Innanzitutto, vorrei effettuare una precisazione che mi pare doverosa e riguarda ancora una volta l’emergenza legata al covid-19. I numeri si stanno purtroppo rialzando e si vive in uno stato di costante incertezza. Un nuovo lockdown simile a quello di marzo e aprile scorsi è praticamente impossibile perché economicamente insostenibile se non si vuole cadere nel paradosso di provare a risolvere una problematica originandone un’altra che potrebbe avere conseguenze altrettanto deleterie. Ultimamente, il calcio sta vivendo un ritorno al contagio che nei mesi di giugno e luglio aveva lasciato maggiore respiro. E’ inevitabile. Con la crescita della curva epidemica, è assolutamente scontato che anche il pallone subisca le conseguenze. L’importante è riuscire, come in tutte le attività, a contenere il problema senza creare focolai e proseguendo in sicurezza. Come? Con il rispetto dei protocolli che sino a ora stanno funzionando. Recentemente, parlando della possibilità di disputare le Finals delle Coppe Europee anche in futuro, il Presidente dell’Uefa, Ceferin, è stato chiaro. Il massimo organismo del pallone continentale non si farà trovare impreparato. Questo deve valere anche per le varie federazioni nazionali e per tutti i settori. Ora il nemico è noto e non può più contare sull’elemento sorpresa. Se ci si facesse sbigottire come in passato, le responsabilità diverrebbero micidiali e ingiustificabili. A ciò si aggiunge un maggior lasso temporale sul quale fare affidamento per concludere la stagione. Il calendario è sempre molto vincolante, ma non è paragonabile a quello con cui si è terminata la scorsa annata. Mi sembra assolutamente necessario chiarire questo punto prima di ogni altro discorso perché, senza tale prerogativa, è inutile disquisire di qualsiasi tematica non soltanto sportiva.

Qualche giorno fa composi un pezzo sul calciomercato della Juventus. Era piuttosto generalista e, anche se non mi permetterei mai di interpretare le parole altrui, mi pare che qualche Collega Blogger chiese una maggiore precisione. In effetti, quello scritto risultava appositamente non rigoroso in quanto l’obiettivo non era quello di creare una Vecchia Signora ad hoc, ma soltanto di proporre qualche idea o concetto. Diventa praticamente impossibile, infatti, giocare al Fantacalcio sostituendosi ad Agnelli e Colleghi. Come si può creare la squadra perfetta? Le variabili sono troppe e le ipotesi possono essere disattese anche 5 minuti dopo la pubblicazione di quanto redatto. Poi ho riflettuto e pensato che desidero cimentarmi nel detto tentativo. Sono praticamente certo che sia un’opera vana. Le compagini che andrò a disegnare resteranno sulla carta e non vedranno mai la luce. Gradisco, però, l’idea di mettermi alla prova in una novità interessante con la speranza che gli altri Componenti della Community interagiscano ed esprimano le loro gradite opinioni a riguardo.

IL MODULO E’ PURA TEORIA
Partirei da un’analisi generale per scendere nel dettaglio. Il modulo tattico proposto non conta. A fare la differenza è la concettualizzazione del medesimo. Lo schema è soltanto un disegno geometrico che resta sulla carta. Non si tratta di calciobalilla. I giocatori non sono legati tra loro senza possibilità di movimento, ma vantano la più ampia garanzia di espressione del loro pensiero tramite l’attività svolta sul campo. Una nota massima di Vincent Van Gogh cade proprio a pennello: “Non soffocare la tua immaginazione e la tua ispirazione: non divenire schiavo del tuo modello”. L’interprete deve avere la libertà di agire. Studiando il Diritto, si affronta sovente la tematica delle direttive. Si tratta di indicazioni all’interno delle quali gli Stati o altri Enti Territoriali formano la loro normativa con libertà di creazione. Esistono pure opere teatrali che si fondano su un simile principio. L’attore rispetta un canovaccio e su di esso improvvisa. L’atleta non è un automa. Non è un burattino che il tecnico può muovere tramite i fili. Anche uno degli allenatori che lasciano minor spazio all’interpretazione come Sarri, afferma che negli ultimi 30 metri deve regnare l’estro del singolo. Non esiste alcun mister che giochi alla Play Station e, schiacciando i tasti di un joystick, diriga i propri seguaci. Il compito del manager è quello d’impartire un’impronta al team. Deve delineare la traccia, concordare un pensiero filosofico con il gruppo e provare a ricalcarlo lasciando esprimere a ogni componente la sua natura. Ha la necessità di essere fine psicologo per assecondare le esigenze di tutti i suoi uomini. Lo spogliatoio è un sistema complesso e le costituenti si influenzano vicendevolmente. Da una scintilla impazzita potrebbe distruggersi l’alchimia. E’ utopistico pensare alla squadra come a un insieme di robot che puntano indistintamente verso un’unica direzione. E’ logico che lo scontro è parte essenziale della collaborazione e della crescita, ma dev’essere direzionato nella corretta maniera. Se non vi fossero “screzi” e successivi ricompattamenti, il rischio sarebbe quello di perdere gli stimoli e la verve. La discussione è sempre utile al miglioramento. Tramite essa si trova un nuovo punto d’incontro spostando l’asticella più avanti. Per dirla con le parole di Karl Marx: “Non vi è progresso senza conflitto: questa è la legge che la civiltà ha seguito fino ai nostri giorni”.

