Così non va. Dopo Sarri e Pirlo in successione al primo Allegri, è lo stesso tecnico toscano che paga dazio per un progetto che manca. Gli errori del passato vengono alla luce solo ora. Si criticava Marotta perché non sapeva vendere, ma comprava benissimo. Paratici né l'uno né l'altro. Il suo operato ha devastato le casse bianconere ed impoverito tecnicamente una rosa che fino a due anni fa era di gran lunga la più forte d'Italia.
Anche quest'anno, però, gli errori non sono mancati. Certo, siamo solo a fine ottobre e magari passato Halloween ritroviamo una Juve battagliera e concreta come un tempo. Ma per ora i numeri sono questi: 14 punti in 10 partite, 3 sconfitte e un -13 dalla vetta che sembra una sentenza sulla stagione.
Cosa manca a questa Juve? Chiellini e Allegri ad Empoli avevano già capito: una squadra!
Si è pensato di rattoppare senza idee, senza un progetto. 3 mesi di attesa per concludere una sola trattativa (Locatelli) che da sola non risolveva i problemi di questa rosa, più Kean per colmare numericamente il vuoto lasciato da Cristiano Ronaldo. Poi il nulla. Molte cessioni in prestito gratuito (discutibili alcune) e poco incasso.

Quali problemi da risolvere?

  1. Il baricentro della squadra è sempre troppo basso, un po' per volere di Allegri, un po' per esigenze tecniche degli interpreti (a parte De Ligt nessuno in rosa è abituato a stare alto).
  2. il centrocampo, presi singolarmente, sono anche tutti forti, ma messi insieme sembrano una raccolta di figurine. McKennie è simpatico, voglioso e sa muoversi senza palla, ma non riesce a gestirla con la qualità richiesta e sbaglia tanto tecnicamente. Rabiot ha un potenziale enorme inespresso e molto probabilmente al francese basta perché di voglia non ne mette. Ramsey lo vediamo giocare con la sua nazionale, ma è fuori dai radar nel club. Gli unici che si salvano, in parte, sono Locatelli (che regista non è), Arthur (rientrato da un infortunio) e Bentancur (che si esalta nei contrasti ma inciampa in errori di impostazione).
  3. Dilemmi tattici Bernadeschi e Kulusevski. Il numero 20 è in ripresa rispetto alle ultime annate, ma ancora distanze da quelle aspettative riposte 5 anni fa. Forse Allegri ha trovato la sua giusta collocazione in campo tra la mezzala sinistra e l'ala sinistra in campo aperto. Lo svedesone, invece, è un pasticcio dietro l'altro. Arrivato con aspettative ben diverse, ma con un ruolo ancora da trovare. E' di tutto un po' e con molti alti e bassi.
  4. Dilemma Chiesa e Dybala. L'attaccante italiano per Allegri è devastante in campo aperto, ma forse in un attacco a 3 può risultare decisivo ancor di più. Rivedo in lui parte che fu Tevez, tecnica e grinta da vendere. L'argentino è il faro di questa squadra. Non sarà Del Piero o Platini, ma ha qualità pazzesche limitate da un contesto non alla sua altezza. Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzarlo trequartista, libero di giocare il suo calcio.
  5. Il centravanti. Morata per il momento è un problema serio. Insistere su di lui ora significa perdere altre occasioni e punti. Kaio Jorge e Kean potrebbero essere, a turno, le soluzioni da sfruttare. Hanno freschezza e voglia di emergere. Quella fame che manca allo spagnolo.

Questa Juve dovrebbe ripartire dalla partita con lo Zenit. Una squadra che non ha mai rinunciato ad attaccare, che aggrediva a centrocampo, che apriva il gioco con buona qualità di circolazione della palla. Servono idee e soluzioni immediate o la situazione, ad Allegri, può sfiggire di mano.