallone perso da Alvaro Morata stremato, ma che rientra e la recupera con una spinta sula corsa da applausi, la Juventus attacca dalla sinistra con Rabiot, entrato nel frattempo in campo al posto di Bernardeschi, che imbecca Dybala dopo un buco di un difensore russo, che tenta di prenderla di petto in controtempo cadendo, l'argentino che in equilibrio stentato, con il sinistro riesce a mettere la palla dentro l'area di rigore dove Morata stavolta non sbaglia, superando il portiere in uscita con il sinistro, che stavolta è utilizzato bene; 4-1. La Juventus stremata, lascia allo Zenit il 4-2, con la rete dell'iraniano Azmoun. Alla fine soltanto applausi al triplice fischio di Hernandez Hernandez, arbitro spagnolo. La Juventus mantiene la testa della classifica a più tre sul Chelsea, sul quale ha a suo vantaggio prima dello scontro diretto tre reti fatte a suo favore su i Blues ( 9 per i bianconeri contro i 6 dei londinesi), quindi basterebbe uscire con un pari da Londra per passare il girone al primo posto.

Cosa dire? Che il tifoso vorrebbe vedere questa Juventus anche in campionato, dove sembra la sorella nella versione orribile. Ieri credo nessuno possa aver potuto pensare ad una prestazione simile, sarà l'importanza di tale competizione, sarà che serviva una sferzata di positività nell'ambiente ai minimi storici, che si è potuto godere di una gara davvero perfetta. L'autogol di Bonucci è solo una sfortuna, perchè ci riprovasse altre 1000 volte non riuscirebbe mai a rimetterla sotto l'incrocio, mentre la seconda rete è presa perchè oramai la squadra era a stomaco pieno e su le gambe per la stanchezza.
Allegri può uscire dal campo soddisfatto, senza dimenticare però che questa squadra la si dovrà vedere anche in futuro e non soltanto in Champions.

Detto questo, basta ricordare che ora la Juventus avrà Fiorentina, Lazio, Chelsea e Atalanta nei prossimi 21 giorni, che se giocati a questo livello potrebbero davvero riportarla in poco tempo a lottarsi le posizioni che contano in campionato e proseguire la striscia positiva in Champions, con il primo posto nel girone. Ma non corriamo troppo e godiamoci, noi tifosi e amanti del buon calcio, questa Juventus europea.