Per il vocabolario “Treccani”, la paura è quello “stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso: più o meno intenso secondo le persone e le circostanze, assume il carattere di un turbamento forte e improvviso, che si manifesta anche con reazioni fisiche, quando il pericolo si presenti inaspettato, colga di sorpresa o comunque appaia imminente”.
Questa definizione è assolutamente illuminante e corrispondente alla realtà. Almeno una volta nella vita, ogni essere umano avrà provato questo genere di sentimento che è connesso esattamente alle sensazioni citate sopra. L’individuo avverte uno stato di forte disagio che provoca soprattutto dubbi, confusione mentale e la famosa “ansia” sovente frutto di importanti disturbi della persona. A quel punto la mente risulta confusa e appare davvero impossibile ogni logico discernimento. Così si fatica a ragionare e a recuperare la giusta lucidità per analizzare in modo equilibrato il contesto che pone in questo stato. Non è sempre detto che il motivo della paura sia reale. Può essere che tutto derivi da situazioni che si definiscono giustamente “immaginarie”. Una simile vicenda non è assolutamente eccezionale e si verifica molto spesso. E’ altrettanto vero che ogni individuo percepisce la vita e i suoi vari frangenti in maniera diversa. Questo determina differenti reazioni di fronte agli eventi. Vi è chi è più timoroso e chi, invece, affronta la realtà più di petto. Non esistono caratteristiche negative o positive. Sono semplicemente disuguali. E’ naturale che sia così. Altrimenti tutti gli esseri umani sarebbero automi perdendo quella parte di essenza che li distingue dalle macchine. La persona, poi, può psicosomatizzare cioè rendere fisica una sensazione mentale provocando disturbi che colpiscono pure il corpo. In sostanza, si parla di situazioni tutt’altro che gradevoli e che è sempre meglio evitare.

Per l’addetto ai lavori, il calcio rappresenta una professione.
Per il tifoso, questo sport divertente deve essere soltanto un gioco e un passatempo con il quale trascorrere i propri momenti di svago. Il fatto che un supporter sia particolarmente affezionato alle vicende della propria squadra è assolutamente pregevole. E’ importante che una persona coltivi delle passioni e lo faccia con estremo interesse. Questo può aiutarlo a trascorrere il suo tempo libero in maniera più serena e, di conseguenza, più rilassante. Quando la mente trova qualcosa che la stimoli è in grado di concentrarsi in modo più importante e di scollegarsi dai soliti pensieri. Così il riposo risulterà più efficiente. L’ansia tipicamente vissuta dal tifoso prima dell’evento sportivo viene definita come positiva ed è paragonabile a quella che prova il bambino quando si trova sul punto di accedere al parco divertimenti che tanto desidera. E’ chiaro che questa non deve superare certi limiti andando a innescare i meccanismi tipici della paura.

Proprio per questo motivo, associare la definizione sopracitata alla situazione attuale del supporter juventino rappresenta un’esagerazione che, però, risulta voluta. Intorno alla Vecchia Signora si sta creando una vera e propria psicosi. Andando con ordine. In principio, Allegri e la società bianconera hanno deciso di separarsi. Trascorsi insieme 5 felici anni di successi, era giunto il momento dei saluti. La scelta è stata considerata giustificata dalla maggior parte del popolo sabaudo. I tanti supporter bianconeri che non hanno mai visto di buon grado il tecnico livornese erano finalmente accontentati e chi, invece, lo amava ha compreso che fosse ora di dirsi addio. Pur essendo positiva, l’ultima stagione della Vecchia Signora ha mostrato qualche segnale di allarme. Continuare con gli stessi metodi e la medesima mentalità avrebbe potuto risultare pericolosamente logorante per il sistema ormai provato. Così, per la maggior parte degli juventini, il primo passo è apparso positivo. A quel punto, i Campioni d’Italia hanno trascorso un mese di “vacatio” della loro panchina. Questo non ha agevolato alcuno. Giustamente i media hanno espresso le notizie provenienti dalle loro fonti e manifestato la propria opinione.

