Per la Juve è la gara destinata a marchiare la stagione; in caso di vittoria e di superamento del turno, anche l’ottavo scudetto ormai dietro l’angolo assumerebbe un significato e un valore maggiore. 
Per contro l’uscita prematura dalla Champions non farebbe altro che alimentare i soliti discorsi, molto popolari e anche un po’ cattivelli, che la Juve vince in Italia perché gode di una certa sudditanza psicologica da parte della classe arbitrale, mentre in  Europa questo non avviene.

Ma al di là delle battute, è fuori discussione che l’eliminazione produrrebbe uno sconquasso anche in casa Juve, che ad inizio anno è stata pensata e costruita per vincere  la Champions  -  inutile ricordare l’operazione Cristiano Ronaldo e il grosso investimento economico che ha comportato. Per cui le parole fallimento e rivoluzione comincerebbero a cavalcare attraverso i Media e in Estate inevitabilmente  diverse teste sarebbero  destinate a cadere, in primis quella dell’allenatore.

Naturalmente come spesso accade, la verità sta nel mezzo, nel senso che l’uscita dalla Champions per mano dell’Atletico, per quanto potrebbe essere dolorosa, non potrebbe mai rendere fallimentare la stagione bianconera; perché non  bisogna dimenticare che l’Atletico è una delle Big del calcio europeo, come il Real, il Barcellona, il Manchester United, il Bayern Monaco, il PSV e la stessa Juve, per cui contro un avversario di questo tipo si può vincere e perdere, senza dover  fare drammi. Poi e non ultimo,  giudicare un fallimento un’ annata che ti porta in dote una Supercoppa Italiana e l’ottavo scudetto consecutivo, sarebbe semplicemente anacronistico.

Comunque è  chiaro che nella gara d’andata la Juve ha giocato male; come è altrettanto chiaro che Allegri, a livello tattico, non ha azzeccato  la partita, perché  la strategia  di controllare  il gioco in fase difensiva e di affidarsi esclusivamente alle ripartenze nella fase offensiva, non ha affatto  pagato – inoltre la squadra ha sofferto molto più del previsto  la potenza atletica e l’aggressività dell’Atletico.
Ma qui è giusto chiamare in causa anche l’arbitro tedesco Zwayer che è stato troppo tollerante e ha finito per sorvolare su interventi e scontri di gioco  più vicini al rugby che al calcio.
In proposito, per la gara di martedì sera allo Stadium c’è da augurarsi che l’olandese Kuipers, designato ad arbitrare la partita, applichi con maggiore puntualità il Regolamento e impedisca alla formazione spagnola il gioco duro e falloso attuato al Wanda Metropolitano.

La partita, inutile negarlo, è  molto difficile da recuperare;  perché  quando  sei obbligato a vincere  e con almeno tre reti di scarto non è certo un’impresa  di facile realizzazione, e poi non si può dimenticare che l’Atletico dispone di una grande fase difensiva e  di conseguenza  è  abituato a subire pochi   goal – senza considerare la tradizione  della Juve che in Champions non è favorevole per quanto riguarda le  grandi rimonte.

Ma al di là di tutto credo che la Juve possa veramente ribaltare il risultato dell’andata, perché a livello tecnico è sicuramente superiore all’Atletico;  e poi  particolare da non trascurare, martedì sera Simeone e soci  si  troveranno di fronte un’altra squadra, più in forma e più convinta rispetto a quella di Madrid.
Certo l’Atletico dispone di maggiore potenza e di superiore forza atletica;  ed è questa la chiave di volta di tutto il match.
La Juve per forza di cose dovrà impostare la gara sull’agilità e sulla velocità di gioco perché solo in questo modo può sperare di  battere la potenza e l’organizzazione difensiva degli spagnoli - servirà una gara accorta, senza frenesia nelle giocate e con grande determinazione nelle conclusioni a rete;  e servirà soprattutto grande corsa.

Credo che Allegri finirà per giocare con la difesa a tre, con  Cancelo e Bernardeschi  esterni di centrocampo e con Mandzukic e Ronaldo coppia offensiva – Dybala  inizierà probabilmente dalla panchina e potrà  essere una delle pedine decisive da giocare nel finale della partita.
Lo stesso discorso vale per Douglas Costa, che torna dopo il lungo infortunio e non è in grado di giocare dall’inizio; per cui potrà tornare  buono  nella seconda parte della gara.

Finalino dedicato a Moise Kean -  visto il momento di esaltazione che sta vivendo per le due reti segnate contro l’Udinese - non mi stupirei  se Allegri lo gettasse nella mischia per uno spezzone di gara, soprattutto se si dovesse andare ai supplementari; anche se  sono convinto che tutto si concluderà nei 90 minuti canonici.