E' stata una partita a senso unico. Fin dalle prime battute si poteva evincere la spettrale linea di centrocampo della Juventus. Un barriera mediana che è stata sovrastata da quella interista per tutti i 95 minuti giocati a S.Siro. Questo sfilacciato reparto centrale ha  determinato la bruciante sconfitta bianconera. Tutto ciò corroborato (si fa per dire) da un atteggiamento assolutamente imbarazzante in chiave dinamica e temperamentale.  E' la sintesi  di quella che è stata la partita più disarmante della Juventus dell'era Pirlo. In questo contesto le guizzanti ed impetuose ripartenze  interiste,  hanno determinato il risultato finale che avrebbe potuto essere più dilatato a favore dei padroni di casa. Tutto ciò se Lukaku e Lautaro avessero capitalizzato le ghiotte opportunità derivanti da una totale inefficienza filtrante dei vari Rabiot, Bentancur e Ramsey. Per quanto attiene la prestazione di Chiesa è risultata quasi anonima, in contrasto con quella sfavillante della gara con il Milan. Insomma, la zona nevralgica del campo ha fatto la differenza fra le tue titolate compagini. Pirlo non ha saputo leggere la partita rimanendo insensibile al “grido di dolore” e dai segnali negativi del primo tempo. Segnali che gli avrebbero dovuto suggerire un tempestivo intervento correttivo. Ronaldo spaesato, a spasso per tutto il perimetro del terreno di gioco con qualche velleità balistica da fuori area, Morata generoso ma evanescente, Chiesa emarginato sull'out anche se autore del più raggelante tiro verso Handanovic, su cui il portiere sloveno ha risposto alla grande.  Nella ripresa Pirlo, con grande ritardo, ha cercato di porre rimedio dal 57esimo, inserendo McKennie, Kulusevski e l'impalpabile Bernardeschi. Il giocatore svedese ha provato, con le sue verticalizzazioni, a dare intensità alla manovra, ma il suo impegno è risultato  fine a se stesso. Pirlo non ricorreva all'impiego di Arthur che avrebbe, forse,  elaborato geometrie più fantasiose in una squadra che brancolava letteralmente nel buio più imbarazzante. Con un disegno così misero di idee e di frenesia dinamica, l'Inter è andata in brodo di giuggiole ricamando, con gli esterni Hakimi e Barella, imponenti aggiramenti laterali che hanno messo sempre in sofferenza la difesa dei Campioni d'Italia.

Onore quindi a Conte che ha finalmente ritrovato se stesso, ed il meglio dei nerazzurri attraverso una sorprendente voglia di riscatto che si è trasformata in una sontuosa recita alla Scala del calcio. Adesso per la Juve, impegnata ancora su tre fronti, la stagione potrebbe diventare abbastanza complicata se non si riuscisse a dare un significato di nobiltà ad un centrocampo assolutamente insufficiente. Attingere qualcosa dal mercato ancora in corso? Chissà! La panchina di Pirlo comincia a traballare? Chissà! La Juventus non deve però gettare la spugna. L'ultimo appello per lo scudetto avverrà nel recupero casalingo con il Napoli. Quella sarà davvero la chance finale che la potrebbe riconsegnare, in caso di vittoria sui partenopei, all'élite delle pretendenti al titolo tricolore. Impresa non facile perchè il Milan veleggia più di "Luna Rossa". In caso contrario rimarrebbe pur sempre la Champions, come ennesimo assalto ad un trofeo da troppo tempo atteso con tanta bramosia.