La favola Juventus si è conclusa nel 2019, quando con l'addio al Max Allegri, conseguente l'arrivo di Maurizio Sarri, ha trovato le sue prime difficoltà, che ad oggi dopo l'addio del tosco-napoletano continuano a perseguitare la squadra bianconera con Andrea Pirlo in panchina. La Juventus non è più la stessa, non ha più un simil-gioco, non ha più nulla di quel che aveva appena tre annoi fa. Tre anni fa la Juventus di Allegri era contestata da alcuni tifosi e 'intenditori' di calcio, di non avere un gioco per vincere in Europa, ma che era giustamente forte solo contro le squadre di Serie A, quindi non avendo avversarie all'altezza, vinceva facile i campionati, Coppe Italia e Supercoppa Italia, anche se quest'ultima il tecnico livornese ne ha vinte solo due, 2015 e 2017.
La Juventus scoppia nel 2018 con l'addio di Beppe Marotta e conseguente arrivo di Cristiano Ronaldo, il portoghese che non accetta le scelte del tecnico, anzi comanda lui come giocare e quando giocare, quindi la panchina non è ben accetta, mai... La situazione precipita nell'estate 2019, quando Allegri deve lasciare, per ragioni ancora non del tutto chiare, la panchina della Juventus con un anno di anticipo sul suo contratto, quando la società si allea al pensiero di quei tifosi che vogliono la Champions, e puntano il dito su quel tecnico che non è riuscito a portarla, anche se due finali le ha fatte, perse, ma fatte nei suoi 5 anni in bianconero.
Allegri esce di scena e da quel momento regna il caos nella società; Fabio Paratici e Pavel Nedved che non sanno scegliere un tecnico, e prendono Maurizio Sarri che a sua volta arriva con le sue idee in testa, ma che non può sperimentare perchè non ha giocatori appropriati, alla fine il Covid decide lo scudetto alla Juventus, a fine stagione, dopo un anno di coccolone assurdo, Sarri viene sollevato dal suo posto, e sua maestà Andrea Agnelli, invece ci portare una ventata di positività, porta Andrea Pirlo sulla panchina bianconera, dopo averlo annunciato pochi giorni prima come tecnico dell'Under 23. Pirlo non ha mai allenato, nemmeno le zanzare che nelle notti estive tormentano l'anima di ogni italiano. Pirlo, che in quel poco tempo vede 787 videocassette e cd di tecnici che lo hanno allenato e non, pensa a come deve mostrarsi a bordo campo, un misto tra un Niel Liedhom e Carletto Mazzone, la barba stile Southgate e la genialità di Pep Guardiola.
Ma un conto è allenare, un conto è veder allenare, e Pirlo è sulla terza strada: non aver mai allenato. Pirlo si vede impacciato, muto in panchina, sguardo da cernia impaurita quando qualcosa non va, il gelo lo circonda quando le partite non vanno come pensa, ma lu cosa può dire? Non ha mai allenato. Ma un bel giorno in un Juventus-Sassuolo, il suo sguardo si posa su Roberto De Zerbi (andate a rivedere la gara), e sembra voler scrutare come si muove il tecnico, cosa dice ai suoi giocatori, sembra come pensare "Adesso sento e poi vado di contromossa", la situazione vuole che la Juventus vinca vincitrice nel match, ma quanta sofferenza sotto gli attacchi sassolesi. E già chissà se anche quel presidente in tribuna abbia capito che alla Juventus servirebbe un tecnico in primis e poi uno che sa fare il suo lavoro.

Pirlo sembra destinato a dover fare le valigie a fine stagione, ri-spostandosi all'Under 23, dove avrà tempo per imparare ad allenare, mentre la panchina bianconera potrebbe essere la consacrazione per quel Roberto De Zerbi, che da Sassuolo attende solo la chiamata di una grande squadra, cosa che la Juventus era in quel 2018-2019, e che potrebbe tornare con una scelta giusta, partendo proprio dalla panchina.