Un essere umano perfetto dovrebbe sempre mantenere la mente calma e serena e non permettere che la passione o che un desiderio passeggero disturbino mai la sua tranquillità”. Così parlava la nota autrice inglese Mary Shelley. In sostanza: “la calma è la virtù dei forti”. Mai brocardo è più veritiero. Signori, non voglio illudere nessuno, ma forse ci siamo. Inizia a intravedersi la luce in fondo al tunnel. La buona novella giunge direttamente da Pfizer, una multinazionale farmaceutica americana che pare avere trovato l’antidoto al covid-19. Le prime dosi del noto vaccino dovrebbero pervenire dalle nostre parti già a gennaio, ma è chiaro che il problema non si risolverà in un amen. Serviranno tempo e pazienza per poter tornare alla normalità quindi occorre adattarsi alla nuova realtà e conviverci ancora per un lungo periodo.

Il destino della Juventus sembra essere intrecciato a doppio filo con questa situazione. I piemontesi, infatti, hanno deciso di operare una rivoluzione durante la pandemia. La scelta potrebbe rivelarsi coraggiosa o azzardata. Purtroppo il destino non è completamente nelle loro mani. Non lo sarebbe stato senza il maledetto virus e lo sarà ancor meno con il SarsCov2.
Nessuno ha il potere di decidere il futuro. Un mondo con simili prerogative è assolutamente inimmaginabile. Provate a pensarci. Si finirebbe per scontrarsi comunque. Troppi, infatti, sarebbero i desideri in contrasto tra di loro. Gli esempi sono alquanto banali e il più semplice è relativo all’amore. Può capitare che 2 o più persone si infatuino dello stesso individuo. E’ praticamente impossibile, però, che tutte soddisfino la loro passione. Lo stesso vale per il calcio. Tutti potrebbero volere la Champions, ma soltanto una la solleverà. I bianconeri si trovano proprio in un simile contesto. Gradirebbero avviare un ciclo fantastico e potenzialmente ne sarebbero capaci, ma non sanno se vi riusciranno.