Nel mondo moderno, i mezzi di comunicazione giocano un ruolo determinante in ogni ambito e ambiente. E’ così anche nel calcio che vive e prolifera grazie all’intervento di tali strumenti. Vari nomi sono stati accostati ai bianconeri, ma è inutile negare che uno su tutti abbia stuzzicato l’appetito dei tifosi piemontesi. Si tratta di Pep Guardiola che ha rappresentato la grande illusione degli ultimi giorni di primavera. Per troppo tempo, l’aurea del catalano ha vagato nella mente degli appassionati di Juve che già pensavano alla sua figura e a tutto quello che ne comporta: bel gioco e vittorie. Invece, il 16 giugno, la società bianconera ha annunciato l’arrivo di Sarri. E’ risaputo: l’apparenza inganna e il primo contatto che si ha con una persona o una data situazione risulta fondamentale per il prosieguo del rapporto. Modificare le impressioni è sempre operazione complessa e sovente non ha l’esito sperato. Basti pensare all’esempio di Allegri. Dopo 5 stagioni di successi, in molti ancora non lo ritengono un grande allenatore. Il tecnico di Figline non parte certo in una situazione vantaggiosa. A differenza del predecessore, non deve sostituire un “figlio prediletto” come Antonio Conte, ma è pur sempre in una posizione molto complessa. Forse ancor più del livornese, ha trascorsi non graditi al popolo della Vecchia Signora e giunge con l’etichetta dell’esteta inconcludente. Il tutto senza considerare la differenza di appeal tra chi si paventava arrivasse a Torino e colui che effettivamente è sbarcato sul pianeta Juve.
Così, l’estate non è partita nel migliore dei modi. Gli arrivi di Demiral, Rabiot e Ramsey hanno contribuito a scaldare senza esagerazione il cuore del classico tifoso sabaudo che tipicamente è di palato molto fine. La libido è cresciuta con lo sbarco in Italia di de Ligt. In Champions League, infatti, il giovane olandese ha mostrato tutte le sue infinite doti e rubato gli occhi degli appassionati di calcio. Non a caso, l’Ajax l’ha ceduto per una cifra che si aggira introno ai 75 milioni di euro. Soprattutto per un difensore, non sono spiccioli. Sino a oggi, l’estate bianconera ha visto 2 scambi: uno con la Roma e l’altro con il Manchester City. Spinazzola si è vestito di giallorosso portando Luca Pellegrini in Piemonte e Cancelo è partito per l’Inghilterra lasciando spazio all’arrivo di Danilo. In entrambi i casi, la Vecchia Signora ha recuperato un importante quantitativo di moneta. Questa, però, non è apparsa ai molti come una giustificazione sufficiente per chiudere simili accordi che sono stati giudicati negativamente. Il tutto senza considerare la “querelle Lukaku”. Il belga pareva ormai pronto a trasferirsi nel capoluogo sabaudo e Dybala era predestinato a essere un nuovo giocatore del Manchester United. Invece, nulla da fare. Ad aggiudicarsi l’ex bomber dei Red Devils è stata proprio l’acerrima rivale dei bianconeri: l’Inter. Per concludere il triste quadro dei caldi mesi juventini occorre sottolineare le amichevoli.
Allo stato dell’arte, i Campioni d’Italia hanno disputato 4 gare di prestigio ottenendo una vittoria ai rigori contro l’Inter, 2 sconfitte di misura con Tottenham e Atletico Madrid e un pareggio giunto con una selezione dei migliori calciatori coreani chiamata Team K League. L’analisi deve considerare pure i 9 centri al passivo in 4 sfide. Non benissimo.

“Bentornati negli anni novanta” o anche nei primi tempi del decennio successivo dove il calciomercato era una corrida tra piemontesi e Beneamata con i lombardi protagonisti di colpi che lasciavano l’amaro in bocca ai rivali. In quel periodo, la squadra di Moratti vinceva i vari triangolari estivi che note compagnie telefoniche o importanti bevande organizzavano tra le big italiane. Tutto questo provocava grandi ansie e apprensioni nei tifosi juventini che si vedevano sfavoriti a settembre, ma a maggio vincevano gli Scudetti.

