Il termine metamorfosi è denso di significato. Come sottolineato dal vocabolario Treccani è la “trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa”. Quando si immagina tale definizione si pensa solitamente al bruco che diviene farfalla. Gli esempi, però potrebbero essere molteplici sia nel campo della zoologia che in quello della botanica. Non si può poi non porre alcun riferimento all’illustre scrittore tedesco Franz Kafka che, con “La Metamorfosi”, trovò l’opera di maggior successo. Il teutonico non fornì un significato positivo a tale voce. Il suo essere un insetto, infatti, tendeva a manifestare la visione che aveva di sé la sua famiglia. Era simbolo di come la società osservasse un certo genere di personalità tanto che, più tardi, un’interpretazione particolare ed estensiva vi collegò pure l’olocausto. In sostanza, qualcosa di assolutamente terribile e sicuramente una delle pagine più buie della storia. Dove manca la libertà, infatti, non può esistere salute. Non voglio naturalmente porre alcun parallelo con la situazione attuale perché sarebbe ingiusto, ma è chiaro che non esiste periodo più difficile per trattare di tali tematiche. Si viaggia su un sottile equilibrio che rischia di essere costantemente varcato da una parte o dall’altra trascendendo in tragedia.

L’EUROPA TREMA

Fortunatamente la metamorfosi juventina non pare avere alcun legame con quella kafkiana. Tutt’altro. Jovanotti cantava “penso positivo perché sono vivo e finché sono vivo”. Questo dovrebbe essere anche il ritornello della Vecchia Signora. E’ una compagine forte che sta attraversando una miriade di cambiamenti tanto da modificare la propria natura. Vuoi che si sia giunti veramente a toccare pure il DNA? Attenzione perché qualche elemento potrebbe far presagire una situazione simile. Si è in attesa di ulteriori sviluppi e per questo ci si dovrà aggiornare ai prossimi mesi. Intanto si può soltanto notare che il girone di Champions League è stato superato in carrozza. Gli uomini di Pirlo hanno strappato il pass per gli ottavi con 2 turni di anticipo e un secco 3-0 contro il Barcellona al “Camp Nou” è valso il primo posto nel gruppo che significa Porto agli ottavi. I catalani, invece, affronteranno il Psg di Pochettino. La carta non gioca. Vero! Anzi, verissimo! Sarà il campo a decretare chi realmente disputerà i quarti e la disavventura con il Lione insegna, alla stregua di quella precedentemente vissuta in una fase successiva contro l’Ajax. Ma, con tutto il rispetto, aver pescato i lusitani potrebbe rappresentare un piccolo vantaggio. Se si guarda alla cabala, poi, si sorride ancora di più dato che, l’ultima volta, le due società si sfidarono proprio allo stesso punto della competizione del 2016-2017 e l’allora squadra di Allegri raggiunse la finale di Cardiff dove, purtroppo, fu demolita dal Real Madrid. Vabbè. Anche la scaramanzia non scende in campo. A farlo è il gruppo e questo sta mostrando aspetti che non si erano mai visti nelle versioni passate. “Pazza Inter amala!” Oddio deve essersi capovolto il mondo! Così, infatti, cantavano i nerazzurri prima dell’arrivo a Milano di Antonio Conte. Ora sono i bianconeri a vivere qualche particolare momento di follia. Come fa questa squadra ad alternare prestazioni alla stregua di quella vista in casa contro la Fiorentina, alle prove esterne con blaugrana e Milan? Boh! Una situazione è certa. Avvicendando manifestazioni di forza con le big e qualche inciampo in provincia, non si vince un campionato…. Ma si trionfa in Coppa. Il mio obiettivo non era certamente sottolineare che la Viola sia una compagine da sottovalutare. Non ci penso nemmeno. Ricordo, però, che i sabaudi hanno pareggiato pure con Crotone, Verona e Benevento. Sono squadre rispettabili e complicate, ma non di prima fascia. Qualche calo di concentrazione è stato palese soprattutto quando la posta in gioco non appariva così elevata o il risultato sembrava già acquisito. Per quest’ultima fattispecie, basti ricordare il gol subito da Caicedo all’Olimpico contro la Lazio. Sarri fu scelto proprio per cercare di modificare alcuni ingranaggi internazionali che il suo vincente predecessore aveva montato e lustrato al meglio, ma ormai iniziavano ad arrugginirsi. E’ probabile che Maurizio e il suo staff li abbiano ripuliti. Pirlo, trovandosi una rosa quasi completamente nuova e un lavoro già ben avviato su alcune componenti, può avere dato il colpo di grazia. D’altronde Andrea è uomo che si intende di Champions. Ne ha conquistate ben 2 raggiungendo 4 volte la finale. Ha pure vinto un Mondiale. Sa come trionfare a livello internazionale e, se gli si presenta una tabula rasa, il Maestro potrebbe elaborare un’ottima tela. Considerato che solo il Bayern Monaco sta ricoprendo il ruolo di schiacciasassi, attenzione alle ambizioni continentali dei bianconeri. Non la voglio “gufare” e, onde evitarmi strali di qualche tifoso più scaramantico, mi fermo qui.