LE INNOVAZIONI DI PIRLO
I bianconeri hanno stabilito che il mister sarà Andrea Pirlo. In pochi vantano il privilegio di conoscere questo grande campione nelle sue nuove vesti. Il bresciano è infatti alla prima esperienza su una panchina e rappresenta sicuramente una scommessa della dirigenza sabauda. Perché è stato scelto il lombardo? Difficile a dirsi, ma la risposta può essere velata pure dalla sua idea di calcio. Come ho già scritto in più di un pezzo, credo che l’ex regista non sia troppo distante da Sarri nelle sue concezioni di gioco. Il possesso palla sarà il fulcro del suo pensiero. Come detto in uno scambio di opinioni con Fabio Cannavaro, la sfera deve girare anche “dietro alla panchina”. Questo aspetto potrà rappresentare un elemento di continuità importante con il passato e, a causa poco tempo a disposizione, non è una tematica da sottovalutarsi. La differenza tra i 2 tecnici potrebbe essere relativa allo spazio lasciato al singolo. La nuova Juve non sarà ingabbiata in dogmi tattici, ma cercherà di governare il gioco con maggiore libertà d’inventiva. Forse non assisteremo a trame simili a quella che condusse Higuain a segnare contro l’Inter a San Siro: un’infinita serie di passaggi tutti di prima o a due tocchi. Si osserverà un tiki-taka diverso. Una lunga sequenza di scambi, ma meno vincolata nei tempi e nelle giocate. Penso che, come nei primi anni targati Allegri, la squadra presserà gli avversari in alto per cercare un immediato recupero del pallone. Così necessiterà di una quantità minore di spazio da occupare per giungere nei pressi della porta avversaria. Insomma, una continuità diversificata rispetto al recente trascorso.

IL 4-3-3
Che modulo utilizzerà Pirlo? Sempre nel citato scambio di battute con Cannavaro, Andrea ha parlato di 4-3-3. E’ da considerarsi, quindi, come ipotesi, ma potrebbe presentare un grande dilemma. Si tratta della convivenza tra Dybala e Cristiano. Innanzitutto, resteranno entrambi bianconeri? Per quanto concerne il portoghese, una sua partenza rappresenterebbe ormai un assoluto e inatteso colpo di scena. Relativamente alla Joya permane qualche dubbio in più. Le voci su un ingaggio monstre richiesto dal numero 10 sono insistenti, ma il suo agente ha recentemente manifestato la volontà del ragazzo di restare a Torino. Perché non credergli? Per ora gli attaccanti sono parte fondamentale della rosa e devono essere assolutamente considerati nel progetto. L’argentino ha mostrato di non adattarsi alla perfezione al ruolo di ala. Uno dei tanti meriti di Sarri è stato quello di rigenerare il sudamericano avvicinandolo alla porta come una sorta falso nove. Un simile sistema, però, è molto pericoloso perché implica un “rappezzamento” e non una scelta primaria. Proprio per questo eviterei un 4-3-3 che, tra l’altro, è ormai conosciuto dalle avversarie perché tipico delle ultime 2 annate.

