Brevissimo riepilogo (per saperne di più, potete leggere gli episodi precedenti usando i link posti alla fine di questo episodio).
Allegri, messo alle strette dalla società, propone, per salvarsi, una specie di scommessa alla o la va o la spacca: se la Juventus, guidata da Cassano riuscirà a fare almeno un gol al PSG, prossimo avversario di Champions, lui (Allegri) si dimetterà senza pretendere ulteriori pagamenti. Altrimenti, lui (sempre Allegri) potrà rimanere, e nessuno dovrà mettere più alcun bastone tra le ruote nella sua conduzione. Peccato che nel frattempo, nella preparazione alla sfida, un suo complice abbia aggiunto un potente sonnifero nell’acqua a disposizione dei giocatori della Juventus, durante la gara. Cassano, rocambolescamente, nonostante gli effetti del sonnifero sui suoi giocatori, riesce a vincere la scommessa segnando lui stesso il gol decisivo: Allegri dovrà andar via!

L’era della liberazione ha inizio
La Juventus, con la cacciata di Allegri, avrà da lì e per sempre, nella data del 21 settembre, la propria giornata della liberazione da celebrare. Liberazione non certo da un regime violento, da una dittatura imposta con la forza. No, questo no! Ma da una presenza, quella di Allegri, sostenuta col ricatto; con la minaccia di far valere una odiosa penale, contenuta in un contratto redatto superficialmente, privo delle necessarie tutele per la società. Un contratto sulla cui scellerata scrittura e sottoscrizione sarà ora opportuno interrogarsi. Sulle cui gravi colpe sarà giusto, adesso, a bocce ferme, far ricadere, adeguatamente ripartite, le relative responsabilità.
E’ dunque con sentimenti contrastanti, felice ma al contempo timoroso, che Andrea Agnelli, all'indomani dell'entusiasmante riconquista della libertà, si trova a dover convocare un incontro. Incontro, questo, in cui, da un lato si potrà finalmente tornare a decidere in piena libertà e autonomia del proprio futuro, dall'altro sarà inevitabile individuare soprattutto nella sua figura, e in quella del vicepresidente Pavel Nedved, quelle dei maggiori responsabili della situazione che si era venuta a determinare.
Andrea, nella sua carica di presidente, e John e Lapo, in quella di gestori della cassaforte, si trovano ora di nuovo sui lati opposti di un tavolo. Il primo, naturalmente, vorrebbe avere una nuova chance: la possibilità di compiere scelte e fare ciò che prima gli era stato impedito, per risollevare le sorti della società e della squadra. Gli altri, invece, spingono per un passaggio definitivo della conduzione della società nelle mani di Maurizio Arrivabene, ormai perfettamente ristabilito nella sua peculiarità più invidiata da chi lo conosce: la sua immensa stronzaggine. Ago della bilancia, a questo punto, non potrà che essere il pensiero spesso illuminante dell'Avvocato, sempre presente a conferire spessore ed esperienza al dibattito, e questo (vale sempre ripeterlo), grazie al discreto e sempre impeccabile contributo di Oriana (la mediana), medium di fiducia di casa Agnelli.

Andrea, sempre solenne: “Signori, siamo qui oggi riuniti innanzitutto per festeggiare la tanto agognata libertà di decidere di nuovo dei nostri destini in autonomia, privi finalmente della odiosa presenza condizionante di un personaggio che fatico anche solo a nominare e di cui, vi prego, non voglio più sentir parlare”.
Lapo, anche lui decisamente in migliori condizioni rispetto alle sue ultime uscite: “Eh no, bello! Ti piacerebbe che non si parlasse più del tuo carissimo amico Allegri. Invece, di lui, e dei suoi incalcolabili danni dobbiamo parlare eccome, perché a rispondere dell'odiosa presenza condizionante, come la chiami tu, dovrai essere, e sarai anche tu. Lo scherzetto del video che ben conoscete, mandato in onda in mondovisione dal tuo amico Max, mi sta costando, in analisi, cifre astronomiche”.