RIVOLUZIONE, TEMPO E COVID

Qual è il motivo di questo “terribile” dubbio? Ancora una volta il coronavirus. L’obiettivo è quello di centrare il decimo tricolore consecutivo e di fare il meglio possibile sia in Europa che in Coppa Italia. Questi traguardi si possono raggiungere ma, come ho scritto anche in altro pezzo, manca il tempo necessario per lavorare. Al termine della scorsa stagione, la Vecchia Signora ha dovuto operare una rivoluzione perché era praticamente obbligata. Pur essendo un ottimo tecnico, il sistema sabaudo ha respinto Sarri. Vi era, poi, bisogno di cambiamento anche nei pilastri. Perso Mandzukic, i piemontesi hanno lasciato pure Matuidi, Higuain, Pjanic e Costa. Hanno, infine, posto Khedira gentilmente fuori dal progetto. Un’autentica metamorfosi epocale che ha visto entrare parecchi volti nuovi. Questi vorrebbero giovare del periodo necessario per ambientarsi e operare nel migliore dei modi. L’habitat juventino concede parecchie soddisfazioni, ma richiede anche peculiarità che non tutti possono vantare. Può servire il giusto spazio per comprenderle. Non è un caso se Morata, già avvezzo alla situazione, abbia trovato immediatamente l’amalgama. L’estate è volata via in un soffio anche perché la stagione precedente si è conclusa soltanto il 7 agosto per ricominciare alla metà di settembre. Insomma, un tour de force su cui pende come un macigno la spada di Damocle del SarsCov2. Siamo in continua balia degli eventi. Questo non può che essere distruttivo per una squadra con il compito di crescere e maturare. Rispetto a una possibile sospensione del campionato, Gravina ha recentemente trattato di Piano B e Piano C. Ha affermato che occorre essere ottimisti come a lasciar trasparire la speranza che questi rimangano chiusi nel cassetto dell’eventualità, ma non è una certezza assoluta. Il Presidente della Figc non ha voluto spiegare in cosa consisterebbero, ma si potrebbe pensare a playoff e playout. In un torneo simile a quello attuale diventa complicato riuscire a rientrare negli spareggi Scudetto. Mi spiego: le rivali sono forti e agguerrite. Il livello è molto più equilibrato rispetto al recente passato. Si badi alla rinascita del Milan o al Sassuolo dei sogni. L’Atalanta non vive il miglior momento della sua favolosa storia recente, ma è pur sempre la Dea. La Lazio sembra essersi ritrovata proprio nel momento più complesso e nella bufera legata al covid-19. E’ lo specchio del suo allenatore: tenace. La Roma sta crescendo presentando proprio la “grande bellezza” della Città che rappresenta. Il Napoli è un osso duro. L’Inter barcolla, ma non molla. Ci sono tutti gli ingredienti per una grande lotta punto a punto che la Juve può vincere solo se la corsa è lunga. Più che velocisti, i bianconeri somigliano a maratoneti. I dubbi legati ai vari Dpcm e alle ASL sicuramente non agevolano l’operato di Pirlo. In tutti i Paesi si pare andare nella direzione di salvaguardare il pallone. Nessuna delle Leghe top ha visto sospesi i campionati. Questo non può che agevolare la serie A. Diventa molto complesso pensare di vantare l’unico torneo bloccato. E’ chiaro che, se accadesse una situazione simile, i grandi campioni o le future promesse farebbero carte false per abbandonare la nave e dirigersi verso lidi più tranquilli. Mi stupirei del contrario. Per quanto concerne il tema delle Aziende Sanitarie Locali, invece, ho un’idea particolare. Credo che la differenza tra i blocchi attuali e quello che ha coinvolto il Napoli sia piuttosto palese. Qui si sta trattando di una “bolla” che sarebbe rotta in vista delle convocazioni in Nazionale. I giocatori venuti a contatto con il caso di positività, quindi, uscirebbero dal gruppo-squadra per entrare in uno nuovo. Lo stesso, invece, non sarebbe stato se i campani avessero avuto la possibilità di scendere in campo a Torino. La sentenza della Corte d’Appello della Figc è abbastanza palese e non lascia grande spazio all’interpretazione. Il dispositivo è ancora più diretto rispetto a quello redatto da Mastrandrea, Giudice di Primo Grado. Si parla di violazione del principio di lealtà sportiva e di “alibi” che i partenopei si sarebbero creati per non disputare il match. La partita, però, è ancora lunga. Si attende, infatti, un possibile ricorso al CONI e, di seguito, persino alla Giustizia Ordinaria. Probabilmente, il comportamento tenuto dall’Asl romana che ha impedito ai giallorossi di aggregarsi alla Nazionale, invece, ha salvaguardato gli uomini di Mancini. Considerata la positività riscontrata in Lorenzo Pellegrini, se questi si fosse aggiunto al gruppo azzurro, avrebbe potuto essere fonte di contagio. Occorre sempre rimarcare la differenza, che pare abbastanza evidente, tra la forte circolazione virale all’interno della medesima compagine e quella che, invece, più raramente attacca gli sfidanti. Non sono un esperto della materia, ma mi sembra che i dati si dirigano verso una simile direzione. Alla stesura dei calendari ero contrario ma, osservando l’evoluzione della realtà, considero insindacabile il parere di chi criticava una sosta per le Nazionali durante questo terribile momento pandemico. Si sarebbero potute trovare altre finestre evitando di correre rischi o ricadere in sgradevoli situazioni. Non credo, però, che le Asl adotterebbero un comportamento simile nel corso del campionato, ma il dubbio è legittimo.

