Una partenza record (la migliore di sempre), una sentenza (quasi sempre) in campionato e un atteggiamento e una mente di ferro in Europa come mai negli anni si era vista.
Ecco, una mente di ferro, un approccio alla partita che in campo europeo aveva visto la Juventus spesso impacciata, quasi timorosa, come se quell'atmosfera, impregnata di sogno e lucida follia, mettesse fuori fase chi è troppi abituato ad avere tutto sotto controllo nei confini patri.

In Europa le partite sfuggono spesso alle logiche della razionalità, perciò un CSKA puo battere il real, in una notte magica da sogno. Vanno piuttosto a premiare chi non si fa bello sull abitudine di vincere, chi si approccia con una consapevolezza ferrea nei propri mezzi e chi conserva la fame e la concentrazione dall'inizio alla fine. 
Fino alla fine, in Europa la Juve ha spesso avuto dei problemi a rispettare il suo motto. Quello di non mollare fino all'ultimo secondo, quello che le ha fatto battere l'Inter a San Siro o la Lazio all'Olimpico, autentici crocevia scudetto! 

In Europa invece, negli anni sono arrivate spesso nel finale le vere beffe, sul più bello. La Juve si adagia, cala, si abbassa a difendere quasi non veda l'ora che tutto finisca. A Madrid, a Monaco, per poco anche a Wembley, autentici crocevia Champions!

Da quest'anno si è vista una Juve diversa, non in campionato, dove contro le medio-piccole sta registrando dei cali di concentrazione o di motivazione anche fisiologici se vogliamo. È come se la formazione di Allegri fosse arrivata al punto di "modulare" il livello di gioco in base all'avversario.
A questo punto si ha un ribaltamento di prospettiva: la Juve di Champions non si vede in campionato. 
E io ho perso il conto di quante volte, negli scorsi campionati, si era fatto il discorso (o il rimprovero) opposto. 
Ciò mi ha spinto ad una riflessione che io, come penso tutto il mondo bianconero, si augura possa essere veritiera. Mai come quest'anno la Juventus ha trovato una quadra in Champions, non so se dovuta al fatto di avere in rosa il più forte di tutti, che mai aveva avuto nel tempo. Domina (Young Boys), non soffre oltremodo per il risultato (Old Trafford) e sa sopperire alle difficoltà più grandi (Mestalla). 

Il cammino verso Madrid è lungo e la stagione è appena iniziata, ma forse da quest'anno abbiamo una Juve che nella testa ha cambiato qualcosa, e questo in Europa soprattutto era un passo fondamentale. Il Real pluricampione ha dato l'impressione di vincere le partite ancor prima di scendere in campo tale era la sua forza mentale, che la faceva venire a capo di situazioni anche drammatiche come il mega rimontone della Juve, sotto gli occhi del Bernabeu dello scorso anno!
Alla Juve mancava sempre quell'approccio, quella voglia di aggredire la partita, quella consapevolezza e forza mentale di andare oltre le avversità senza infrangersi sull'emotività o ancor peggio adagiarsi sul risultato che fino al 95esimo non è mai al sicuro IN EUROPA. 

Chissà che proprio l'Old Trafford, la prestazione più convincente, la vittoria più da Real che la Juve ha fatto finora, non abbia dato ulteriore linfa alla squadra.

Chissà che proprio il Teatro dei Sogni (per noi bianconeri che abbiamo vissuto il 2003, più degli incubi) nella competizione dei Sogni (che per noi bianconeri nati dal 96 in poi ne ha infranti tanti) abbia spezzato o guarito dall'allergia all'atmosfera dei Sogni la Juventus, che mai come quest'anno può trovare la cura solo nella propria testa.