Elias Canetti diceva che “i giorni vengono distinti tra loro, ma la notte ha un unico nome”. Nella dolce, dolcissima notte di Torino, al nome del solito sospetto, Cristiano Ronaldo, si è aggiunto anche quello di Federico Bernardeschi.

Ci sono partite che segnano un “prima” e un “dopo”
nella carriera di uno sportivo e di un calciatore nello specifico. Per l’ex viola, quella contro l’Atletico Madrid ha rappresentato una sorta di esame di Laurea superato a pieni voti. Anzi, con lode. Sì, perché i 95 minuti disputati dal talento di Carrara sono stati un concentrato di qualità, agonismo, senso tattico, spavalderia, personalità e la cosa che più conta: la capacità di incidere, di fare la differenza, quella vera.
Lo ha fatto al 27’ del primo tempo quando con un cross tagliato e potente ha permesso a Ronaldo di volare oltre Juanfran ed indirizzare la contesa.
Lo ha fatto con il moto perpetuo utile per renderlo costantemente un oggetto non identificato (ed assai pericoloso) tra le linee madridiste che con il passare dei minuti diventavano sempre più vulnerabili e percorribili.
Lo ha fatto, infine, con lo strappo su Correa a tempo quasi scaduto che ha generato il rigore che ha sancito l’apoteosi juventina.

Tra i tanti Instagram personali di una serata perfetta o quasi, ce n’è forse uno che testimonia più di altri la leggerezza e sfrontatezza con la quale il #33 ha approcciato la partita. Subito dopo il provvisorio 1-0, Bernardeschi ha provato ad emulare Ronaldo con una rovesciata fuori di poco, fin troppo ambiziosa forse, ma che in fondo era la spia di quanto, il 25enne trequartista (o meglio tuttocampista…), stesse vivendo una serata di lucida onnipotenza tecnica e mentale.

Nell’ennesima serata da leggenda di CR7, in quella che l’esordiente Spinazzola non dimenticherà mai e che Emre Can ha interpretato da cattedratico in entrambe le fasi, c’è anche il timbro, il marchio a fuoco di un talento che ha dimostrato di sapersi trasformare in campione. Di un giocatore che è  diventato Grande. Con la “g” maiuscola.
Ecco perché la notte di ieri sera non ha avuto un unico nome.