IL 4-4-2 MASCHERATO
Credo che tale modello potrebbe rappresentare un’ottima soluzione. Nel 2016-2017, Max Allegri optò per un 4-4-2 mascherato dal 4-2-3-1 che recitava: Buffon; Dani Alves, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Pjanic, Khedira; Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain. In fase di non possesso, le ali divengono centrocampisti coprendo così gli spazi con le linee di centrocampo e difesa formate da un poker di uomini. Nel momento in cui si attacca, invece, la Joya ha la facoltà di scegliere se abbassarsi a impostare o avvicinarsi al centravanti per andare al tiro. Insomma, è più nel cuore della manovra. Se schierato sull’esterno, non è nel vivo del gioco e risulta meno decisivo. E’ chiaro, però, che non si può impostare un concetto di gioco esclusivamente in base alle esigenze di pochi. Esiste una possibilità di 4-2-3-1 che assecondi anche gli altri componenti della rosa? Provo a immaginarmi un’ipotetica formazione tipo: Sczcesney; Danilo/Cuadrado, Bonucci/Demiral, de Ligt/Chiellini, Alex Sandro/Luca Pellegrini/De Sciglio; Arthur/Bentancur, Pogba o Milinkoovic Savic/Rabiot; Ronaldo/Kulusevski, Dybala/Zaniolo, Cuadrado/Bernardeschi; Morata/Higuain. Prendendosi qualche rischio, si può fare. D’altra parte: “chi non risica, non rosica”. Occorrono, però, dei punti fermi. Risparmiando sulla difesa, urge un mediano di fisico e abile a recuperar palloni. I nomi del Polpo e del laziale sono semplici esempi, ma servono uomini di quel livello. E’ imprescindibile, poi, la presenza di una punta così come quella di Zaniolo che pare perfetto per questo modulo. Può essere schierato sia sulla trequarti che largo a destra e, in caso di necessità, si adatta magnificamente alla posizione di mezz’ala o esterno offensivo del 4-3-3. La sua duttilità e il suo valore sono assolutamente appetibili. Se fossi un dirigente bianconero, farei carte false per condurlo all’ombra della Mole. Nel ruolo di centravanti, si assiste a un casting infinito. Chi sarà il prescelto? Continuo a fare il tifo per Morata perché è un bomber da Champions, conosce l’ambiente, ha già militato in serie A e l’anagrafe depone a suo favore. E’ chiaro che non ha il fisico di Zapata, Milik, Jimenez o Dzeko, ma penso non fosse prerogativa nemmeno del Pipa e, nel 2016-2017, tale modulo fece comunque le fortune della Vecchia Signora. C’era Mandzukic, ma l’ariete è così indispensabile o la possanza si può schierare anche in altre zone? Direi che il dilemma principale è lo sforzo da chiedere a CR7. Proprio il croato aveva la grande dote di ripiegare allineandosi ai centrocampisti quando la sfera era tra i piedi avversari. E’ molto complesso domandare un sacrificio simile al lusitano, ma è un campione talmente importante che potrebbe pure pensare di esibirsi in questa nuova veste. Con il trascorrere degli anni, il suo utilizzo non sarà costante e gli altri interpreti sono assolutamente in grado di difendere. Ho mantenuto in rosa Higuain. Perché? Se si decide di schierare il 4-2-3-1 serve un’alternativa alla prima punta titolare. Cristiano non pare troppo propenso a occupare una simile posizione e, con tanti fantasisti, Dybala non può giocare da falso nove. Il rischio sarebbe quello di “pestarsi i piedi” con i compagni. Gonzalo non pare manifestare più i dubbi del lockdown e del periodo immediatamente successivo. Potrebbe alternarsi con l’attaccante titolare. Vi sono 3 competizioni da giocare. C’è spazio per tutti. Sulla lista di partenza restano, invece, Khedira, Ramsey, Douglas Costa e Romero.

LA DIFESA A 3
Un’ultima alternativa potrebbe essere rappresentata dalla difesa a 3. Pirlo e la società, però, dovrebbero prendere una decisione chiara ed evidente in un breve lasso temporale. Ho sempre sostenuto che la duttilità della rosa sia una prerogativa importante ma, quando si imposta un approccio di rivoluzione, urge avere le idee chiare. Sczcesney; de Ligt/Danilo, Bonucci/Demiral, Chiellini/Alex Sandro; Haetebor/Cuadrado, Zaniolo/Rabiot, Bentancur/Arthur, Pogba o Milinkovic Savic/Kulusevski, Gosens/Alex Sandro/Luca Pellegrini; Dybala/Morata, Cristiano Ronaldo/Higuain. Modello interessante. Al netto dei problemi fisici dei membri della retroguardia, con la speranza di riaverli presto integri e in piena forma, anche in questo caso si potrebbe risparmiare sulla difesa fidandosi, al momento, di alternative piuttosto riadattate. Con questo modulo, però, servono varie possibilità molto importanti sugli esterni e si potrebbe sperare di “fare spesa” a Bergamo. L’Atalanta è bottega cara, ma regala preziosi diamanti già abituati a una consolidata idea di gioco. Non si prescinderebbe, comunque, dalla mezz’ala di assalto e dalla punta, ma pure da Zaniolo. L’attacco sarebbe davvero intrigante e non concederebbe qualsiasi punto di riferimento mandando in tilt le controffensive avversarie. Con i 4 nomi proposti, chi agirebbe da prima punta e chi da seconda? Vacci a capire… Sul piede di partenza vi sarebbero i soliti noti Romero, Khedira, Ramsey e Costa. Si potrebbe, però, aggiungere alla lista De Sciglio e, a malincuore, Bernardeschi. Il carrarino è un equilibratore di gioco dal cuore grande a cui non rinuncerei mai ma, alla luce del 3-5-2, uno tra il toscano e Cuadrado è di troppo. Sacrificherei chi ha più mercato.

PAGARE MONETA, VEDERE CAMMELLO
Mi rendo conto che, con tali ipotesi, chiederei esborsi molto elevati ma, se si vuole operare una rivoluzione, occorre mettere mano al portafoglio. Qualcuno afferma: “pagare moneta, vedere cammello”. Sono d’accordo che sia giunto il momento del cambiamento generazionale della rosa e per eseguirlo serve spendere altrimenti il rischio è quello di rompere soltanto il giocattolo.
Juve, il periodo è molto delicato. Sei a un bivio!