Dopo aver “falsato” il campionato, la Juve ha falsato anche la Champions; e proseguendo nell’allegoria che vuole semplicemente ricordare le critiche subite in settimana per la sconfitta con la Spal, bisogna dire che c’è una base di verità nella affermazione, perché la squadra bianconera veniva considerata alla vigilia della Champions una delle maggiori favorite per la vittoria finale, e addirittura molti addetti ai lavori la indicavano come la favorita principale.
I motivi sono noti, basta pensare all’arrivo di Cristiano Ronaldo che a detta di tutti era stato acquistato proprio per vincere la competizione Continentale; e bisogna dire che mai come quest’anno la Champions ha confermato di essere il Torneo più difficile e se vogliamo anche più imprevedibile del panorama calcistico mondiale, - forse seconda solo al Mondiale vero e proprio - dove karma, destino e casualità tutte riassunte nella parola fortuna, recitano un ruolo decisivo per il raggiungimento della vittoria finale, e la Juve questa fortuna non l’ha avuta, forse per l’ennesima volta.
La Champions come competizione può essere paragonata alla esibizione di un cantante, anche del più bravo in circolazione, che per mantenersi al livello di bravura e di popolarità raggiunta, quando deve cantare al Metropolitan di New York si deve trovare al massimo della potenza della voce, nel giorno programmato e all’ora stabilita; un semplice mal di testa può mandare all’aria una serata e spesso anche una carriera – La Champions nasconde lo stesso tipo di insidie.
Per carità l’Ajax ha meritato la vittoria perché ha messo in mostra un calcio spettacolare fatto di corsa e tecnica insieme straordinari; tanto è vero che nel dopo gara i complimenti si sono sprecati e sono arrivati da tutte le parti a cominciare da Andrea Agnelli che ne ha elogiato i meriti e la validità della vittoria, e dallo stesso Max Allegri che nel riconoscere le qualità evidenti della formazione olandese, ha comunque fatto riferimento alle tante difficoltà che ha dovuto affrontare la Juve nell’ultimo mese e mezzo, con i tanti infortuni e con i recuperi affrettati di molti giocatori; e il Tecnico ha messo il dito proprio sulla piaga, su quella fortuna richiamata sopra che non si è voluta minimamente occupare dei colori bianconeri - la Juve ha giocato la partita di Amsterdam senza Chiellini, Quadrado, Emre Can e Khedira e con CR7 recuperato da un infortunio a tempo di record; mentre ha giocato la partita di ritorno senza Chiellini, Mandzukic, Douglas Costa e con Emre Can recuperato all’ultimo secondo - se guardiamo bene si tratta di giocatori fra i più utilizzati da Allegri nel corso della stagione e che fanno parte dello zoccolo duro della squadra.
Quindi è evidente che la famosa Dea bendata non ha dato una mano ai bianconeri , ma naturalmente sarebbe riduttivo ricondurre tutto alla fortuna perché ci sono anche altre cause che hanno portato alla cocente sconfitta; in primo luogo c’è la forza dell’Ajax che alla vigilia non faceva parte del lotto delle favorite e strada facendo ha battuto Bayern Monaco, Real Madrid e Juve, tre delle favorite alla vittoria finale e quindi va considerata la vera grande sorpresa della Competizione; poi ci sono anche gli errori della Juve, soprattutto quelli del mercato di Gennaio che pesano come un macigno sulla sconfitta, e che riguardano la cessione di Benatià che la Dirigenza non è stata in grado di evitare – il difensore francese sarebbe stato come una panacea per affrontare la sostituzione del capitano Chiellini - e poi l’altro grave errore va individuato nel mancato arrivo di Ramsey, che per una quindicina di milioni poteva arrivare subito e avrebbe fatto tremendamente comodo in questo periodo, ma che per esigenze di bilancio, in rosa, è stato lasciato a Londra.
Poi i soliti criticoni vorrebbero includere fra gli errori della Società bianconera anche l’allontanamento del Direttore Generale Beppe Marotta , che forse era meglio evitare “a stagione in corso” e andava posticipato a fine campionato, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte; resta l’eliminazione ai quarti di finale e restano due certezze in casa bianconera con la riconferma anche per l’anno prossimo di Max Allegri alla guida della squadra, e la promessa del Presidente Agnelli che ha confermato che la Champions resta un obiettivo della Juve anche per l’anno prossimo - in questo momento sembra poco per la tifoseria bianconera , ma se si riflette un attimo rappresenta a pieno L’Agnelli pensiero e le finalità del progetto Juve, finalizzato nel tempo a primeggiare anche in campo Europeo come avviene ormai da quasi otto anni in Italia.
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