Il professore di politologia americano John Hutson Finley affermava che: "la maturità è la capacità di sopportare l'incertezza". Il filosofo colombiano Nicolas Gomez Davila pare ancora più chiaro: "La serenità è il frutto della rassegnazione all'incertezza". Credo proprio che il periodo attuale abbia manifestato la realtà dei concetti. L'emergenza che stiamo vivendo ha cancellato ogni sicurezza umana rendendoci fragili. Non vedo, almeno per ora, alcun risvolto positivo. Si sosteneva che la pessima esperienza dovuta al covid-19 potesse rendere gli individui più gentili verso il prossimo. In verità, mi pare che l'effetto sia proprio quello opposto. La speranza è che il risultato sia procurato dal momento. La ferita è ancora aperta, sanguinante e brucia forte così si reagisce con il nervosismo provocato dal dolore. Nel momento in cui il taglio si sarà saturato e il male risulterà svanito, si potranno misurare i reali effetti sull'essenza umana. Comincio a dubitare, però, che possa essere modificata. Eh vabbè. Ci sono cascato di nuovo. Non volevo parlarvi dell'argomento, ma è troppo ingombrante per evitarlo. In ogni caso, siamo ormai vicini alla ripresa della serie A ed è proprio di pallone che vorrei trattare. Avete mai risolto un'equazione? Credo proprio di sì. A scuola (a proposito, voglio esprimere i più forti auguri a chiunque la frequenta) è uno degli argomenti cult dei professori di matematica. Occorre comprendere a che numero corrisponda un'incognita. Per quanto mi riguarda, era una gran fatica. Sinceramente ho sempre preferito le materie umanistiche e non riuscivo a percepire quale fosse il pro di scervellarsi in modo assurdo per riuscire a elaborare quelle complicate operazioni. Poi la vita mi ha permesso di capire la loro utilità. Credo che la Juventus assomigli parecchio alla nota "X" da recuperare all'interno dell'equazione chiamata Serie A, ma soprattutto a quella definita Champions League. Chi tifa tale squadra deve convivere con l'incertezza.

LA RIVOLUZIONE

La Vecchia Signora somiglia tanto a una dama che si presenta completamente velata a un appuntamento. Presto, però, leverà la maschera
. Da cosa è data tutta questa suspense? Da parecchi fattori. I sabaudi stanno realmente cambiando pelle. Forse, una modifica così profonda non si era mai vissuta negli ultimi 9 anni e occorre risalire al 2011-2012 per ritrovare una simile rivoluzione. Allora Conte rimpiazzò Delneri. Sbarcarono a Torino Pirlo, Vidal, Giaccherini e Vucinic che, praticamente, sostituirono Aquilani, Felipe Melo, Krasic e Alex Del Piero. Gli ultimi 2 restarono in Piemonte, ma il serbo cadde nel dimenticatoio e il numero 10 giocò veramente poco. Pinturicchio aveva ormai raggiunto un'età che non gli consentiva di mantenere il livello eccelso che ha sempre regalato. Gli altri rappresentarono autentiche delusioni in maglia bianconera. I nuovi arrivati fecero molto, ma molto meglio. Oggi, invece, non si tratta di rimediare a una debacle, ma di ristrutturare una compagine che palesa qualche difficoltà nell'impalcatura. Negli ultimi giorni circola, soprattutto sui social, una dichiarazione di Sarri che avrebbe parlato di squadra inallenabile. Associare tale aggettivo ai Campioni d'Italia mi pare alquanto azzardato ed eccessivo, ma certo il puzzle sabaudo aveva necessità di rivedere i suoi incastri ormai logori e corrosi da un tempo che li ha riadattati troppo sovente. Era, insomma, giunto il momento opportuno per la sostituzione dei pezzi. Non pareva, però, l'istante più adatto. Il 7 agosto, i piemontesi hanno disputato la loro ultima gara del 2019-2020. Il 20 settembre giocheranno il primo match ufficiale del 2020-2021. Quarantaquattro giorni, non gatti come cantava una nota hit dello Zecchino d'Oro di qualche decennio fa. Un lasso davvero esiguo per rivoltare una realtà come un calzino. L'evenienza, però, ha fatto da padrone. Continuo a pensare che il reale problema tra il tecnico di Figline e la Vecchia Signora vada ricercato nei meandri della psicologia e nel rapporto con l'ambiente. Se il matrimonio si è spezzato, non è a causa di motivi tecnici. Uno Scudetto conquistato non conduce a un esonero. La Champions e la Coppa Italia rappresentano kermesse in cui conta il percorso oltre al risultato che è determinato da una sfida secca. Nella prima competizione, i piemontesi sono stati eliminati da un'avversaria poi dimostratasi più forte del previsto. Nella seconda, invece, si è giunti sino alla finale persa ai rigori. La Juve non ha espresso un calcio positivo ma, con il tempo, la situazione avrebbe potuto cambiare. In ogni caso, le variabili hanno condotto a una separazione e, a quel punto, la rivoluzione è stata inevitabile.

