La Champions League, salvo aggiornamenti che mi sono sconosciuti, è una competizione che prevede la partecipazione della creme delle squadre europee. Con questa definizione non si vuole intendere i team più blasonati, ma quelli che all’apertura della competizione sanno esprimere il miglior calcio in termini di gioco e sono, quindi, potenzialmente in grado di giocarsela con tutti gli altri competitori.
Per arrivare a questi livelli occorre aver dimostrato ampie capacità nelle rispettive competizioni nazionali, vincendone i titoli o, comunque avendo palesato di saper battere i primi della classe.

Il Milan, per l’ennesimo anno consecutivo non è stato in grado di mettere in mostra queste virtù, avendo la meglio sulla sola Roma al fotofinish in un campionato in cui i giallorossi hanno sbagliato quasi tutto. Per il resto solo batoste umilianti come nei due derby, in cui i rossoneri sono stati sovrastati sotto tutti i punti di vista: questi match, al contrario, hanno scoperchiato il pentolone della pochezza tecnico, tattica ed atletica dei rossoneri. Dunque giustissimo che siano un pezzo da novanta come la Juve e un cobra fastidiosissimo come la Lazio a giudicare se il Milan è idoneo: o due vittorie ottenute facendo vedere un’identità precisa, una condizione atletica di livello, giocatori nel loro ruolo o è giusto che il Milan la prossima Champions la guardi dai divani di Milanello.

Come la maggior parte dei tifosi sono terribilmente deluso, non riconosco a Gattuso alcun merito per la stagione in corso perché ha impiegato giocatori inguardabili (Calhanoglu, Rodriguez, Suso su tutti, sostituibili e con insistenza), ne ha bellamente ignorati altri (Caldara, Conti, Strinic, Cutrone ). Non glielo riconosco perché il livello di non gioco è identico alle schifezze viste con Montella, Inzaghi, Brocchi e compagnia e perché l’insperata posizione di classifica è un regalo di Roma tutta.
Sono anni che non assisto ad un dribbling, ad un cross pericoloso, ad un contropiede decisivo, ad una serie di reti stagionali su calcio piazzato. E se questo non avviene è solo colpa di chi si è seduto sulle panchine.
Per il resto dello spettacolo poco edificante di vittorie strappate a Chievo o Sassuolo sputando sangue, non si tratta di successi della determinazione, ma della disperazione.

Ogni anno mi chiedo per quale ragione al mondo allenatori come Giampaolo o Gasperini, con cessioni sanguinose a giugno, riescano puntualmente a mettere in piedi squadre che giocano divinamente e sono ad una manciata di punti dal quarto posto; mi chiedo perché il Castillejo di turno fa un campionato imbarazzante, mentre Ilicic, Linetty o Defrel sono uno spettacolo! Forse perché Samp e Atalanta hanno veri allenatori, o perché sono società che sanno acquistare spendendo poco? Per entrambe le ragioni! Esattamente le ragioni per le quali noi non sappiamo più fare né l’una, né l’altra cosa! E la dirigenza Milan farebbe bene a fare serie ed urgenti riflessioni su tutti e due questi aspetti!

Quindi che siano Juve e Lazio a determinare se siamo capaci di vincere per competere a livelli superiori.