Andrea: “Lapo, non ti rispondo neanche. Sono anni che mi remate contro, tu e quell’altro str..zo camuffato da bravo ragazzo (Del Piero n.d.r.). Se invece di andare a Nairobi con i tuoi amichetti, a fare i giochi di società che ben conosci, fossi rimasto a Montecarlo con la tua mogliettina, a fare qualche altro gioco… magari non proprio quelli di cui ci è toccato dover sentir parlare al telegiornale…”. Lapo strabuzza gli occhi a simulare stupore e sorpresa, e fa una serie di facce per convincere i presenti (invano) della sua totale estraneità ai fatti contestatigli”
Sempre Andrea: “Dai, ci siamo capiti… Ma sì, quelli delle pose acrobatiche nell’aereo… sì, dai! Massì, dai! Come, quale aereo? Quello che portava i profughi ucraini al confine! Santoddio! Dicevo, se tu te ne fossi stato a casa tranquillo, dall’analista non avresti dovuto spendere nemmeno un euro”.
Lapo improvvisamente e inaspettatamente rimane in silenzio, come in tranche, con lo sguardo che per caso è caduto per un istante sulle scarpe che indossa, della nuova fantastica collezione autunno inverno della linea uomo di Italia independent. Lui, esteta etereo, cultore del bello, le scopre solo adesso e se ne innamora perdutamente.
John ad Andrea: "Lascialo stare, non vedi che non si è ancora ripreso?"
Nedved e Arrivabene (senza dubbio gli unici, tra i presenti, che se sentissero parlare di scala Kinsey non avrebbero esitazioni nell'associare quel nome ad un nuovo tipo di scala, magari in alluminio, brevettata perchè più stabile delle scale normali), manifestano tutta la solidarietà alla famiglia. Arrivabene: "era praticamente guarito! Che danno incalcolabile!" Nedved: "Che sputtanamento! E' vero, mi sono fatto fregare anch'io, ma  io, almeno, palpeggiavo c... e seni di donna, cazzarola!"
John, con il medesimo atteggiamento mesto di chi riceve le condoglianze alla fine delle esequie: "Grazie!", "Grazie!".
Andrea: “Possiamo adesso, per favore, evitare di attaccarci tra noi? Possiamo concentrarci per un attimo solo su quali siano le decisioni migliori da prendere? Possiamo lasciarci per una volta guidare da valori positivi, dalla passione, dall'amore per la Juventus che ci accomuna tutti, piuttosto che dalle solite tensioni intestine...
John: “Possiamo fare tutto quello che vuoi. Tu però non hai ancora capito che con questi poemi di retorica, quelli di EXOR ci si detergono le parti intime, e null'altro. La verità, caro Andrea, è che se non fosse per Nonno Gianni, la tua testa sarebbe già rotolata dentro una cesta… e da parecchio, pure!”
Avvocato: “Vagazzi cevchiamo di non davci addosso l'uno con l'altvo.” Poi, rivolto ad Andrea: “Andvea, devo esseve sincevo, mi savei aspettato che fossi un po’ più accovto nelle tue decisioni, invece hai combinato una sevie di cazzate lunga come la quavesima! Pev fovtuna che Pavel col suo piano in tve fasi (Adani a fave le intevviste pve e post gava, Ambva a conduvve la confevenza stampa e Cassano a gestive le velazioni con la tifosevia ovganizzata n.d.r.) è viuscito a toglievci Allegvi via dalle…”.
Proprio nel momento in cui Cassano viene nominato dall’Avvocato, si sente in lontananza, ma in rapido avvicinamento, la sua voce inconfondibile che riecheggia lungo il corridoio, ovattato quanto ti pare, ma evidentemente non a sufficienza per controbattere “attacchi acustici” così veementi.
Cassano, più che entrare, fa irruzione all’interno della saletta presidenziale senza nessun timore reverenziale, com’e nella sua natura. A prevenire comportamenti eccessivamente sopra le righe, non manca mai il buon Nicola Ventola.
L’Avvocato, sempre pronto a mostrarsi tollerante nei confronti di quei calciatori per cui nutriva e nutre vera e propria adorazione, non riesce a trattenere manifestazioni di allegrezza verso colui che la sera prima aveva, di fatto, salvato tutti loro dalla presenza di Allegri.
