Oltre un certo grado la bellezza, come l’eleganza, non è più una semplice sfida all’imperfezione e alla miseria del mondo, ma una provocazione, anzi un oltraggio: ciò spiega l’odio che non poca gente nutre verso di essa. (Mario Andrea Rigoni)
La Juventus, la squadra più vincente e più odiata d'Italia.
La Juventus, tornata a dominare in Italia dopo la "pausa forzata" dovuta ai fatti del 2006, ha pian piano creato di nuovo la sua supremazia in Italia, e si è assestata tra le migliori d'Europa, anche se manca ancora il sigillo più bello. C'è riuscita per vari motivi, (evitiamo battute scontate e fuori luogo), in primis grazie al progetto, all'ambizione e lungimiranza del suo presidente Andrea Agnelli, poi approfittando dei peggiori momenti storici societari di squadre come Milan e Inter, su tutte, e poi anche la pochezza delle romane e del Napoli, che non potrà mai avere i mezzi per essere realmente competitivo. Almeno fino a quando ci sarà Delaurentis.

Un'altra prerogativa della Juventus, a cui si è aggrappata, è stata la strada intrapresa in campo con Antonio Conte. Dopo il 2006, la fame di vittoria, la rabbia, la voglia di dimostrare la propria forza, il tornare a vincere era un'ossessione. Antonio Conte, riuscì a trovare il grimaldello per tirare fuori il 110% per ogni giocatore, in nome di questa rabbia. Con carica agonistica, grinta, corsa la Juve tornò a vincere. Ma fuori dall'italia solo delusioni.
Dopo tre anni arrivò Allegri, che continuò a vincere in Italia, in Europa riuscì a portare la Juve ai vertici con due finali di Champions, nel 2015 a Berlino contro il Barcellona, e nel 2017 a Cardiff contro il Real Madrid. Ma la Juve, vinceva ma non era bella. I detrattori dei bianconeri, puntavano il dito sul gioco e sul fatto che altre squadre giocassero molto meglio. Anche molti tifosi juventini, in realtà, lo pensavano. Forse presi dalla noia di, quattro, cinque, sei, sette, otto scudetti consecutivi, alcuni tifosi hanno iniziato a voler di più delle sole vittorie.
Da una parte un lecito pensiero, dall'altra parte, forse un po' di arroganza e presunzione.

I non juventini, ovviamente, tutti a criticare la Juve per il gioco, ed esaltare il Napoli di Sarri. Il Napoli di Sarri è stato un toccasana per gli amanti di questo sport, non solo per i napoletani. Chiunque abbia visto quel Napoli giocare a calcio, non può non aver apprezzato il livello tecnico e tattico messo in pratica da Sarri e i suoi giocatori. Ma, non ha vinto nulla. Anzi, per alcuni la Juve non avrebbe mai potuto avvicinarsi a quei livelli di gioco, e continuare a vincere.

Ad un certo punto, a Torino, qualcuno ha deciso che lo strapotere Juve sotto il profilo dei risultati non bastava e doveva diventare anche bello. Vincere soltanto non basta più, bisogna essere forti, potenti e belli, belli almeno come il Napoli di Sarri, e allora uniamo il potere alla bellezza, e prendiamo proprio Sarri.
Molti sono rimasti sbigottiti, ma come? Maurizio Sarri alla Juve? L'allenatore più esaltato per il gioco, più esaltato per interpretare l'anti juventinismo, nel senso della filosofia di gioco ora va alla squadra più forte?
E quindi dove ci attacchiamo ora? Forti sono forti, se diventano anche belli, ciaone proprio!! Allora? Allora è iniziato il partito del "la Juve non sarà mai bella come il Napoli" oppure "non sarà mai la Juve di Sarri". Perché, la bellezza unita alla potenza e alle vittorie, sarebbe difficile da digerire per molti.

La Juve non deve essere bella e non lo sarà mai. Uscirà sempre sconfitta in un qualsiasi confronto contro quel Napoli. Ci sarà sempre qualcuno che dirà, che il Napoli era un'altra cosa. Ora le attenzioni sono sull'Inter di Conte, non più antipatico, arrogante e tarantolato, nel cuore dei detrattori della Juventus, è lui il nuovo Sarri.
Pazienza, non si può avere tutto no?