Di Pirlo ho già detto e tornare sull'argomento è un po' stucchevole. La Juve è un cantiere, ma questo non mi esime dal porre qualche domanda, soprattutto sul capocantiere, sempre che qualcuno possa indicarlo con certezza. Pirlo dice che questa non sarà una stagione transitoria, ma una stagione di ricostruzione. La differenza è netta, perché una stagione di ricostruzione non è necessariamente transitoria, mentre ciò che è transitorio deve essere temporaneo. Mi spiego: se ricostruisco senza aver chiaro il progetto, la ricostruzione può durare anche anni e per definizione il temporaneo implica la brevità. Quindi la preoccupazione non sarebbe solo una questione di tempo. Ma qual è il progetto?

Ecco quindi la necessità di individuare il capocantiere, colui che ha ben chiaro l'obiettivo e muove la Società verso quel fine. Churchill diceva che "il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo". Sono passati poche settimane da quando Pirlo (il Maestro ad honorem, chissà poi perché?) aveva parlato di entusiasmo da ritrovare, come se l'era Allegri e la parentesi Sarri avessero trasformato l'euforia in un processo depressivo. Pochi giorni fa lo stesso Pirlo aveva invitato i giovani juventini ad allenarsi con divertimento, come se l'ambiente fosse ormai una palude avviluppata al pessimismo. La fine di un ciclo?

Vorrei individuare il capocantiere, perché così la Juventus avrebbe non solo uno staff manageriale di livello, ma anche la certezza di un progetto, perché un tifoso può accettare la transizione del momento solo se percepisce una programmazione. Ma individuare il capocantiere sembra complesso. Il Presidente Agnelli conferma Paratici a cui affianca Cherubini per controllare le scelte di Nedved. Insomma, ognuno è accompagnato da un controllore, come se non ci fosse più l'unità ma la divisione, come se la divisione non fosse semplicemente il risultato della confusione. Insomma, un grande ingarbugliamento che mi fa venire in mente quella simpatica battuta che suona così: "se non capite chiedete al vostro capo. Come sempre ci penserà lui a chiedere a qualcun altro". Ma questa non è progettualità.

E se il capocantiere fosse lo stesso Pirlo? Qui mi approprio di un aforisma di Oscar Wilde quando diceva che "l'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione". Molti sostengono che a Pirlo si debba dare il tempo di sbagliare, ma il progetto (quale?) contempla un periodo di vacche magre? Come direbbe il mio amico Giovanni, "al di là dello sport hai ragione... è la Società italiana che sta involvendo", infatti oggi si comunica tanto, ma con poca chiarezza. Cosa vuole la Juventus da questo campionato? Qualcuno l'ha capito?

I giocatori ci sono, ma non in tutti i reparti; la rosa è stata svecchiata, ma quale criterio si è utilizzato? Si è venduto solo per abbassare gli ingaggi o si è venduto sapendo chi vendere per abbassare gli ingaggi? Le opportunità sono state vagliate o si sono spesi soldi solo per coprire certi ruoli? La sconfitta di ieri sera si può considerare un'esperienza di crescita o un inciampo fine a se stesso? Questo i tifosi della Juventus vorrebbero sapere, perché nulla è ancora compromesso. Anzi.

Però fuori il nome del capocantiere.