Manca una settimana all’esame. L’ansia cresce.
Da sporadico che era, il pensiero inizia a diventare come un chiodo fisso che viene martellato sempre più nel profondo del cervello. Altre squadre hanno già iniziato ieri la loro sessione di Champions. Per tutte, il primo parziale lascia aperta ogni possibilità. Li hai osservati con attenzione. Hai ascoltato le domande. Li hai studiati accuratamente. Ti sei creato un’idea di quelle che potrebbero essere le difficoltà e delle situazioni da migliorare. Questo, però, ha avuto l’effetto negativo di capitombolarti definitivamente dentro il contesto. Ora niente potrà distarti. Non riesci più a emergere perché quella prova, per te, è un’ossessione. Oggi ulteriori 4 compagini saranno sottoposte a medesimo trattamento. Non vorresti assistervi. Preferiresti distrarti guardando un film o uscendo con gli amici. Sarebbe anche logico perché hai studiato tanto, ma non riesci. L’apprensione è come una calamita. Ti trascina nel frullatore e ormai sei al suo interno. Sei in una sabbia mobile e così ti piazzi davanti allo schermo con quella bibita che avrà un sapore diverso e una pizza che cerca, con il suo gusto tanto amato, di alleviare l’ansia. Questa volta è il turno di una delle tue migliori amiche, l’Atalanta. Toccherà a chi è più vicino. Avete studiato a lungo insieme disputando lo stesso torneo quindi puoi ottenere risposte persino più efficaci. Domani, invece, vi sarà un’altra materia alla quale non ti devi sottoporre. Nel weekend sarai chiamato ad affrontare un diverso parziale di una disciplina nella quale hai sempre rasentato la perfezione, la serie A. E’ così anche ultimamente, ma è cambiato il professore. Il docente attuale è più duro ed esigente. Pretende un livello di conoscenza davvero minuzioso e non ti puoi permettere di fallire perché la media non lascia estrema serenità. Ti vorresti concentrare sull’esame della prossima settimana, ma devi mantenere l’attenzione su 2 situazioni. Questo complica ancora maggiormente i piani e l’ansia cresce. Dopo la “verifica” tanto temuta ve ne saranno immediatamente altre 2 ugualmente complesse chiamate Inter e Milan. La seconda, in Coppa Italia, è senza possibilità di un ulteriore appello. Che periodo!

Sembra uno scherzo, ma bando alle ciance… E’ ciò che sta accadendo nella mente dell’apprensivo tifoso juventino. E’ l’analisi della psiche dell’appassionato che tanto ama la “sua” Vecchia Signora da sentirsi parte del gruppo e della famiglia bianconera. Ora inizia il momento più difficile dell’anno. Prende avvio la fase in cui il sogno tanto cullato dal giugno precedente, quando il calciomercato iniziava a palesarsi sulla soglia dell’estate, potrebbe diventare realtà. Sono 9 mesi che il supporter sabaudo attende la resa dei conti. Eccola. Sta per arrivare fredda come quell’inverno che quest’anno non si è mai realmente presentato.
Ah la Coppa Campioni… Bella e irraggiungibile. Tremenda adorata che concede tanti balli, ma mai la possibilità del vero amore. Ogni volta ci si prova con tutte le energie a disposizione, ma lei le respinge come se fosse una storia proibita. Gli amici calcano la mano e gettano sale nelle ferite: “Come mai la Champions League tu non la vinci mai?” Il tutto cantato sulle note di L’Amour Toujours di Gigi D’Agostino. Quanto rode. Si rosica come se si stesse masticando un pezzo di legno. Eppure le loro squadre non battono mai la Juve che in campionato le domina da 8 anni, ma quella Coppa resta il l’appiglio al quale si aggrappano con ogni forza. E’ l’ancora di salvezza. E’ il periodo di massima libido stagionale talmente elevata da cancellare gli altri mesi di patimento. Per il tifoso bianconero, ormai, l’effetto è quello opposto. L’esclusione dalla massima competizione europea per club è tanto dolorosa e difficile da digerire che lava con un colpo di spugna tutte le altre soddisfazioni.