Avvocato a Cassano: “ooooh che bello avevla nuovamente tva noi, cavissimo Cassano, e lo stesso vale ovviamente anche pev lei cavo Ventola”.
Cassano a Ventola: “Ma cuss ci è, ca sta semp ddò a cach u’ cazz? (Ma questo qui, chi è? Che è sempre qui a importunare la gente? n.d.r.)”
Ventola a Cassano, ma a voce bassa per non farsi sentire da tutti: “Antò, non ti ricordi che già la prima volta che siamo venuti, ci hanno spiegato che ci doveva essere anche l’Avvocato…” “Hai capito l’Avvocato che intendo io?"
Cassano: “Aaaaah mò l’sò cca p’ t’ cij ijet cuss cacacazz (Ah, solo adesso finalmente ho capito chi è n.d.r.)
Cassano rivolto all’Avvocato: “Avvocato, scusatemi, c’è mio cugino che vi voleva chiedere se era possibile sapere i risultati della prossima schedina.”
Gelo nella sala.
Cassano: “Eeeeehhh, vabbu mò! Pure che non vi ricordate tutti i risultati subito... Voi, ogni tanto vedete: se ve ne viene qualcuno in mente, me lo venite a dire, che io subito me li segno.”
Andrea: “Signor Cassano, le siamo tutti riconoscenti per averci liberati dall’incubo Allegri, ma la pregherei di contenersi e di lasciar fuori mio Zio da certe dinamiche… Non faccio per dire, ma la signora Oriana ad esempio presta la sua opera in esclusiva presso la nostra famiglia in modo estremamente professionale, per nobili scopi, non certo per arricchirsi o arricchirci indebitamente utilizzando in modo inappropriato le sue doti di medium, conoscendo in anticipo i risultati che dovrebbero essere in schedina.”
Oriana (la mediana) rimane letteralmente folgorata dalle parole di Andrea: per anni aveva permesso con le sue capacità divinatorie di medium di mettere decine di volte in collegamento persone della "Famiglia" che volevano parlare coi propri defunti e viceversa, percependo uno stipendio da segretaria, o poco più, ma non le era mai venuto in mente di sfruttare in modo più proficuo (per lei) le sue doti. Fatti due conti veloci, valutato che se avesse utilizzato le sue capacità per vincere al Totocalcio anche solo una volta al mese, la Continassa, anziché frequentarla per lavoro, avrebbe potuto direttamente comprarla per scorazzarci in bici insieme alla sua amica del cuore, Graziella (la bidella), senza dire niente, si alza, fa ciao ciao con la manina, e se ne va.
Andrea: “Zio, Zio, dove vai?”
Oriana, già nel corridoio, per la prima volta con la sua vera voce: “Ma sciàt’ tutt’affangul và (Ma andate tutti a fanculo, và n.d.r.)”

Rimangono tutti sbigottiti. Infatti, al di là della sorpresa per il gesto di inaudita gravità di Oriana (la mediana), i nipoti dell’Avvocato si interrogano su come faranno d’ora in poi a contattare il loro zio e nonno, e se Oriana proverà ad usare l’anima dell’Avvocato per ottenere le informazioni necessarie per vincere le varie scommesse: corse ippiche, schedine del totocalcio, Superenalotto, e tantissime altre.
Ma la cosa più sorprendente di tutte è l’aver scoperto le origini pugliesi di Oriana! Ma si sa: dare del pugliese ad un pugliese non è impresa priva di rischi. La Puglia è lunga, e dentro questo enorme contenitore ci sono almeno 4 diverse identità: quella più in alto è quella che fa riferimento a Foggia, i cui abitanti, quando parlano tra loro sembrano arabi: non è prevista, nemmeno per sbaglio, la presenza di una vocale, che sia una! Poi, scendendo, ci sono i baresi: per loro la Puglia sono solo loro, tutto il resto è noia indefinibile.
Poi ci sono quelli che non li cac… ehm considera nessuno né in positivo nè in negativo, ovverosia i brindisini e i tarantini. Infine ci sono i salentini, i quali, se “tacciati” di essere pugliesi, e quindi baresi, son capaci di cavarti gli occhi a mani nude, come scritti apocrifi raccontano, a proposito di Santa Lucia Martire, che nelle mani di alcuni salentini ebbe il coraggio di non rinnegare le sue origini baresi.

