Cari tifosi juventini,

sono stati 8 anni fantastici e magnifici. La Vostra Gloriosa Compagine ha trionfato a ogni latitudine. Ha vinto 8 Scudetti, 4 Coppa Italia e altrettante Supercoppe Italiane. Ha disputato 2 finali di Champions League sfiorando epici triplete. Ricordate il primo Scudetto con Pirlo e Marchisio? Rammentate quando la Vecchia Signora batteva il Real Madrid con un giovane rampollo chiamato Morata che feriva proprio la sua Casata d’origine? Rimembrate “un anziano” guerriero argentino che veniva definito l’Apache e portava sul corpo i segni di un’infanzia vissuta nei quartieri difficili di Buenos Aires? Oppure, carissimi, Vi prego di ripensare a una notte d’aprile allo Stadium. Il grande Barcellona di Messi, Suarez e Neymar scendeva in campo e una splendida Joya illuminava una felice serata prepasquale. Quella sfida finì 3-0 e fu un impulso fondamentale al fine di raggiungere le semifinali di Champions. Come non tornare, poi, a un incredibile ricordo del “Bernabeu” quando 11 gladiatori di giallo vestiti vinsero 3-1 sfiorando una sontuosa remuntada che avrebbe eliminato i Galacticos dalla Coppa. L’estate successiva il più Grande della Storia, tale Cristiano Ronaldo, decideva di unirsi alla Vostra suprema Compagnia. Gli anni, però, passano lenti portandosi con loro la gloria e l’onore. Eraclito, o qualcuno di non conosciuto, diceva: “Panta rhei”. Significa. “Tutto scorre”. Così, dopo Conte e Allegri, si sedette sulla panchina bianconera un allenatore che niente aveva a che fare con gli illustri predecessori: tale Maurizio Sarri da Figline Valdarno. Signori Miei, tutto è finito. Ogni momento di gaudio è soffiato via dal vento. Lontano da qui. La grande Juventus, carissimi, non esiste più”.

Nel misero inno all’onore che mi sono permesso di scrivere alla squadra sabauda, per questioni di spazio, ho riportato solo una minima parte degli eventi leggendari che questa compagine ha vissuto negli ultimi 8 anni. Ora, però, tutto è finito. Sarri non è in grado di fornire ai Campioni d’Italia un’identità di gioco ben precisa. Non è un tecnico vincente. Non è adatto alla Vecchia Signora. Le 2 parti si respingono perché non hanno lo stesso DNA. Come a Napoli, non è capace di gestire il turnover e schiera costantemente i suoi fidati. Il calciomercato estivo si è rivelato un autentico fallimento. Rabiot è un oggetto misterioso. Ramsey è quasi sempre infortunato. De Ligt è stato pagato troppo per il suo reale valore. Dove sono Conte e Marotta? Vi prego, almeno richiamate Allegri…

Qualche giorno fa un Collega Blogger mi ha definito “ottimista”. Lo ringrazio ancora per le Sue parole. Spero che questa mia caratteristica non si riveli ingenua, ma fondata sulla realtà. Devo ammettere che, almeno nel calcio, cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno. Vi sono situazioni, però, nelle quali non manifesto la detta qualità. Al solo titolo esemplificativo: quando ho parlato del Milan, non ho mostrato un atteggiamento così fiducioso. Ora vorrei spiegare perché, invece, cerco di tranquillizzare i tifosi bianconeri.

Quasi tutti a scuola o all’università avranno avuto a che fare con un compagno definito “secchione”. Si tratta di quell’alunno, o alunna, modello che, anche grazie a una grande costanza nello studio, riesce pressoché sempre a raggiungere ottimi risultati ergendosi sovente a migliore della classe. Di solito questa persona dispone di capacità importanti che esprime in maniera coerente. E’, però, un essere umano. Non è una Divinità e pertanto risulta fallace. Può capitare che pure lui cada in errore. Occorre essere franchi. Quando questo succede, pur se ipoteticamente disinteressati, i compagni provano una piacevole sensazione di godimento. E’ inutile nascondersi dietro un dito. Nel momento in cui chi appare perfetto mostra il suo lato debole e scende tra i comuni mortali non può che rinfrancare il loro animo. Questi, infatti, si sentiranno più vicini a lui. In tal modo percepiranno le loro possibilità di miglioramento e il ridursi della sensazione di fallimento solitamente provata. Non voglio certo esagerare ma, a volte, il male del singolo può essere utile al fine comune.

