Nella prima parte della giornata di ieri voci sempre più accreditate parlavano di un accordo raggiunto fra la Juventus e il tecnico spagnolo Pep Guardiola sulla base di 24 milioni di euro a stagione per quattro anni di contratto. Ma a metà giornata ecco arrivare la doccia gelata per i tifosi bianconeri con le dichiarazioni di Alberto Galassi, avvocato italiano e membro del C.D.A. del Manchester City: “Sono rimasto molto sorpreso nel leggere un'agenzia che diceva una corbelleria enorme, che il nostro allenatore Guardiola sarà presentato a Torino il 4 giugno”.

La notizia di ieri aveva avuto il frastuono di una vera e propria bomba, non solo facendo esplodere il titolo bianconero in Borsa, ma il nome di questo fuoriclasse della panchina aveva infiammato e non poco gli animi dei tifosi bianconeri e di tutti gli amanti del bel calcio più in generale.
Dopo il Calcio Totale dell’Olanda di Cruyff e dopo la rivoluzione italiana firmata Arrigo Sacchi con il suo Milan degli olandesi, il modo di mettere in campo le squadre di Pep Guardiola è infatti considerato la “Terza Era” della storia del football. La filosofia del suo gioco prevede vincere facendo emozionare gli spettatori, regalando loro non solo trofei ma anche spettacolo, perché per lui una vittoria ottenuta giocando male è una vittoria dal valore dimezzato.

Sia a Barcellona che a Monaco di Baviera e a Manchester, Guardiola ha sempre schierato le sue squadre con undici giocatori dotati di grande tecnica individuale, portiere compreso. Per lui, padroneggiare con disinvoltura importanti elementi tecnici significa poter tenere costantemente la palla tra i piedi e quindi dominare l’avversario in ogni zona del campo, vera e propria ossessione del tecnico iberico.

Le sue squadre giocano spesso ad un solo tocco, perché giocare di prima obbliga gli avversari a correre a vuoto fino a sfiancarsi fisicamente. Inoltre, giocare con passaggi e lanci lunghi, fa allungare molto la squadra, e questo rischierebbe di liberare spazi preziosi per gli avversari. Per poter praticare il tipo di gioco amato da Guardiola servono giocatori tecnici, in modo da non buttare mai via il pallone in nessuna circostanza e in nessuna zona del campo, compresa la propria area di rigore, uscendo dalla prima pressione avversaria palla al piede, mantenendo la squadra il più compatta possibile. Uno dei suoi dogmi è quello di aggredire costantemente l’avversario, attaccando immediatamente la palla una volta persa al fine di riconquistarla prima possibile. Difendere quindi andando in avanti senza mai rinculare all’indietro.

Una filosofia di gioco possibile solo a patto di mantenere cortissima la squadra, portando i difensori centrali all’altezza della linea di metà campo, protetti dal centrocampista basso che gioca come schermo davanti alla difesa dal momento che i terzini spesso si trovano entrambi altissimi per creare continue sovrapposizioni con gli esterni alti. Mantenere la squadra corta inoltre, è fondamentale sia per non concedere praterie agli avversari quando questi riescono a superare il primo pressing degli attaccanti e dei centrocampisti, sia per poter riattaccare subito gli avversari una volta riconquistata la palla attraverso il pressing di attaccanti e centrocampisti.

A centrocampo Pep schiera un giocatore “tattico”, posizionato pochi metri davanti ai due difensori centrali e delle mezzali di grande tecnica e dinamismo dal momento che queste devono sapere sia palleggiare che muoversi in continuazione tra le linee avversarie. Guardiola poi, imbottisce la trequarti avversaria, zona dove ama avere molta densità, con giocatori talentuosi, tecnici, veloci. Fantasisti estrosi che esibiscono una serie di tocchi velocissimi, triangolazioni e dribbling ubriacanti stile calcio a cinque, accelerando la manovra repentinamente e imprevedibilmente, diventando quindi devastanti per le difese avversarie.

La punta centrale ideale nel gioco di Guardiola deve avere le caratteristiche di attaccante molto mobile, con attitudine ad attaccare la profondità lanciandosi negli spazi delle difese avversarie senza palla, ma capace nello stesso tempo di variare continuamente questo tipo di movimento con gli interscambi con i trequartisti e gli esterni d’attacco. Ecco perché centravanti come El Kun Aguero, 172 centimetri di altezza, e Samuel Eto‘o, anche lui tutt’altro che un marcantonio, hanno fatto fortuna giocando con Guardiola mentre hanno trovato molte più difficoltà ad inserirsi nelle squadre di Pep centravanti classici Zlatan Ibrahimović, Mario Mandzukic pur essendo veri e propri fuoriclasse nel ruolo.

Ecco perché i tifosi bianconeri sognano, fantasticando su cosa potrebbero combinare in un contesto di squadra dipinta da Pep giocatori dalla qualità tecnica sopraffina come Cancelo, Cuadrado, Bonucci, Spinazzola, Pjanic, Bernardeschi, il neoacquisto Ramsey, Douglas Costa, Paulo Dybala, Cristiano Ronaldo. Anche se la netta smentita dell’avvocato Galassi, pare allontanare definitivamente Guardiola dalla Juve, i tifosi bianconeri continuano a sognare nell’attesa che il club sciolga la riserva riguardo al proprio tecnico per la prossima stagione agonistica.