La Vecchia Signora ha modificato gran parte del suo staff tecnico. Detto del passaggio da Sarri a Pirlo, Il vice del toscano, Martusciello, è stato sostituito da Igor Tudor. Non si può certo non trattare di Baronio, grande amico e fedele ex compagno di Andrea ai tempi della Reggina. Già tali cambiamenti rappresentano qualcosa di assolutamente diverso dal passato e tutto da scoprire. Il lombardo, il suo sostituto e l'ex mediano amaranto sono alle prime armi. Delineano la freschezza e la gioventù che avanza. Il parallelo sorge quasi spontaneo. Si approcciano alla Juve alla stregua di quanto fece il loro Presidente 10 anni fa. I primi due conoscono l'ambiente a menadito e lo stesso valeva per Andrea Agnelli. Roberto, invece, non ha mai vissuto il mondo bianconero. A ciò si aggiunge il gradito ritorno del preparatore atletico Bertelli. Tutti ricorderanno le potenzialità fisico-aerobiche dei sabaudi durante le sue cure. Era il periodo contiano… Il salentino decise, poi, di collaborare pure al Chelsea. Anche in Inghilterra non andò male. Si tratta di una garanzia. Sono confermati,invece, lo storico allenatore dei portieri Filippi e il match analyst Scirea. Bravi e capaci. Tale nuova struttura mixa l'incerto allettante al sicuro e fenomenale. Ha un forte appeal, ma non può rappresentare una certezza assoluta.

LA JUVENTINITA'

Ora vorrei trattare di mentalità. Nella conferenza stampa di presentazione, Pirlo ha pigiato parecchio sull'acceleratore rispetto a tale argomento. Pare proprio che il lombardo voglia riproporre un sentimento di "juventinità". Non è poco. Non credo che ultimamente il sentimento si sia smorzato per colpa di Sarri, ma non si nota più la fame che ha contraddistinto il passato. E' un problema che mi pare palesarsi da dopo la sconfitta patita nella finale di Champions contro il Real a Cardiff. E' dal 3 giugno 2017 che la Vecchia Signora non è più la stessa. Il riferimento è a quella nata durante il ritiro di Bardonecchia nella calda estate del 2011. Parlo della creatura plasmata dal Demiurgo, Antonio Conte. Con l'addio del leccese e l'arrivo di Allegri si temeva un cambiamento di rotta. Non è stato così. I primi 3 anni di regno del toscano sono apparsi fantastici anche da questo punto di vista. In Galles, qualcosa si è rotto. Probabilmente si pensava che variando la sola guida tecnica, il dilemma sarebbe stato risolto. Caddi anch'io nell'errore. La scelta di affidare la squadra alle cure del mister bresciano, affiancato da personalità come Tudor, Bertelli, Filippi e Scirea, potrebbe dirigersi proprio nella direzione opportuna. A differenza del tecnico di Figline, che continuo a considerare magnifico dal punto di vista tecnico-sportivo, questo gruppo di lavoro ha ampie esperienze nel magico mondo della Vecchia Signora. Alcuni hanno vissuto pure la rinascita post Calciopoli che, a mio avviso, rappresenta il momento chiave della recente storia bianconera. Un ritorno alla mentalità del periodo contiano serve come il pane sulla tavola.