Il “secchione”, non potendo essere perfetto, è spesso dotato di un’innata insicurezza. Pur sapendo inconsciamente che ogni attività procede nel migliore dei modi, vive con la costante paura di perdere tutta la gloria. A volte quest’ansia è pure dettata da un’inconsapevole scaramanzia. Per tornare al gergo calcistico. L’alunno modello gufa. Tali situazioni sono alquanto comprensibili. Ci possono stare. Quando si è raggiunto livelli eccezionali, il rischio di perdere ogni gloria è molto più elevato e pericoloso rispetto a quello di chi può solo risalire la china. Il “secchione”, però, “ci mette del suo”. Lui è molto pretenzioso. Vuole sempre il meglio e non accetta la sconfitta. Questa è la radiografia del tifoso juventino. E’ chiaro che “non si può fare di tutta l’erba un fascio”. Vi sono ottimi studenti che non manifestano le dette caratteristiche e supporter della Vecchia Signora con altre qualità, ma sovente è come descritto.

Non è tutto oro ciò che luccica”. I bianconeri devono fare fronte a difficoltà oggettive. Ramsey e Douglas sono troppo spesso colpiti da problemi muscolari che impediscono loro di raggiungere il migliore stato di forma. Rabiot viene utilizzato con il contagocce per fare largo a Matuidi. Non è un caso se quest’ultimo è campione del mondo in carica, ma un giocatore del calibro del “Principe Ribelle” dovrebbe trovare maggiore spazio per migliorare la qualità della manovra piemontese. Le rotazioni della mediana, quindi, sono davvero risicate. Le 2 sconfitte contro la Lazio, così come le ultime prestazioni generali, denotano problemi d’identità. La Juve che nel mese di ottobre superò l’Inter a San Siro appariva come una squadra totalmente diversa. Il pressing era alto e uniforme. La fase di possesso rispettava un canovaccio evidentemente preparato e predisposto. Questo modello esiste ancora, ma forse gli uomini di Sarri faticano a esprimerlo. La condizione psicofisica gioca un ruolo determinante e i bianconeri sono evidentemente stanchi. Benedetta sia la sosta natalizia. I calciatori dovranno staccare completamente la spina. Urge ricaricare le batterie palesemente vuote per affrontare un glorioso finale di stagione. E’ necessario non cavalcare l’onda della trascorsa annata quando, dopo un avvio favoloso, le difficoltà mostrate proprio in questo periodo spensero la verve juventina che si rifugiò in antiche certezze ormai vetuste. In questi giorni che lo separano dalla ripresa delle attività, il gruppo deve evitare di pensare al calcio. Sia liberamente “in altre faccende affacendato”. Si goda il Natale e tutto quello che comporta. E’ assolutamente necessario evitare un malato rimuginio su ciò che è accaduto nella doppia sfida con la Lazio per poi riprendere sulla falsariga di un inizio di stagione fantastico. Sento parlare di DNA bianconero. Odo chi sostiene che la Vecchia Signora deve difendere e ripartire. Non si cada in questo errore. Sono il primo ad affermare che non si può modificare l’essenza di una squadra, ma Sarri è stato chiamato per fornire nuovi impulsi e stimoli differenti. Lasciatelo lavorare in pace. E’ un vincente e lo dimostrerà.

Ora mi rivolgo ai tifosi juventini e a coloro invece che non sopportano tali colori e cerco di fotografare la situazione dal punto di vista oggettivo. I risultati sono scritti e sono incontestabili. I bianconeri hanno 42 punti e si trovano in testa alla classifica di serie A insieme all’Inter. Certo, sarà più complicato vincere lo Scudetto perché vi sono rivali molto più attrezzate che nelle passate stagioni. I nerazzurri, la Lazio e la Roma sono compagini forti. Tutto il massimo campionato è cresciuto di livello e se le avversarie sono più vicine rispetto agli anni trascorsi non è certo colpa dei sabaudi, ma merito di chi li vorrebbe superare. I piemontesi hanno centrato il loro record di punti in un girone di Champions come fecero ai tempi di Capello: 16 su 18 disponibili. Scusate se è poco. Agli ottavi sfideranno l’Olympique Lione. La carta non scende in campo e in 2 mesi si può cambiare il mondo, ma si parla della 12esima nella graduatoria della Ligue 1. La Coppa Italia bianconera, invece, deve ancora cominciare.

