Ancora un'amarezza per la Juve in Champions. I bianconeri devono digerire la sconfitta interna imposta da un Barcellona bravo e fortunato. Lasciatemi subito dire che io vado controcorrente.
Prima Marianella, che come al solito inneggia allo strapotere del Barça, poi Capello e Condò che analizzano la gara gettando la croce addosso a Pirlo. Le sferzanti critiche del dopo partita dimostrano un'esegesi fortemente emotiva dell'avvenimento. Non a caso ho titolato questo mio pezzo: "Morata beffato dalla "legge" del Var". Infatti nessuno, e ripeto nessuno, ha fatto notare che in questo pseudo tracollo juventino si è inserita la fredda tecnologia contemporanea. Sarebbe stato utile rilevare l'incongruenza delle regole Uefa che dividono i tornei europei in figli e figliastri. Per la Champions (con il Var) e l'Europa League (orfana del  Var). Due pesi e due misure inaccettabili, perchè ci portano a riflettere sulla possibile vittoria della Juve, qualora avesse giocato sotto l'egida del regolamento connesso alla competizione minore senza l'occhio vigile di quel sofisticato strumento informatico.
Ecco, qui sta la discrepanza. In aggiunta si deve anche sottolineare che, almeno due delle tre reti messe a segno da Alvaro Morata, sarebbero state, in ogni caso, convalidate da qualsiasi arbitro o guardalinee dotato di un vero e proprio occhio di lince. Insomma, quando si parla di non gioco della Juve, si deve tener conto che proprio i bianconeri hanno sviluppato qualche sana geometria in grado di mettere, per ben tre volte, in zona gol, l'ex giocatore dell'Atletico. Un dettaglio non trascurabile che i più superficiali opinionisti non sono stati in grado di evidenziare.

Detto questo, è però altrettanto importante attenzionare l'opinione pubblica sulle storture che comunque la Juve ha palesato. Le prestazioni rabberciate di Chiesa, Rabiot, Bentancour (da troppi considerato un fenomeno) e dello stesso Kulusevski hanno accentuato una sofferenza imbarazzante, non solo nella dinamica offensiva dei bianconeri, ma anche in quella protezione centrale indispensabile per fungere da frangiflutti ai guizzi di Messi ed alle sollecitazioni offensive dei catalani. Una cosa è certa. L'attuale centrocampo difetta di classe, personalità e fantasiosa lucidità (Pirlo, scendi in campo). Se a tutto ciò si aggiungono le pesanti defezioni di Ronaldo, Chiellini De Ligt e Alex Sandro, sapremo interpretare, in modo corretto,  la sconfitta casalinga della Juve. Tuttavia, aspettiamo prima di emettere disastrose sentenze definitive.
Con il rientro dei pezzi da novanta, avremo un quadro meno nebuloso delle reali ambizioni  stagionali della "Vecchia Signora".