E LO SCUDETTO?

Questo significa che la Juve non vincerà il campionato? Non credo o comunque non era ciò che volevo affermare. La Vecchia Signora è squadra nuova. E’ nata durante il mese di agosto. E’ stata concepita dopo l’eliminazione dalla Coppa patita per mano del Lione e avvenuta il giorno 7. E’ dovuta maturare in fretta. Il preseason non è esistito. Un’amichevole in famiglia e una contro il Novara non sono chiaramente sufficienti per costruire alcunché. L’avvio di stagione fotografava un cantiere a cielo aperto e non avrebbe potuto essere altrimenti. Pirlo doveva trovare la quadra. Ha raggiunto il suo scopo? Ancora no. Le assenze sicuramente non agevolano il suo operato. Ho sempre pensato che il 3-5-2 fosse l’abito migliore per questo gruppo. Con quel modulo, Danilo è un ottimo centrale. Per quanto riguarda gli esterni di centrocampo, vi è soltanto l’imbarazzo della scelta: Alex Sandro, Cuadrado, Chiesa, Bernardeschi e pure Frabotta. All’evenienza, sono in grado di ricoprire la posizione anche il citato giocatore ex City e Kulusevksi. In mediana regna l’abbondanza tanto che l’assenza di Arthur è stata sopperita senza troppo colpo ferire. Bentancur, Rabiot, Mckennie, Ramsey e lo stesso giovane svedese sono papabili per quelle zone. Tanta roba. In attacco, invece, la coperta è più corta con i soli Morata, Dybala e Ronaldo. Contro il Milan, però, il 4-3-3 è stato magnificamente convincete. CR7 ha potuto ritrovare la sua posizione prediletta, largo a sinistra. A destra, Chiesa ha rappresentato un’autentica ira di Dio. Come falso nove, la Joya è stata in grado di stupire e occorre ricordare che presto in quella zona tornerà un centravanti vero come Morata. Quando è in forma, Rabiot può spaccare il mondo con i suoi cost to cost da cavallo pazzo. Se è in condizione, Ramsey ha grandi qualità d’inserimento. Deve, però, essere più velenoso sotto porta. Altrimenti ci pensa Mckennie. Cosa mancava alla Juve in passato? Direi soprattutto tale dote dei mediani che si era completamente eclissata dopo l’era targata Vidal-Marchisio-Pogba. Sotto quell’aspetto, l’americano e il gallese stanno fornendo un contributo sicuramente importante. Se quest’ultimo riuscisse a segnare con maggior frequenza, anche la figura di Ronaldo diventerebbe meno ingombrante. In alternativa, devono intervenire gli esterni. La magia sta lentamente prendendo forma grazie a un devastante Federico Chiesa. E’ questione di armonie e il Maestro non ha ancora trovato la perfezione nello spartito. La gioventù e l’inesperienza hanno contribuito a originare qualche passo falso in momenti in cui la tensione non era sufficientemente elevata. A San Siro, i bianconeri non hanno dominato. Ma hanno comandato il gioco sul campo della capolista. Il risultato è bugiardo nei confronti della prova degli uomini di Pioli, ma non lo è per quanto mostrato dai rivali. La Juve è forte e può giocarsela tranquillamente con tutte le squadre del torneo nazionale. Nonostante il distacco importante, la rosa bianconera vanta una profondità e un valore ancora migliore rispetto a quello della concorrenza. Le altre si avvicinano molto, ma continuo a pensare che i sabaudi siano favoriti di un’inezia.

