Fulmini a ciel sereno. Le notizie in casa Juve si rincorrono ormai da giorni, sin da quando Andrea Pirlo ha preso il controllo dello scacchiere Bianconero. Incontro più, incontro meno, le voci di mercato annunciano che la così tanto reclamata "Rivoluzione" sta veramente prendendo forma. Un popolo diviso dalle scelte del presidente e della coppia Paratici-Nedved che ormai sembrano aver creato delle crepe emotive all'interno di una tifoseria abituata a vincere. Esigenze di vedere una squadra colma di campioni, paura di rivoluzionare una macchina perfetta. Fuori Matuidi, ai saluti Khedira, De Sciglio, Higuain, Douglas Costa (Troppo fragile), Ramsey (di cristallo e intermittente), Bernardeschi e... Paulo Dybala. Già, lui che è stato l'unica nota positiva della cavalcata Sarrirana sembra ancora una volta ritornare come lo scorso anno a dover puntare i piedi per rimanere nella sua amata Torino.

 

I problemi di bilancio parlano di un vuoto di circa 70 milioni da colmare in qualche modo, e con un valore tra gli 80 e i 100 milioni di euro, la Joya sembra la soluzione più semplice e più plausibile per sistemare i conti.

La domanda sorge spontanea. Perché l'uomo simbolo della Juventus, il suo numero 10, l'uomo che ha puntato i piedi e scommesso la sua carriera pur di rimanere, deve essere il primo indiziato a lasciare Torino? Perché non CR7, che con 30 milioni di stipendio occupa una posizione finanziaria che permetterebbe alla società di prendere due/tre giocatori promettenti e giovani che facciano al caso di Mister Pirlo? Perché sacrificare Paulo per Paul Pogba sapendo gli altalenanti rendimenti del francese in Premier League?

Ancora una volta il popolo bianconero appare diviso tra chi si fida del campione come CR7 e chi, come me, farebbe scelte di cuore come quelle le presidente Agnelli con Pirlo.   Non mercenari, ma bandiere. 

Tavernese Giuseppe