Quando Irrati ha chiuso gli occhi per non vedere che il turco del Milan mandava gambe all'aria Rabiot, lanciato verso l'area rossonera e consentiva la ripartenza milanista da cui è nato il gol della squadra di Pioli, ho spento il televisore. Mille concetti, mille idee, cento ipotesi, decine di improperi si sono susseguiti in modo disarticolato in una panoramica cerebrale difficilmente governabile. Tuttavia, dopo lo sconforto del tutto legittimo, ho riacceso la TV omettendo però di ascoltare la voce confusa e un po' faziosa di Marchegiani che supportava il generoso Compagnoni. Ebbene ho pensato, la Juve vincerà nonostante le sviste arbitrali.  Non mi sbagliavo.
Chiesa, autore della migliore esibizione della sua carriera calcistica, ha ridimensionato (almeno in questa occasione) le scorribande spuntate di un volenteroso ma inconcludente Ronaldo. Insomma un Chiesa straripante ha dato il là ad una sinfonia calcistica di rara bellezza. Due gol ed una traversa sono il corollario di un serata da incorniciare. Bravo Chiesa. Federico ha sorpreso anche me che a Firenze vedevo le tue evoluzioni al massimo al 50%, corroborato (si fa per dire) da giovanotti senza speranza, che spendono le loro fragili velleità solo al cospetto della Juventus. Non a caso la Fiorentina gioca sempre la migliore partita della stagione contro i bianconeri.
Ecco Chiesa, chiuso in questo vortice di modeste ambizioni, non aveva mai evidenziato la sua prorompente anima da "folletto" sgusciante sul tappeto verde. La Juve ha trovato un esterno alto di pregevole fattura. Un valore aggiunto che tornerà utile anche per l'assalto alla Champions. Il centrocampo è quello che denota qualche smagliatura. Ramsey, sia pure in progresso, denuncia troppe imprecisioni mentre Bentancurt ha perso lo smalto dei tempi migliori.
Un'ultima riflessione su Bernardeschi che Pirlo continua a utilizzare nei minuti finali. Capisco che è necessario dargli visibilità ed una decorosa vetrina per trovare un acquirente, ma il suo ingresso in campo mette la squadra in inferiorità numerica, quasi come se giocasse in dieci uomini. Insomma non ne azzecca una.

Per concludere, quando la Juve gioca senza amnesie e con la consapevolezza di essere ancora la squadra da battere, diventa un miraggio per le altre concorrenti. Sarà Juve Napoli, la gara da recuperare, che fungerà da liturgia consacratoria di una cerimonia improntata ad un finale di stagione da tempio degli dei.