L’esperienza insegna. In modi diversi e con sfaccettature sempre differenti, la storia si ripete. I supporter bianconeri devono mantenere assolutamente la calma e dormire sonni tranquilli. In primo luogo, Sarri è un ottimo tecnico. Sognavano Guardiola. E’ arrivato un allenatore che non ha lo stesso appeal, ma che gioca un calcio simile e che non è ancora stato “scottato” da una lunga carriera ad alti livelli. Il toscano rappresenta quanto di più fresco e innovativo questo sport possa offrire. E’ necessario, poi, sfatare un ulteriore tabù. Non è assolutamente vero che il mister di Figline non sia un vincente. Ammetto che ai tempi in cui sedeva sulla panchina del Napoli, pure io nutrivo qualche dubbio. La stagione al Chelsea, però, ha dimostrato come Maurizio sia un allenatore in grado di adattarsi a ogni realtà e di raggiungere gli obiettivi che sono prefissati. I partenopei volevano a tutti i costi vincere lo Scudetto e la squadra ha sfiorato quel traguardo, ma l’avversaria era troppo forte. E’ stato fatto il massimo e si è esaltata una piazza che sente la necessità di provare determinate emozioni. Sulla panchina dei Blues, Sarri ha vinto l’Europa League, è giunto in finale di Coppa di Lega, persa solo ai rigori, ed è arrivato terzo in Premier davanti a un avversario forte come il Tottenham. Gli Spurs sono stati in grado di giocarsi l’ultimo atto di Champions. Più di così era davvero impossibile. Il nuovo tecnico bianconero dispone di un’autentica armata e non si nota alcuna grande difficoltà relativa alla rosa o al calciomercato.
La Juve deve sfoltire il suo gruppo nel quale, come sottolineato pure dal tecnico, vi sono degli esuberi dovuti ai limiti posti dall’Uefa per la lista dei calciatori che parteciperanno alla massima competizione per club. Proprio per questo, potrebbe esservi qualche addio importante. Nessuno, però, pare voglia abbandonare Torino tutti sono pronti a giocarsi le loro chance per cercare di convincere Sarri. Questo è il grande bug del sistema. Non si tratterebbe, quindi, di questioni economiche o di bilancio che rappresenterebbero problema ben più grave. Per carità, non si vuole sminuire la portata della situazione. E’ logico che qualcuno dovrà rimanere fuori dal citato elenco e 6 giocatori sono davvero tanti. Detto questo, mancano ancora 20 giorni alla chiusura del calciomercato e, con una situazione ben più limpida, Sarri avvertirà coloro che non saranno le prime scelte nei tempi consoni. A Milano, probabilmente, le idee erano più chiare sin da subito e si è deciso di escludere immediatamente dal progetto uomini come Icardi e Naiggolan. Questo, però, non ha certo contribuito ad aumentare il loro valore di mercato. Non ha nemmeno agevolato Marotta e soci nelle eventuali trattative. Tanto è che l’argentino deve ancora trovare una sistemazione.
Tutto appare molto logico: è chiaro che nessuno valuterà in maniera troppo elevata il cartellino di Mauro dal momento che la Beneamata attende soltanto di liberarsene. Il sudamericano potrebbe anche partire negli ultimi giorni della sessione estiva a un prezzo relativamente basso per il valore del giocatore che, a pari età, non sembra essere inferiore a quello di Lukaku costato circa 75 milioni. Non bisogna neppure dimenticare che la Juve si troverà a disputare 4 competizioni e tutte con l’obiettivo di giungere sino alla fine. Significa che i giocatori potrebbero avere a disposizione quasi 60 partite. Lo spazio è ampio e se qualcuno rimarrà escluso dalla Coppa Campioni dovrebbe disporre di maggiori opportunità nelle altre competizioni. E’ chiaro che non sarà semplice giustificare una simile decisione, ma è capitato anche ad Allegri e Sarri dovrà essere abile nel compiere quelle rotazioni che non è solito amare. Appurato questo, la Juventus vanta di un potenziale fenomenale. E’ al livello delle migliori d’Europa. Al solo titolo esemplificativo si pensino due opportunità. Il toscano potrebbe schierare un 4-3-3 così composto: Sczcesny; Danilo, de Ligt, Chiellini, Alex Sandro; Emre Can, Pjanic, Rabiot; Douglas Costa, Dybala, Cristiano Ronaldo. In alternativa, si potrebbe optare per un rombo di centrocampo davvero intrigante con Ramsey, la Joya o Bernardeschi nel ruolo di trequartista e una coppia d’attacco composta da Higuain e CR7. Niente male. Le alternative non mancano e il tecnico di Figline dovrà fronteggiare solo un problema: l’abbondanza. Credo che in molti colleghi vorrebbero essere al suo posto. A onore del vero, l’unico dubbio resta quello legato ai terzini dove i bianconeri non si presentano proprio devastanti. Danilo sarà da visionare meglio e, con la partenza per Cagliari di Luca Pellegrini, a sinistra resterebbe il solo Alex Sandro. Per quanto concerne le amichevoli. Sarri è un tecnico che necessita di tempo per inculcare i propri meccanismi di gioco e formare un’identità di squadra tanto più in un gruppo che operava con concetti completamente diversi. I gol subiti sono davvero parecchi, ma si è assistito a una Juve che vuole comandare le ostilità e che manifesta i primi sintomi di sarrismo.


Sulla Continassa campeggia un cartello con la scritta: “lavori in corso”. I tifosi della Vecchia Signora non devono avere alcun timore. Anche quest’anno, la loro squadra potrebbe essere protagonista di una grande stagione italiana ed europea in una serie A che dovrebbe regalare più emozioni rispetto al passato. Vincerla sarebbe ancora più godurioso.