Ho atteso qualche giorno prima di riflettere sull'ennesimo buco nell'acqua della Juventus. Perché si è trattato proprio di una "bischerata" (direbbe in un colorito livornese Max Allegri) colossale. Prendere gol all'ultimo secondo è la conferma di un disagio, non solo strutturale ma anche mentale, in cui si dipana tutto l'ambiente bianconero.
Aver buttato nel tritacarne agonistico il novello Pirlo ha evidenziato quanto avventurosa sia stata la gestione della crisi tecnica bianconera. Pirlo è stato uno dei migliori playmaker mondiali di centrocampo degli ultimi anni, ma certamente l'azzardo dirigenziale juventino lo ha messo inaspettatamente sulla graticola. Non c'è dubbio che l'errore di togliere Ronaldo e Morata a pochi minuti dalla fine della gara dell'Olimpico ha corroborato l'undici di Inzaghi, che a quel punto ha gettato nella mischia tutte le proprie risorse psicofisiche legittimate da una sorta di "pace dei sensi" che ha pervaso i bianconeri in un soporifero finale di gara.
Tanto per esemplificare, l'aver "litigato" col pallone sulla linea laterale da parte di Dybala, le dormite profonde di Bentancur e Cuadrado con la testa già negli spogliatoi, la passeggiata rilassante in area, a non più di un metro di Mackennie, e la marcatura molto elastica di Bonucci hanno colpevolmente contribuito al gol di Caicedo ribattezzato ormai gol in zona Caicedo. Un manuale perfetto di come si possa in modo autolesionistico sperperare due punti, che avrebbero non solo dato spessore alla classifica, ma generato benefici effetti di maggiore autostima identitaria.
Invece il vento dell'Olimpico ha fatto beffardamente volare una vittoria che sarebbe stata sicuramente meritata. Qualche opinionista, che si fa portabandiera della superficialità, ha visto una Juve ancora senza gioco. Dissento in modo sostanziale con criteri valutativi generati da una arrendevole miopia. La Juve ha palesato frangenti di manovra assolutamente promettenti. Gol, traversa e occasioni svanite nell'atmosfera cupa di un Olimpico spettrale, sono tangibili memorie di una accattivante superiorità. Ronaldo e Morata stanno creando sintonie di gioco decisamente promettenti e di grande prospettiva futura. Certo il quadro generale necessita ancora di qualche aggiustamento. Bonucci senza Chiellini è un ectoplasma. Dybala è l'ombra di se stesso. Il centrocampo, senza un vero leader, deve puntare sulla crescita e sulla maturità di Kulusevski che con le sue devastanti accelerazioni può essere decisivo negli affondo offensivi. Insomma, la Juve è ancora nebulosamente incompiuta, ma rimane pur sempre nel lotto delle aspiranti allo scudetto.
Quando tutto il restyling complessivo sarà completato, saranno ancora loro, i bianconeri, i principali deputati ad un protagonismo, non solo nazionale, ma soprattutto europeo.