Cassano esce anche lui e rincorre Oriana nel corridoio: “Orià, cessì d’bbar?" (Oriana, che sei, barese?)
Oriana (la mediana): “I sò ffugghj a Maria Catena Capurso (sono figlia di Maria Catena Capurso n.d.r.) che a te viene parente per via di un cugino comune: Girolamo, il fruttivendolo che tiene il banco con Liborio Lo Russo.
Cassano: "Naaaa, cemm stè ddish? E allora Nicolino, cugginm, ha sposato a sor't'. Sim ggiut’ a festeggiare co- cch gg’n’m’ a Japigia, tu addo stev?” (Noooo, ma che mi stai a dire? Questo allora significa che mio cugino Nicolino ha sposato a tua sorella! Siamo andati proprio per l’occasione a festeggiare nel quartiere di Japigia, ma non ti ho vista: dov'eri?”
Oriana: "Con squesta storia delle sedute spiritiche devo stare sempre a disposizione…".
Cassano: "Sé, fai na cos, fuori sta mio cuggino, ca iosc nan’ l'hann’ fatt’ trasire p’ccé tenìv ‘na pistola: c’ mond’ lell ca tenìm nnanz!" (Senti, fai una cosa: fuori c’è mio cugino che oggi non hanno voluto far entrare perché, perquisendolo, gli hanno trovato indosso una pistola. Che mondo brutto che si staglia innanzi a noi! n.d.r.). "Vallo a salutare chè mò arrivo!".
Andrea, fuori dai gangheri per questa serie inaudita di mancanze di rispetto e di considerazione: “Le vostre beghe familiari non ci interessano, il gesto gravissimo di Oriana non ce l’aspettavamo, pretendo che ci procuri al più presto un sostituto, non ce ne si può mica andare così, senza preavviso!”.
Poi, facendo un notevole sforzo di autocontrollo sempre Andrea, sempre solenne nell’espletamento delle sue funzioni presidenziali: “Signori, manteniamo la calma! Dopo, senza fretta, tenteremo di rimetterci in collegamento anche con lo Zio, ma per il momento possiamo andare comunque avanti”. Rivolto a Cassano: “Cosa aveva di così urgente che non potesse aspettare?”
Cassano: “veramente io ero venuto per prendere alcune cose che avevo lasciato nello spogliatoio ieri sera”. (Ad esempio un paio di impiantini stereo Bose da 1000 Watt e alcuni apparecchietti TV LCD OLED da 150 pollici di ultimissima generazione, low delay, per gaming n.d.r.).
Ventola: “Sì, sì, Antò!” Fulminando Cassano con lo sguardo. Sempre Ventola: “non penso che il dottor Agnelli sia tanto interessato a sapere in cosa consiste la refurt… gli oggetti di tua proprietà che avevi dimenticato qui. Quello che pensiamo possa interessare il dottor Agnelli, sono dei fogli che abbiamo trovato dentro l’armadietto di Allegri. Sappiamo bene che non è lecito aprire e perquisire senza permesso gli armadietti degli altri, ma Antonio l’ha aperto per sbaglio, e una volta visto dentro che c’erano questi fogli non ha potuto fare a meno di cercare di capire di cosa si trattava.
Andrea: “per sbaglio? Ma se tutti gli armadietti sono chiusi con un lucchetto elettronico, ognuno con un codice diverso…”
Cassano: ”Senti Andrè, ti posso parlare bello schietto? c’ ccazz te ne freca a te del come e del perché. Fatti i cazzi tuoi, che ti stiamo affà nu grosso regalo…”
Ventola: “dentro all’armadietto di Allegri c’era dei fogli che parlavano di un’organizzazione chiamata Loggia dei risultatisti nel mondo”. Su questo foglio c’è anche un elenco di parole incomprensibili, probabilmente si tratta dell’elenco dei nomi degli associati, opportunamente cifrati. Probabilmente il primo nome dell’elenco è quello del capo dell’organizzazione.  In un articolo di Piccio di Sonno ho letto che bisognerebbe conoscere l'algoritmo e la chiave di cifratura per riuscire poi a decifrare i nomi.