Esopo narrava la nota favola chiamata La Volpe e l’Uva. Il filare era troppo alto per il felino che dopo alcuni tentativi decideva di demordere. Per giustificare una simile scelta cercava di convincersi che il frutto non fosse maturo. La morale è cristallinamente palese. Ora mi si accuserà di vestire i panni del detto animale. La Supercoppa Italiana è certamente importante ma, per la Juve, consentitemi di affermare un gigantesco “chissenefrega. Attenzione, non voglio sminuire un trofeo assolutamente rilevante e prestigioso. Giustamente la Lazio è al settimo cielo per il successo, ma questo denota come fosse più importante per i biancocelesti. La squadra di Sarri è ancora impegnata in tutte le competizioni. Può centrare il triplete. Se questo dovesse accadere, qualcuno verserà ancora lacrime amare per quanto capitato ieri? Permettetemi di dubitarne fortemente. La magica Inter di Mourinho che conquistò l’ambito triduo di manifestazioni perse la Supercoppa proprio contro i capitolini. Eppure, è rimasta nella storia. Per sollevare l’animo affranto dei supporter bianconeri, vorrei ricordare loro cosa accadde le ultime volte che la compagine sabauda fu sconfitta come ieri prima della pausa natalizia. In entrambe le occasioni, la Juve vinse Scudetto e Coppa Italia abbandonando il songo chiamato Champions solo all’ultimo atto. Non credo nella cabala, ma se per qualcuno è d’aiuto… Certo, però, questa strana coincidenza rimarca il fatto che una batosta nel periodo attuale non può essere sintomo di uno stato di infinita negatività.

Ora pongo in esame un ultimo aspetto: Sczcesny (Buffon); Cuadrado (Danilo), Bonucci, de Ligt (Chiellini o Demiral), Alex Sandro (De Sciglio); Bentancur (Ramsey o Khedira), Pjanic (Bentancur), Matuidi (Rabiot); Dybala (Douglas, Ramsey o Bernardeschi); Ronaldo, Higuain. Mi chiedo dove vi sia spazio per le preoccupazioni. E’ sicuramente la rosa più forte d’Italia ed è tra le migliori d’Europa. Questi giocatori non si sono trasformati improvvisamente in bidoni. Probabilmente, poi, il calciomercato di gennaio migliorerà ulteriormente l’opera. Si parla di un possibile scambio tra bianconeri e Psg con Emre Can diretto in Francia e Paredes che potrebbe sbarcare all’ombra della Mole. Regista dotato di grande tecnica, l’argentino sarebbe sicuramente più funzionale al calcio di Sarri e alle necessità juventine rispetto al forte centrocampista tedesco. L’ex romanista potrebbe fornire un po’ di riposo a Pjanic apparso abbastanza provato dalla fatica.

Calma, quindi. La Vecchia Signora è viva più che mai. Sarri ha affermato che la gara di ieri non deve condizionare i prossimi 5 mesi di stagione ed è assolutamente vero. Cari tifosi bianconeri, godetevi un sereno Natale. Nulla è compromesso. Anzi, l’avvio di annata è innegabilmente positivo. La vostra squadra dispone di una società formidabile, una rosa grandiosa e un’ottima guida. Siate assolutamente speranzosi. Anche la critica dovrebbe rendersene conto. A proposito, trovo strano che il tecnico di Figline, tanto incensato ai tempi di Empoli, Napoli e Chelsea, sia improvvisamente diventando un allenatore comune…

Ah, dimenticavo... Leggo di un post di Lapo Elkann nel quale parla di "vergogna" associata alla Juventus e alla prova di ieri. Non Gli pare di esagerare un tantino?