TRASFORMARE LA POTENZA IN ATTO

Aristotele sosteneva che occorre trasformare la potenza in atto. Detto delle difficoltà di eseguire attualmente una simile operazione, le prerogative perché la Juve riesca nell’impresa sono facilmente riscontrabili a patto che il covid-19 non interrompa o modifichi la stagione. La squadra sta lentamente trovando il giusto amalgama. Nonostante il pareggio contro la Lazio, i bianconeri hanno mostrato la miglior prova da inizio annata. Il 3-5-2 inizia ad assomigliare a un abito su misura per questa magnifica compagine di giovani. Sczcesny e Buffon sono una garanzia. Demiral, Bonucci e Danilo rappresentano un terzetto ben assortito. Quando de Ligt rientrerà probabilmente il turco si accomoderà in panchina perché il brasiliano sembra aver trovato una nuova giovinezza da centrale. Purtroppo Chiellini pare sempre più attanagliato nei suoi problemi fisici ma, con il ritorno di Alex Sandro, potrebbe esservi pure quella alternativa. Il numero 19 è perfetto nell’impostazione. Forse non ha la precisione chirurgica di qualche stagione fa, ma l’esperienza si nota. L’ex terzino del Real sembra uno stopper del calcio antico. Si getta spesso a caccia della sfera e con incredibile frequenza trova l’anticipo nei tempi giusti. Riesce anche a uscire palla al piede e imbastire così buone transizioni offensive. Il fisico dell’olandese, invece, sarà molto utile nel gioco aereo. Cuadrado e Chiesa sono 2 autentiche ali che possono pure trovarsi in contemporanea sulla linea degli attaccanti. Il dispendio fisico del colombiano è encomiabile. Non so veramente come riesca a salire e scendere da quella corsia laterale per migliaia di chilometri nel corso dei 90 minuti. E’ vero che da un suo errore è nato il gol di Caicedo con cui, domenica scorsa, i biancocelesti hanno pareggiato, ma il mancato intervento su Correa può pure essere dovuto a un’assenza di forze dopo aver spremuto ogni singola energia rimasta in corpo. Federico può crescere ancora parecchio, ma ha già mostrato ottime qualità. La mediana è forte. Non sono tanti a sostenere la mia tesi, ma ritengo sia così. Arthur è chiamato a dirigere le operazioni. Il medesimo ruolo può essere ricoperto pure da Bentancur. Volendo i 2 possono persino coesistere. Devo ammettere che Kulusevski mi ha piacevolmente sorpreso proprio nel ruolo di mezz’ala. Riesce a spezzare il costrutto avversario, ma in particolare a ripartire con strappi feroci. Sono le medesime caratteristiche di Rabiot. Il francese, però, deve dare maggiore continuità alle sue prestazioni e vivere più giornate di grazia. Ecco, poi, Mckennei che è in grado di ricoprire il ruolo una volta facente capo a Vidal. Sono necessarie le dovute proporzioni, ma rappresenta un’alternativa valida e importante anche per differenziare tatticamente la fase di possesso. Nessuno dei suoi colleghi di reparto vanta, infatti, simili caratteristiche d’inserimento. Ramsey, invece, continua a essere falcidiato dagli infortuni.

LA COPPIA DEI SOGNI E L’ENIGMA DYBALA

Si giunge così all’attacco dove ha residenza quella che credo sia una delle coppie più forti al mondo. Il riferimento è a Ronaldo e Morata. Penso che i 2 si trovino piuttosto bene. CR7 si sta adattando a non partire largo a sinistra, ma a svariare su tutto il fronte offensivo facendo da spalla e raccogliendo le sponde di Alvaro. Questi è un cecchino d’area di rigore e si comporta con il lusitano proprio alla stregua di quanto faceva un tempo con Tevez. Sfrutta gli spazi creati dal compagno che attrae su di sé i difensori avversari. A volte lo si vede comparire davanti alla porta rivale come se sbucasse da un’altra dimensione. E’ una dote magnifica. Regna il caos, però, intorno a Dybala. Non penso soltanto all’errore di domenica scorsa che, in una perfetta combo con Cuadrado e Mckennei, ha aperto le danze al pareggio di Caicedo. Il problema è rappresentato ancora una volta dalla continuità. La Joya alterna momenti fantascientifici a cali profondi. Questo è sempre stato il dilemma della sua giovane carriera che non gli consente tutt’ora di essere nell’olimpo degli eletti. Le potenzialità sono infinite. Basti pensare a certe espressioni di calcio mostrate nel corso del tempo, ma troppo sovente sono estemporanee o frutto della magia del periodo. Certamente la natura non è mai stata alquanto benevola con l’argentino. Spesso ha patito problemi muscolari. Come se non bastasse, il covid si è accanito su di lui e ora anche un’altra infezione non legata, fortunatamente, al maledetto virus. Questa Juve che cresce continua ad attendere fiduciosa che la sua stella possa finalmente trovare la stabilità mancante.