Insomma, per il supporter juventino, la Champions è un’ossessione. Quando un pensiero assume contorni simili diventa pericoloso e allontana sempre più dall’obiettivo. Determina il rimuginio che è una riflessione costante sul medesimo argomento. Tale meditazione è talmente insistente da provocare l’abbandono del contesto generale. La mente si concentra troppo sui dettagli perdendo l’orientamento e il ragionare diventa come un naufragare infinito in un oceano senza meta. Qualcuno obietterà giustamente che, trattandosi di un problema dei tifosi, non riguarda direttamente i giocatori quindi non può avere influenza sulla squadra. In effetti … Non ci si può però dimenticare che i supporter sono i veri protagonisti della vicenda. Senza di loro il calcio non avrebbe senso. E’ chiaro che, ricoprendo un ruolo così importante, non possono non influenzare chi poi deve direttamente operare. Giuridicamente si potrebbe quasi affermare che l’atleta scende in campo “in nome e per conto” dei suoi tifosi. Essendo dotati di umana intelligenza e sensibilità, gli uomini di Sarri percepiscono i sentimenti di chi è loro vicino. Non sono automi avulsi dalla realtà e programmati solo per praticare il gioco del pallone. Non penso sia necessario formulare esempi su una tematica alquanto scontata, ma basti osservare la reazione mostrata domenica scorsa da Dybala nel momento in cui lo Stadium pareva fischiare i suoi beniamini. Il gesto della Joya è sembrato palese. La richiesta è stata quella di non proseguire in un comportamento che probabilmente lo infastidiva nel profondo. Per carità, chi si reca ad assistere a un match ha tutto il diritto di manifestare la sua opinione con atti leciti ed educati. Detto questo, è altrettanto evidente che il giocatore percepisce la situazione e può subirla in vario modo. La squadra di calcio è un sistema complesso. I tifosi sono parte di esso e ogni componente ha un’influenza sull’altra.

La mente comanda il corpo. Quando si è psicologicamente sereni, si affronta ogni situazione in maniera migliore e questo benessere è percepito pure dal fisico che sembra esserne pienamente coinvolto. La Juve deve mantenere la serenità. Le notizie che giungono dall’infermeria sono come la manna fatta piovere dal cielo sul popolo ebraico durante la fuga dall’Egitto. Chiellini è ormai pronto e ha disputato persino una parte della gara contro il Brescia. Da quanto emerge, la sua voglia di rientrare a pieno regime è simile a quella del sole di scaldare la terra durante una giornata di luglio. Pare che il difensore abbia voluto fortemente scendere in campo negli ultimi minuti della partita contro i lombardi e chissà che, vista anche la squalifica di Bonucci, per lui non possa esservi un minutaggio più ampio già sabato contro la Spal. Domenica scorsa, lo Stadium ha salutato con un boato il ritorno del Capitano e questo non può che stampare un grande sorriso sulla faccia del popolo bianconero. Non è finita qui … Stando al sito ufficiale della Juventus, ieri Khedira e Bernardeschi si sono allenati con il gruppo. Che notizia fantastica! Qualche esperto di calcio più preparato del sottoscritto potrebbe pure contestare, ma resto convinto che la mediana sia il vero motore di una compagine. Quando il centrocampo gestisce la situazione in maniera positiva, ne giova ogni singola fase di gioco. Quello è il reparto cardine. I recuperi di calciatori come il carrarese e il tedesco rappresentano un’iniezione di fiducia non indifferente. Sarri avrà a disposizione 2 alternative importanti soprattutto dal punto di vista tecnico anche perché sono uomini che possono assecondare le richieste dell’allenatore toscano. Nel nuovo ruolo di mezz’ala, il numero 33 pare esprimersi positivamente e Sami è mancato molto nel lungo periodo di assenza. Non è un caso se dal momento in cui è rimasto ai box, la Vecchia Signora ha avuto un calo. Sarebbe semplicistico affermare che sia dovuto esclusivamente alla sua mancanza, ma di certo il teutonico può essere determinante nello scacchiere sarrista così come lo sarebbe Pjanic visto a inizio stagione. Il bosniaco potrebbe esserci per l’impegno di Lione.

