Dopo 5 mesi di guida tecnica affidata a Maurizio Sarri, seguita alla tanto agognata rivoluzione filosofico-calcistica invocata, bramata e poi acclamata dal fervido movimento juventino anti-allegriano, passeggio divertita qua e là con la tastiera tra siti web e social tematici, trovandomi di fronte a tanto repentini quanto intempestivi dietro front, fatti di "Allegri questi punti non li avrebbe mai persi" "Con Allegri non avremmo subito tutti questi gol" "Con Allegri il risultato era sempre in cassaforte" "A questo punto sarebbe stato meglio tenerci Allegri" (magari le consecutio temporum non erano sempre utilizzate  così correttamente, ma vabbé...)!

ALT! FERMI TUTTI! UN BEL RESPIRO PROFONDO E...

1. Indietro non si torna e guai se così fosse.

2. Pur non avendo mai nascosto la mia stima incondizionata per il tecnico livornese, sono sempre più convinta che la decisione assunta lo scorso maggio di non proseguire il rapporto nella stagione corrente sia stata corretta nell'interesse di tutti e soprattuto, a conti fatti, proprio di Max Allegri, il quale del resto, non caso, in una delle ultime conferenze stampa seguite al suo esonero, aveva dichiarato di avere accettato di buon grado la scelta societaria, perché anche lui era consapevole che se si fosse andati avanti ancora insieme, presto ci si sarebbe trovati di fronte a problemi di difficilissima soluzione.

Lì per lì avevo attribuito quella dichiarazione più che altro all'orgoglio di un uomo ferito che aveva cercato di vestire di logica un colpo inatteso; oggi, a posteriori, devo invece con compiacimento ancora una volta evidenziare l'acume del personaggio a me tanto caro; è presumibile infatti che, nel corso delle riunioni fiume da cui era scaturita la scelta di separarsi, la dirigenza aveva messo sul tavolo le proprie strategie (?) di mercato, che evidentemente non avevano minimamente convinto il livornese sulla bontà del progetto rispetto agli obiettivi da raggiungere.

Tant'è che qualche settimana dopo è stato annunciato l'ingaggio di Maurizio Sarri, vale a dire l'antitesi calcistica (e non solo, ma questo è discorso di pura valutazione femminile che nulla ha a che fare con ciò di cui stiamo disquisendo...) di Massimiliano Allegri.

Bene, benissimo, finalmente si cambia! Faremo un mercato faraonico e daremo a Maurizione ciò di cui ha bisogno per portarci in cima all'Europa!!!

E invece, al di là di Matthias De Ligt, giovane virgulto di grandissima prospettiva ma ancora tutto da modellare (e comunque pagato a carissimo prezzo), la società si è ancorata ad ingaggi faraonici in favore di parametri zero, tentativi falliti (grazie al cielo) di cessione di esuberi, quali Higuain e Dybala, rientri di bandiere pluriquarantenni e niente più.

Come pretendere quindi dal nuovo tecnico il tanto ambito salto di qualità, senza averlo messo in condizione di poterlo operare? In difesa, l'infortunio di Chiellini lo ha costretto a buttare immediatametne nella mischia il diciannovenne olandese, schierandolo nel centro-sinistra e così alterandone la posizione naturale, affiancandolo inoltre a Bonucci, che tutto è fuorché un indomito marcatore, con il che esponendolo a non pochi rischi (consideratane l'inesperienza), acuiti dalla scelta di marcatura in area rigidamente a zona. Sull'esterno destro Cuadrado è risultato tanto encomiabile per generosità e dedizione, quanto  poco lucido ed affidabile in termini di continuità, non essendo quello il suo ruolo, dall'altra parte Alex Sandro sta ribadendo la solita (disarmante) incostanza di rendimento.

A centrocampo, l'unico giocatore di qualità è Pjanic, il quale però (come negli scorsi anni) quando utilizzato con continuità, a lungo andare denota i propri limiti fisici e atletici; gli si affianca a sinistra Matuidi che, al contrario, è instancabile quanto a corsa ed interdizione ma assai carente sotto il profilo tecnico (per usare un eufemismo...); l'altra mezz'ala è stata individuata nel fido Kedhira, la cui intelligenza calcistica è antitetica alla sua totale mancanza di dinamismo, e, dopo l'infortunio, in Bentancur, che in questo momento sembra avere effettivamente una marcia in più (ma che si è appena fermato ai box); Emre Can appare ormai un cucciolo abbandonato in autostrada. Quanto a Rabiot e Ramsey, c'è da chiedersi se l'aggettivo numerale zero sia da intendersi non tanto riferito alla parola parametri quanto alla loro effettiva utilità ... Davanti, aspettando Douglas Costa (intermittente come le lucine di Natale), l'anarchia di Ronaldo e il rifuto ad occupare la posizione di punta centrale non consente di schierare il 433, così costringendo Sarri a sacrificare a turno Higuain (risorto) o Dybala (in stato di grazia) a vantaggio (?) di un trequartista che però identificare in Bernardeschi appare sempre più mera utopia.

Nel frattempo si sono perse le tracce dell'ariete Mandzukic che lo scorso anno, finché non asautorato fisicamrnte dalle fatiche del mondiale, si era rivelato il partner perfetto per il fuoriclasse portoghese (e che solo a marzo aveva avuto un prolungamento di contratto con tanto di ritocco d'ingaggio...).

Non attribuisco dunque a Maurizio Sarri alcuna responsabilità per la confusione cui stiamo assistendo dall'inizio della stagione. Certo è invece che per fare una rivoluzione non basta mettere al comando un generale, ma bisogna armare anche appropriatamente le sue truppe e se si decide di raggiungere il bersaglio attraverso un pilota di caccia, poi non gli si può chiedere di mettersi alla guida del vecchio carroarmato!