Ritorno, in modo più articolato, sulla gara vinta dalla Juventus su una Lazio a cui manca sempre qualcosa per rientrare nell'élite del calcio. I peana fuori luogo degli opinionisti sulla Lazio, non hanno tenuto conto dell'ennesimo harakiri della Juve. Dieci minuti di coraggiosa iniziativa laziale e poi l'errore di Kulusewki che ha generato il gol. Nulla di più. Momenti di estasi collettiva degli antjuventini anche a livello mediatico. Ieri sera, tuttavia, ero incazzato nero (termine ormai sdoganato) sconcertato, avvilito, quasi incredulo di come si possa alterare, per non dire manipolare, il risultato di un contatto da rigore incontrovertibile. Massa, con la determinante complicità del Var, ha fatto lo gnorri o se preferite il finto tonto di fronte ad una realtà così solare. Anche il commento di Pardo e di un certo Donati ex calciatore (mai visto né sentito) è apparso giustificazionista nei confronti della decisione del direttore di gara.
No, non ci siamo. Ciò che è accaduto ieri sera non può trovare forme di attenuazione o di palese accondiscendenza in un perimetro sanzionatorio del tutto personale. Gli strumenti visivi e le forme di approfondimento tecnico dovrebbero escludere certi errori (chiamiamoli in modo soft) così evidenti. E allora sorge qualche dubbio. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, come diceva la buon anima di Andreotti. Poi, grazie alla reazione agonisticamente rabbiosa della Juve, tutto si è dissolto nel nulla. Il rigore è stato archiviato frettolosamente, con una sorta di amnistia o di un condono arbitrale di tutto comodo. Anche l'intervento in area su Morata, apparso quanto meno dubbio (per me era rigore ancor più netto del plateale fallo di mano precedente) ha continuato a generare sospetti sulla buona fede arbitrale. Poi la Juve, quando vuole, mette da parte ogni velenosa interlocuzione, privilegiando il gioco che ha consentito ai bianconeri di velare ogni polemica del dopo partita.

Per concludere Massa ed il Var hanno toppato clamorosamente non andando a verificare in piena "scienza e coscienza" le immagini che avrebbero chiarito ogni perplessità. Non si può continuare ad usare metodi di discernimento soggettivo per escludere aprioristicamente l'utilizzo di un sistema collaudato, come supporto sussidiario, nel caso di contestazioni regolamentari. Le regole sul Var così non vanno. Una riforma precisa deve essere messa a punto con l'opportunità degli allenatori di chiedere una o due verifiche obbligatorie nel caso di errori grossolani. Questo per quanto riguarda l'aspetto tecnico sanzionatorio. Sulla Juve c'è ben poco da dire. Avesse giocato sempre con questa intensità, con questo spirito, con questo irrefrenabile dinamismo, si troverebbe a giocarsi il titolo tricolore con il traguardo del decimo scudetto consecutivo a fianco all'Inter. Per il tanto criticato Pirlo l'impresa è ancora possibile. Tre sono le circostanze favorevoli al rientro in zona scudetto: 1° La sconfitta dell'Inter contro l'Atalanta, 2° la vittoria della Juve sul Napoli, 3° riuscire ad imporre un'altro stop a Conte e soci, nella loro venuta all'Allianz Stadium. Componenti essenziali per arrivare ad un solo punto dall'attuale capolista. Sogni, miraggi, visioni oniriche, abbagli, deliri, utopie? No ipotesi sempre possibili. Ci sta tutto.
La vita è fatta anche di speranzose congetture. Una fragile chimera dietro l'angolo, legata soprattutto ad una ritrovata compattezza di gruppo ed un garibaldino assieme d'intenti.