E chi l'avrebbe mai detto. Il modesto Young Boys batte la Juventus impreziosendo questa prestazione con quelli che risulteranno essere i primi e ultimi tre punti di un girone che ha visto per larghi tratti dominare i bianconeri. Una squadra molle e senza mordente quella di Massimiliano Allegri, incapace di avere la meglio contro un avverssario che non aveva alcun bisogno di punti ma solo ed esclusivamente di gloria per poter battere una delle squadre che a detta di molti è tra le favorite per questa edizione di Champions.

Una gara iniziata nel peggiore dei modi per Ronaldo e compagni con l'asso portoghese a divorarsi per tre volte la palla del vantaggio prima che la sciagurata azione di Alex Sandro consegni il rigore per i locali. Da lì un trotterellaare in maniera lenta e prevedibile, un blocco sfilacciato e senza compettezza che rarissimamente si era visto negli ultimi anni. Una trasferta che, anche a detta di Allegri nel lontano pre partita di Juventus-Inter, aveva un'importanza fondamentale per il proseguo di stagione.

Il campo brinato e il contemporaneo passaggio a vuoto del Manchester a Valencia hanno reso la Juventus solamente desiderosa di non farsi male. Di accettare il verdetto del campo in maniera quasi passiva, non attaccando le seconde palle e rincorrendo spesso un avversario che dopo il vantaggio è diventato improvvisamente quasi insormontabile. Una gara in perfetto stile Inter contro il Psv. Ma se è vero che i nerazzurri guarderanno la restante Champions sul divano e i bianconeri vorranno esserne i protagonisti, la domanda sorge spontanea. Si, ma per quanto tempo?

Non esistono sconfitte indolori. Esistono sconfitte sul campo lottando per far sì che questo non accada e terminarle con la consapevolezza di aver dato il massimo. Il Manchester avrebbe potuto recuperare in qualsiasi momento ma l'atteggiamento gladiatorio dei bianconeri si era già spento al 20' del primo tempo con una vita e più da giocare e una qualificazione con il primato del girone fondamentale da raggiungere. 

Le urla di Allegri specialmente nella ripresa non hanno cambiato il copione di una gara che stancamente avrebbe avuto un esito già segnato in quanto una spina staccata in maniera così perentoria è assai difficile da inserire con le giuste frequenze ed intensità. I Red Devils hanno ribaltato la situazione allo Stadium nel momento che i binaconeri si sentivano già appagati del percorso fatto fino a quel momento e fino a quel punro della gara. Ma la Champions è un'altra cosa. La Champions non è un campionato che si può riprendere in qualsiasi momento sfruttando la propria forza. 

La Champions ha un altro ritmo, un'altra dimensione. E ai bianconeri rimarrà il fatto di non aver ottenuto il massimo nonostante le parole di circostanza di fine gara, Allegri compreso, in quanto è stata persa una partita da vincere e l'approccio non è stato quello corretto. 

Il motto della Juventus 'fino alla fine' deve essere rispettato al meglio soprattutto da chi rappresenta attivamente questo credo. Ed il rimanere confinati alla propria confort-zone è un luogo che quest'anno i tifosi non vogliono assolutamente prendere in considerazione.