Quando si è tifosi juventini midollari dal 1985 e si è alle soglie della primavera del 2020 non c'è spazio per altri sentimenti che non siano l'amarezza, la rabbia e l'insoddisfazione per un apparente mancato "continuous improvement".
C'è invece parecchia incredulità... Incredulità nel vedere partite tipo Real Madrid - Manchester City dell'annuale edizione della Champions League 2019/2020 e non capire perché da una società talmente strutturata ed organizzata, densa di professionisti qualificati a partire dal Presidente - protagonista appassionato e manager di livello globale per sua indubbia capacità e storia famigliare - non si riesca ad ottenere un paio di cose semplici. O forse alla fine, non così semplici.
La mia risposta opinabile quando il tifoso medio juventino si chiede "perché esprimiamo bel gioco una partita si e 3 no"; "perché facciamo così fatica a superare squadre di minore livello tecnico"; "perché a livello europeo siamo troppo inferiori alle prime 4 top-teams" è molto semplice: bisognerebbe secondo me, come si usa molto dire in ambito Usa, andare "back to basics" ovvero visto che siamo latini ed il calcio è essenzialmente "panem et circenses", tornare alle basi: manca atletismo allo stato puro nei 22 giocatori della prima squadra; i terzini destro e sinistro devono saper abbinare quantità (soprattutto) alla qualità, il cervello in mezzo al campo abbinare qualità (soprattutto) alla continuità, la punta sottoporta abbinare efficacia (soprattutto) alla capacità di saper giocare anche con altri partner di attacco.

Ognuno dei lettori di queste poche righe potrà divertirsi ad abbinare alle figure che ho citato questo o quel giocatore, il succo della questione e la soluzione ai tanti perché di questa stagione un po' transitoria ed instabile della mia amata Juve secondo me è proprio questo: oltre ad un livello di fisicità che latita e che dovrebbe invece essere di molto superiore, manca un sistema di gioco predefinito da parte dello staff tecnico e condiviso dalla squadra, un sistema che potrà non essere integralista vista la quantità degli elementi a disposizione nel rooster juventino (che è, ben si intenda, di primissimo ordine) e che quindi il responsabile tecnico deve saper "affinare" apportando degli scostamenti positivi visto che, anche se magari tutti i giocatori non sembrerebbero funzionali a tale idea o presunto sistema di gioco, sono di gran lunga tecnicamente superiori alla maggior parte delle squadre che incontra. Sciogliere questi nodi porterebbe veramente in alto la squadra.
Ed anche i mozziconi in bocca in eurovisione verrebbero facilmente sopportati da tutti, anche dai (falsi?) tifosi juventini. Perché se si ama la Juve la si ama sempre ed incondizionatamente, al di là dei giocatori e degli allenatori che, ovviamente, si alternano con diversi meriti e fortune.