Andrea: “Una Loggia massonica nel mondo del calcio? Incredibile!" Dopo un attimo di silenzio, sempre Andrea: "Questo però spiegherebbe perché Allegri abbia sempre goduto, e goda tutt’ora, di una stampa e di un potere mediatico così forte… E spiegherebbe anche come mai, nonostante giocasse così male, nessuno abbia mai voluto nemmeno considerare di licenziarlo.”
Cassano: “aspè, che la parte più bella deve ancora venire. Sempre nell’armadietto di Allegri c’è una foto, vediamo se lo riconoscete?”
Tutti, in coro: “Bielsa?”
Ventola, che da quando ha ripreso le scuole serali non lo ferma più nessuno, parla come un’enciclopedia: “Bielsa, argentino di Rosario, è il fondatore e leader indiscusso del movimento sportivo calcistico denominato dei Belgiochisti”. Movimento che nel corso degli anni ha assunto sempre più i connotati di una setta, di cui Bielsa è gran sacerdote e venerato santone. Movimento, quello dei belgiochisti, in totale contrapposizione con i cosiddetti Risultatisti, di cui lo stesso Allegri è fautore convinto. Gli allenatori che prima di smettere di giocare sono stati per qualche anno suoi giocatori, come ad esempio Jorge Sampaoli, Mauricio Pochettino e altri, sono ora suoi discepoli fedeli. Solo Adani è stato finora capace di farsi ammettere come discepolo da Bielsa, pur non avendo allenato nessuna squadra, nemmeno per un minuto. Si narra che Bielsa, sentendo Adani parlare in TV, volle immediatamente incontrarlo. Adani, come il Giovanni il Battista vero, insisteva per ricevere il battesimo da colui che riteneva essere la versione calcistica dell’altissimo. Come però i Vangeli narrano unanimemente, l’altissimo, affinché si compissero le scritture volle essere lui battezzato nel fiume Giordano da Adani, il Battista.
Tutti, persino Cassano, rimangono in silenzio, incantati dalle arti affabulatorie di Ventola.
Agnelli: ”Cazzarola! Tra poco arriverà Allegri per svuotare l’armadietto. Si accorgerà del fatto che non ci sono più i fogli”
Tutti in coro: “bisogna rimetterli nell’armadietto, subito!”

Cassano, con uno scatto felino prende i fogli e in un minuto è negli spogliatoi dove c’è, in una stanza adiacente, l’armadietto di Allegri. Mette tutto dentro e chiude il lucchetto elettronico. Stava giusto constatando, compiacendosene, che la sua attività amatoriale di scippo della vecchietta aveva contribuito non poco a tenerlo in forma, quando, in lontananza, sente l’inconfondibile voce di Allegri avvicinarsi. Cassano fa giusto in tempo ad uscire dalla stanza e a dileguarsi senza essere visto da nessuno.

Sorgono ora nuovi interrogativi che necessitano di risposte:
Cosa hanno in mente quelli della Loggia dei Risultatisti nel Mondo? Vogliono eliminare Bielsa? E perché?
Chi è a capo di questa organizzazione, tanto potente da riuscire a far rimanere così a lungo Allegri al timone della Juve, nonostante tutto?
Esiste davvero una teoria del complotto nel mondo del calcio?

Lo scopriremo nei prossimi episodi.
Per gli episodi precedenti, clicca qui: 
Juve: Cassano da batticuore. Finale incredibile (Ep. X)
La Juve sta per riappropriarsi della sua Storia (Ep. IX)
Juve, una conferenza stampa che verrà ricordata a lungo: tu che domanda faresti? (VIII)
Terremoto Juve. L'onda lunga è appena cominciata (episodio VII)
Allegri contro tutti (La saga, episodio VI)
Allegri è tornato, ma la Famiglia ha un piano! (episodio V, continua la saga...) 
Pirlo ci ripensa! In casa Juve c'è aria di restaurazione! (IV)
Terremoto alla Juve: Pirlo torna in sella!  (III)
Vertice Juve: Giovanni Agnelli asfalta la dirigenza (II)
Summit in casa Juve a 7 giorni dalla prima di campionato (I)