AMICI DI NESSUNO

A proposito delle alternative di cui Pirlo può vantare, subentra la vicenda legata al covid-19. L’apprensione non è calata troppo nemmeno dopo l’ultimo giro di tamponi che ha fornito esclusivamente risultati negativi. Mi spiego. Il contatto tra i bianconeri e Alex Sandro, primo contagiato, risale a domenica scorsa. Bisognerà attendere ancora qualche giorno per scongiurare un pericolo che, comunque, si potrebbe riproporre in ogni istante. L’Asl competente ha leggermente rasserenato gli animi affermando, tramite il suo responsabile, che si era in grado di ricostruire l’origine delle positività del brasiliano e di Cuadrado. Queste non risultano collegate al gruppo squadra. Poi, però, gli incontri vi sono stati e non si può escludere nulla. In un gruppo giovane, un fatto simile può anche essere utile ad alzare la soglia dell’attenzione. E’ come se risvegliasse qualcosa che avrebbe potuto risultare assopito. Nella difficoltà, inoltre, emerge l’unione. I tristi accadimenti potrebbero compattare gli uomini di Pirlo e, a questo punto, pure la sconfitta interna contro la Fiorentina non avrebbe conseguenze troppo nefaste. Il tecnico bresciano ha sostenuto di aver avuto un dialogo importante con la squadra e, in effetti, i risultati sembrano emergere. Forse anche il breve stop natalizio può essere stato utile per eliminare qualche tossina psicofisica. A ciò si devono aggiungere le gravi sviste arbitrali di La Penna. Proprio durante il match con la Viola hanno pesantemente sfavorito la Vecchia Signora. Queste sono state coadiuvate da quelle di Irrati nel corso della partita con il Milan anche se le ultime risultano ripartite equamente tra i due club. Fatti simili, pur se avversi, possono divenire benefici. Molto dipende da come vengono gestiti e pare che Pirlo sia piuttosto abile. D’altronde è stato un campione e nella sua carriera avrà vissuto molteplici situazioni di tal genere. E’ inutile negarlo… Il buon vecchio “rumore dei nemici” funziona ancora molto bene. Lo confermano le parole di Szczesney affidate a Instagram: “Un sacco di gente vorrebbe vederci morti, ma siamo molto vivi”. Si tratta di qualcosa di vetusto, ma sempre utile. La psiche umana funziona così. Tale fattore è nell’essenza della specie e non lo si modifica. E’ chiaro che, se Tizio manifesta un parere che è contrario alla moltitudine delle persone e per l’opinione si sente vessato, nel momento in cui trova Caio nella medesima situazione proverà con lui un forte senso di appartenenza. Proprio per quel motivo i due si uniranno a combattere ciò che ritengono essere il “sistema”. Questo modo di pensare ha condotto a tristi eventi della storia, ma ha anche portato a battaglie giuste. Si pensi alla lotta al nazismo oppure alle suffragette e alle varie forme di conquista della parità di diritti per le minoranze. Non voglio paragonare ambiti così difficili con il pallone, ma il calcio è parte della realtà e viaggia con i medesimi meccanismi. E’ lampante che il parallelo tra le dette situazioni e quella della Juve non è via percorribile, ma quando si vive un particolare ambiente personalmente molto importante è facile far scattare determinati pensieri. Pure tale aspetto è componente della metamorfosi positiva bianconera a cui si potrebbe aggiungere il calciomercato. Paratici, serve una punta! Urge prenderne coscienza, ma sono convinto che la dirigenza sabauda ne sia assolutamente consapevole. Quagliarella? Llorente? Pellè? Mandzukic? Oddio, con tutto il rispetto, nessuno di tali nomi scatena eccitazione o libido, ma si tratterebbe di soli 6 mesi perché, durante la prossima estate, dovrebbe arrivare un grande vice di Alvaro Morata. Se si potesse già condurre Arkadius Milik sotto la Mole, credo che il dilemma sarebbe risolto anche per il futuro. Non sembra, però, che ve ne siano le chance. Lo stesso potrebbe valere per Olivier Giroud. Tra i 4 precedentemente nominati, preferirei l’ultimo. Ha immensa esperienza internazionale. In Champions rappresenta una garanzia. E’ un ariete fenomenale ed è in grado di far salire la squadra. La Vecchia Signora abbisogna di quella prerogativa. Conosce, poi, l’ambiente a menadito. Minestra riscaldata? Può essere, ma lo sarebbe anche il Navarro. Non credo che Graziano, invece, faccia al caso dei Campioni d’Italia. Diverso il discorso per il blucerchiato che rappresenterebbe la mia “seconda scelta”, ma sembra aver già chiuso le porte a un possibile trasferimento.

Tifosi bianconeri, la metamorfosi è in atto. Ma dimenticatevi di Kafka.