A proposito dell’attuale momento di empasse bianconero: perché la Vecchia Signora forte e spavalda della prima parte di annata ha lasciato spazio a una Juve più timorosa che, a tratti, pare un gattino impaurito? Se si osserva il film bianconero del 2019-2020 si nota, per esempio, il secondo tempo disputato al “Wanda Metropolitano” contro l’Atletico Madrid. I Campioni d’Italia giocarono in maniera egregia portandosi sul 2-0 per poi essere rimontati dai Colchoneros e il match terminò 2-2. Anche le sfide interne contro Bayer Leverkusen e Lokomotiv Mosca furono manifesto di una grande Juve che si vide a tratti pure in Germania nella partita di ritorno vinta contro i rossoneri. Il calcio non è matematica e voglio chiarire subito che certi dati non possono essere una perfetta fotografia della situazione perché i contesti si modificano in maniera evidente anche in un breve lasso temporale. Detto questo, nemmeno il Liverpool campione d’Europa è riuscito a uscire indenne dal fortino degli uomini del Cholo. Anzi, i Reds non hanno neanche bucato la difesa biancorossa e la sfida è terminata 1-0 per i padroni di casa. I teutonici affrontati dai bianconeri nel girone di Champions occupano il quinto posto in Bundesliga, ma la graduatoria è molto corta e si trovano soltanto a 6 punti di distacco dal Bayern Monaco capolista. Qualche giorno fa sono riusciti a sconfiggere il Borussia Dortmund che ha dimostrato ieri contro il Psg di essere avversario tutt’altro che semplice.
Il cammino juventino di questa stagione ricorda, ahimè, quello dell’annata appena trascorsa con la Vecchia Signora che visse una seconda parte su livelli molto meno efficaci rispetto alla prima. Qual è il motivo? Trecentosessantacinque giorni fa Allegri si poteva appellare ai tanti infortuni che colpirono la sua compagine durante la primavera, la speranza è che Sarri non viva la medesima sfortuna. Come sostenuto precedentemente, le notizie che giungono dall’infermeria sono rassicuranti e l’esperienza insegna quanto questa rappresenti una notizia positiva. La ricetta del successo potrebbe essere completata dal fattore psicologico. I Campioni d’Italia devono mantenere la serenità e non farsi cogliere dall’ossessione, dall’ansia e dal rimuginio che ne consegue. Come già più volte affermato, questa lotta serrata in campionato con Lazio e Inter potrebbe paradossalmente essere d’aiuto contribuendo a “distrarre” i bianconeri dallo spettro del fallimento continentale. Qualcuno potrà sostenere che le situazioni non sono collegate, ma pure l’Europeo può rappresentare un toccasana per i giocatori della Vecchia Signora. E’ la classica seconda chance. Se la Juve non dovesse riuscire nell’obiettivo di centrare la Champions, molti dei suoi calciatori avrebbero immediatamente l’opportunità di mostrare il loro valore a livello internazionale grazie alla kermesse itinerante e a livello mentale non è certo un dettaglio da sottovalutare. Quella attuale, poi, non è l’ultima opportunità in Coppa Campioni per i bianconeri. La società pare infatti abile nel riuscire a gestire l’aspetto economico onde evitare pericolose crisi dovute al mancato successo nella competizione.
I motivi per affrontare la situazione in modo sereno quindi sono tanti e tutto sommato, per quanto riguarda la rosa bianconera, pare avere ragione Klopp …