Probabilmente Maurizio Sarri non ci sarà sulla panchina bianconera nella sfida di sabato sera contro il Napoli.
I medici che lo stanno curando per la brutta polmonite che lo ha colpito predicano prudenza e sicuramente lo convinceranno a desistere dal suo intento di affrontare la sua ex squadra.
La forzata assenza del nuovo Tecnico bianconero toglierà un po’ di sale a questa sfida scudetto che arriva forse troppo presto e rischia di non è essere veritiera. Mi riferisco al fatto che di solito lo scontro diretto serve per pesare quello che è il valore intrinseco delle due formazioni, e per capire quale delle due è la più forte e potrà prevalere nel corso del Campionato.

Ma al momento sarà difficile poter fare delle valutazioni precise perché le due squadre, nonostante il debutto vincente in Campionato, hanno dimostrato entrambe delle carenze e di non aver raggiunto ancora la migliore condizione; delle due la Juve è apparsa quella più indietro perché alcune scelte di formazione hanno un po’ sorpreso e la sfida di sabato contro  gli uomini di Ancelotti servirà per capire le reali intenzioni di Sarri e del suo Staff. 
I nodi da sciogliere sono almeno tre e riguardano il ballottaggio  De Ligt – Bonucci in difesa, quello fra Higuain e Dybala in attacco, e in ultimo l’impiego di Ramsey a centrocampo. Sono probabilmente queste le decisioni più complicate da prendere per Sarri e compagnia perché presuppongono una trasformazione quasi radicale della squadra; infatti De Ligt, il nuovo CR7 della difesa, pagato a peso d’oro per strapparlo alla concorrenza delle più importanti Big Europee non potrà sedere a lungo in panchina. Inoltre l’ex capitano dell’Ajax ha già dato segni di insofferenza in una intervista rilasciata nei  giorni scorsi ad un giornale olandese al quale ha confidato che non si aspettava di fare la riserva nella gara contro il Parma.
Non sarà facile per Sarri tenere a bada lo scalpitante tulipano non solo per il “caratterino” che ha già mostrato di possedere, ma soprattutto perché Bonucci, il maggiore indiziato a fargli posto, oltre ad essere uno dei veterani storici della squadra ha mostrato proprio a Parma di essere tornato agli antichi splendori ed è apparso pimpante e determinato come non mai. Senza considerare  che con la sua esclusione la squadra perderebbe in parte anche quella capacità di impostare l’azione da dietro che in passato ha dato diversi buoni  frutti. Anche se non si può disconoscere che come potenza atletica e velocità di base, sicuramente De Ligt gli è superiore. Per cui credo  che Sarri  si comporterà di prudenza come ha già fatto a Parma, e che l’inserimento di De Ligt in squadra avverrà con gradualità e a piccole dosi.

Di diversa natura è il ballottaggio in attacco fra Dybala e Higuain; qui la situazione è soprattutto tattica  e la scelta verso l’uno o l’altro implica anche un diverso assetto della squadra; con la Joya  falso nueve come si è già visto a Trieste, spetta a CR7 il compito di fare a tutti gli effetti  il centravanti, il giocatore più avanzato e il punto di riferimento della squadra, e il ruolo non sembra che gli sia congeniale. Ronaldo, come ha dimostrato in passato preferisce avere davanti a lui una prima punta classica che sia in grado di impegnare i difensori avversari in area e che gli faciliti gli inserimenti in avanti e le conclusioni a rete. Dybala per caratteristiche non è molto adatto per fare questo lavoro, a differenza di Higuain che  ha già dato prova  in precampionato  e nella gara di Parma di intendersi piuttosto bene con Ronaldo sia nello scambio sullo stretto che nella capacità di creare gli spazi a lui più congeniali. Per cui credo che Sarri continuerà ad insistere su Higuain e che Dybala rimarrà seduto in panchina.

L’ultima notazione riguarda Aaron Ramsey, molto atteso sin dal suo acquisto avvenuto lo scorso anno a parametro zero che appare sempre più un oggetto misterioso. L’ultima notizia arriva ancora dall’infermeria e parla di una leggera lombalgia che si dovrebbe risolvere in breve tempo; certo, non si tratta di un malanno grave , ma il ragazzo manca dai campi di gioco dal 18 Aprile scorso quando ha disputato l’ultima partita con l’Arsenal  proprio contro il Napoli  al San Paolo per i quarti di finale dell’Europa League. Si tratta di quasi cinque mesi di assenza che  probabilmente è destinata ad aumentare perché difficilmente sarà convocato per la gara di sabato prossimo allo Stadium. Per cui  tutta la situazione comincia un po’ a preoccupare la Juve,  in primis perché ad oggi  ancora  non ha potuto vedere all’opera il giocatore e  soprattutto  perché questa serie infinita di infortuni comincia ad avvalorare  quella tesi, peraltro già nota,  di una certa fragilità fisica del ragazzo, e non sarebbe una buona notizia.

Anche il Napoli di Ancelotti ha i suoi bei problemi; infatti non deve trarre in inganno la  sonante vittoria ottenuta al Franchi contro la Fiorentina, che ha evidenziato sicuramente una buona salute generale della squadra  ma ha messo in mostra  evidenti limiti di equilibrio tattico. La squadra  è molto bella quando è chiamata ad attaccare; Il centrocampo funziona a meraviglia perché sia Allan  che Zielinski hanno qualità tecniche fuori dal normale e la  capacità di inventare il passaggio filtrante per innescare l’azione di uno  dei quattro attaccanti che gli stanno davanti. Ma il problema tattico sembra stare proprio tra il centrocampo e l’attacco perché  Fabian Ruiz e Callejon  riescono a fare bene sia la fase offensiva che quella difensiva,  mentre Insigne e Mertens molto meno; e da questa situazione nasce un equilibrio tattico precario che si ripercuote anche sulla difesa quando si verifica l’attacco degli avversari. Complessivamente nella fase difensiva il filtro attuato dalla squadra risulta insufficiente, e probabilmente le tre reti subite dalla Fiorentina  stanno a dimostrare che nella fase di non possesso palla c’è ancora bisogno di lavorare  per  mettere a punto bene tutti gli ingranaggi.

Staremo a vedere se Ancelotti riproporrà anche allo Stadium  lo stesso schieramento molto offensivo messo in campo al Franchi, oppure opterà per un assetto più prudente  sia nel modulo tattico che nella scelta degli uomini. Non mi stupirei se contro la Juve il tecnico partenopeo decidesse di giocare con un centrocampista in più, con l’intento di creare una barriera poderosa in mezzo al campo e per cercare di arginare un attacco bianconero sicuramente più forte e pericoloso di quello della Fiorentina.

Come dicevo in premessa, la sfida forse arriva troppo presto, ma è pur sempre una sfida decisiva che è destinata comunque a lasciare il segno su una lotta scudetto che sicuramente vedrà protagonista anche l’Inter di Antonio Conte.