La Juventus e il Manchester City da una parte, Sarri e Pep Guardiola dall'altra, la UEFA in mezzo. Già, perché quando una società calcistica viene indagata dal massimo organo calcistico europeo e ricorre addirittura al TAS, significa che qualcosa sta succedendo per davvero. Lo sappiamo noi italiani, che viviamo in casa nostra la situazione del Milan, sotto indagine per il periodo '15-'17, che ricorre al TAS e può vedersi privato dell'Europa League, con molti articoli che parlano di un clamoroso ripescaggio del Torino.

Ma in pochi hanno posto l'accento sul fatto che anche il City sia ricorso al TAS, chiaro segnale che la situazione non sia del tutto tranquilla e l'esclusione dalla Champions non un miraggio. La Juve guarda da lontano e gongola, poiché un'esclusione dalle coppe di due anni oppure di uno solo che valga nel prossimo, significherebbe possibilità di esercitare forza sulla clausola di Pep Guardiola che gli da possibilità di cambiare in caso di mancata Champions League. 

Sarri è un'idea che non tramonta affatto, è lui l'obbiettivo numero uno nel caso questo scenario non si verificasse, ma Guardiola non è una pista fredda o conclusa, perché altrimenti Sarri o Pochettino avrebbero firmato dopo le rispettive finali di coppa (come già detto su questo blog, ndr).

Palla quindi alla Uefa, che potrebbe far aprire le danze ad un valzer di panchine non indifferente che potrebbero riguardare quella della Juve, del Chelsea, del City e del Tottenham, con i rispettivi allenatori pronti a scambiarsi loghi e colori sociali sulle rispettive giacche.