In quest'ottica, ripartire dai giovani è la scelta più azzeccata. Chi ha più stimoli dell'uomo che deve iniziare a vincere? Forse, a volte, soltanto chi ha necessità di riscatto. Un ragazzo come Arthur, per esempio, contempla entrambe le caratteristiche. Il finale della sua storia d'amore con il Barcellona non è propriamente stato idilliaco. Mckennei ha già dimostrato la sua stoffa presentandosi ai media. E' proprio l'emblema dell’americano ambizioso, nel senso più positivo del termine. E' fiorente e con tanta voglia di fare. Ha grande entusiasmo. Pare desideri spaccare il mondo. Questa foga costruttiva potrebbe dover essere gestita. A lasciar loro il posto sono state figure di spicco come Pjanic e Matuidi. I trascorsi piemontesi sono gloriosi, ma la necessità di cambiamento era impellente e penso rappresentassero gli uomini giusti per tale decisione. Vedremo cosa accadrà a Khedira, ma potrebbe essere il prossimo sulla lista. In difesa, ecco Luca Pellegrini. In attacco è giunto Kulusevski. Lo svedese è alla prima avventura in un top club dopo un anno da titolare in serie A con la maglia del Parma. La fame certo non gli manca. Lascia, invece, Higuain che in 3 stagioni sotto la Mole ha regalato enormi soddisfazioni ai bianconeri, ma ormai sembra non avere più immensi stimoli. Chi arriverà al suo posto? Le indicazioni conducono tutte a un centravanti affermato, ma con grande voglia di riscatto. Suarez è l'emblema più tipico. Scaricato dai blaugrana a seguito una stagione davvero difficile per la squadra catalana, sbarcherebbe a Torino con una carica agonistica immensa. Non che non ne disponesse già da prima. Dzeko è Re di Roma, ma con i giallorossi è a "zero tituli" in 4 anni. Non è propriamente il massimo per un campione abituato ai trionfi. Dopo l'ottima parentesi juventina, Morata ha conquistato la Coppa con il Real Madrid, ma da comprimario. Anche le sue avventure al Chelsea e all'Atletico non lo hanno visto grande protagonista. Gli stimoli per tornare in Piemonte sarebbero certamente elevati. Kean fungerebbe da ciliegina sulla torta e sarebbe un vice perfetto per i citati atleti. A questi giocatori si aggiungono de Ligt e Demiral. La difesa centrale è al sicuro per parecchi anni. Non ci si può scordare di Rabiot che deve riscattare una stagione con alti e bassi. Anche Ramsey, infortuni permettendo, ha il potenziale per lasciare il segno. Insomma, potrebbe servire soltanto la punta... Le incognite, però, non sono poche. Alcuni di questi calciatori sono alle prime armi, altri non hanno mai frequentato il nostro calcio o l'ambiente bianconero. Vi è, poi, chi ha una continuità altalenante e chi dispone di un fisico di cristallo. La rivoluzione, però, contempla anche tali rischi.

TATTICA E BILANCIO

Riguardo il fatto che Andrea Pirlo ammiri Antonio Conte mi pare vi siano pochi dubbi o perplessità
. Per ora, il lombardo ha scelto il modulo del salentino. Nella doppia amichevole contro l'Under 23 e con il Novara, il bresciano ha proposto il 3-5-2 anche se con qualche novità rispetto al passato. In fase di non possesso, infatti, la squadra si schiera con il 4-4-2. E' una situazione di movimenti un po' macchinosa e che la compagine dovrà apprendere, ma trattasi di cammini percorribile. Il bresciano, poi, recupera anche tratti di "guardiolismo" posizionando nei 3 centrali del pacchetto arretrato terzini come Danilo e Alex Sandro. Ogni scelta tattica ed eventuale effetto, però, restano un ennesimo enigma.

Ah, dimenticavo uno dei fattori più importanti. Come non pensare ai circa 71 milioni di euro di passivo nel bilancio juventino? Cifre importanti e ultimamente mai viste. Non sono un economista e non voglio entrare nel merito. Certo che operazioni alla stregua di quelle di Ronaldo e de Ligt non hanno agevolato la situazione. In questo senso, la conquista della Champions sarebbe stata un toccasana. L'emergenza dovuta al covid-19, poi, ha rappresentato un dolore immenso per le finanze di ogni club. Detto questo, mi fido ciecamente della dirigenza bianconera e credo che saprà uscire dal problema. Non ci si può nemmeno scordare di un recente aumento di capitale di circa 300milioni, ma ribadisco la mia incompetenza in materia e non vorrei scrivere cialtronerie. Mi fermo qui.

Quante incognite, nuova Juve. Ma credo, comunque, che non ci deluderai!