Il cammino della Juventus in Champions League è imprevedibile come il meteo in un giorno di primavera. Si può passare dalle nubi alla luce più piena nell’arco di un tempo ristretto. La Vecchia Signora è come un equilibrista che cammina su un esile filo ad altezze spropositate. Riuscirà a raggiungere l’altra sponda della montagna? Solo il tempo fornirà risposte più dettagliate e approfondite.

E’ strano, ma è così. Di solito i piemontesi sono l’emblema della continuità. Sono macchine perfette che non sbagliano un colpo e, in Serie A, si vive questa situazione anche nella stagione attuale. Il discorso europeo è diverso. Se si pensa all’ultima versione dei bianconeri che ha raggiunto la finale di Champions persa contro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo, si notano tutte le differenze con questa Juve. In quella edizione della massima competizione continentale per club, Higuain e compagni sono giunti all’ultimo atto da imbattuti. Hanno chiuso la kermesse con 9 vittorie, 3 pareggi e la sconfitta di Cardiff. Pure la prima Vecchia Signora di Allegri, che ha perso la finale di Berlino contro il Barcellona, ha avuto un percorso più definito rispetto a quello attuale. Se nel girone ha faticato, dagli ottavi sino alla sfortunata gara tedesca, non ha conosciuto sconfitta. Quattro successi e 2 pareggi le hanno consentito di raggiungere la Capitale teutonica dove Rakitic, Suarez e Neymar hanno spento ogni sogno di gloria.

In questa stagione tutto appare diverso. In un girone che si sta rivelando come molto complesso (Juve e Manchester United sono qualificate ai quarti di Champions, mentre il Valencia è al medesimo punto dell’Europa League), i piemontesi hanno iniziato con il piede a tavoletta sull’acceleratore. I Campioni d’Italia hanno spaventato l’Europa e sono stati considerati, giustamente, come una seria candidata alla vittoria finale. In 10 contro 11, la squadra di Allegri si è imposta 2-0 al “Mestalla” contro il Valencia. Nella seconda giornata ha strapazzato, 3-0, lo Young Boys poi ha trionfato 1-0 nello “stadio dei sogni” contro i Red Devils. Insomma, tanta roba, ma la Vecchia Signora non aveva fatto i conti con quel “guastafeste” di Mourinho. Dopo una gara dominata dagli italiani, il Manchester United ha sbancato lo Stadium ribaltando il risultato nei minuti finali. Per i bianconeri, l’incidente di percorso non ha avuto grandi ripercussioni sulla graduatoria del girone, ma pare avere provocato un cedimento nella struttura delle sicurezze che, a seguito dell’arrivo di Ronaldo, la squadra si era creata. Battendo 1-0 gli spagnoli, la Juve ha centrato il passaggio del turno, ma nell’ultima giornata è stata sconfitta 2-1, in Svizzera, dal non irresistibile Young Boys. E’ vero che la gara non aveva alcun valore in termini di classifica, ma ha segnato comunque il secondo passaggio a vuoto nella competizione. Dopo la sosta invernale, i fatti sono arcinoti. CR7 e compagni sono riusciti a ribaltare un 2-0 patito a Madrid, contro l’Atletico, con un clamoroso ed entusiasmante 3-0 casalingo. Risultato: allo stato dell’arte, il cammino bianconero in questa Champions ha visto 5 vittorie e ben 3 sconfitte. Poco equilibrio.

E’ chiaro che il pensiero odierno del mondo juventino è: “Come sta Cristiano Ronaldo?” Dopo l’infortunio alla coscia destra patito ieri durante la gara del suo Portogallo contro la Serbia, l’ansia della Vecchia Signora è a livelli stellari. Il lusitano ha rassicurato tutti affermando di conoscere il suo corpo e che tra 2 settimane sarà regolarmente in campo. Quindici giorni sono proprio il periodo di tempo che separa i Campioni d’Italia dalla gara di andata dei quarti di Coppa contro l’Ajax. Presto, però, si saprà di più. E’ logico e scontato che l’assenza di Cristiano sarebbe uno psicodramma. Non verrebbe a mancare solo il calciatore più forte e decisivo del roster bianconero, ma pure la guida, il leader del gruppo. La speranza è quella di averlo a disposizione nella migliore condizione possibile. Restando sul capitolo infortuni, i bianconeri dovrebbero recuperare Khedira. Permane il dubbio, invece, relativamente a Douglas Costa.

Dybala e Mandzukic? E’ chiaro che, per questo rush finale, Allegri avrà necessità del supporto di tutto il gruppo. La Joya e il croato sono i 2 calciatori apparsi più in difficoltà nell’ultimo periodo. Questa sosta per le nazionali avrà consentito loro di rinfoltire il serbatoio psicofisico e di tornare a essere giocatori in grado di marcare la differenza? Già le prossime 3 gare di campionato che anticiperanno il match di Amsterdam saranno utili a fornire risposte importanti.

All’opposto, Bernardeschi e Kean stanno attraversando un momento straordinario. Sia con la nazionale che con il club, i due italiani vivono un periodo da sogno e i complimenti si sprecano. Mancini ha persino affermato come il giocatore di Carrara meriti assolutamente la maglia azzurra numero 10. Si parla di un encomio davvero importante. Senza nulla voler levare a questi 2 ragazzi che si stanno apprestando a diventare campioni, la Juve difficilmente può permettersi di gettare responsabilità di Champions League sulle loro spalle. Federico e Moise devono rappresentare i valori aggiunti in grado di aiutare i compagni a centrare l’impresa, non i soggetti protagonisti. Altrimenti, il rischio è pure quello di “scottarli”.

Si chiude con il capitolo relativo alla continuità nelle prestazioni a livello di gioco e di identità. E’ una tematica assolutamente di prim’ordine. La doppia sfida contro l’Atletico Madrid rappresenta l’emblema della stagione juventina e non è certo un biglietto da visita rassicurante. Qual è la vera versione bianconera? Quella timorosa, fiacca e contrita del “Wanda Metropolitano” o quella coraggiosa, tecnica e devastante di Torino? E’ una risposta che si attende con gradita e cortese sollecitudine. Anche da questo punto di vista, le prossime 3 sfide di serie A potrebbero essere un indicatore.

Insomma, pare di camminare su un pavimento di cristallo. E’ tutto un equilibrio precario e se la Juve non trova un po’ di continuità diventa difficile pensare che Allegri possa sempre avere il colpo di genio in grado di risolvere, con la tattica, una sfida di Champions. Il potenziale per il trionfo finale, se non per qualche problema sulla mediana, esiste, ma occorre recuperare equilibrio. Sì, si può proprio dire che, al momento, la Juve è la mina vagante della Coppa.

Ah, vero. Il tutto senza considerare che occorre sempre superare quella classica paura-ossessione che attanaglia la Juve europea...