E’ stato già affermato in più occasioni che una stagione che porta in dote Scudetto e Supercoppa Italiana non può considerarsi che positiva. Nonostante le precoci eliminazioni dalla Coppa Italia e dalla Champions League, la Juventus deve considerare il “bicchiere mezzo pieno”.

Poste queste basi occorre iniziare la programmazione e guardare al futuro. Chiudere la corsa agli obiettivi dell’annata con tanto anticipo può rappresentare certamente un vantaggio perché lascia maggior spazio temporale per ragionamenti e valutazioni. Questi, però, non devono trasformarsi in pericoloso "rimuginio". Quando la mente umana riflette troppo su una medesima situazione rischia di contorcersi in pensieri senza una reale via d’uscita.
Nascono così rebus irrisolvibili. Si originano particolari “cubi di Rubik psicologici” praticamente impossibili da gestire. A quel punto, il pericolo è quello di trovarsi nella confusione più totale e non riuscire ad analizzare la situazione con la necessaria serenità e lucidità. La dirigenza bianconera deve assolutamente evitare tale casistica e sicuramente lo farà.

Il primo punto da discernere è il futuro di Max Allegri. E’ una delle decisioni più complesse. Il toscano lascia o rimane? Difficile capire cosa accadrà e complicato discernere quale sia l’opzione migliore per entrambe le parti. Se dopo la sconfitta con l’Ajax, sia la dirigenza che il tecnico erano parsi molto convinti di proseguire il loro rapporto, ieri Nedved è stato più fatalista. Il ceco ha dichiarato ai microfoni di Sky che “chi vivrà, vedrà”. In settimana, comunque, è previsto il classico incontro di fine stagione tra il livornese e Andrea Agnelli. E’ molto probabile che dopo il famigerato rendez-vous, le nubi relative a questa situazione si dissolveranno.

Si ponga comunque il caso che, dopo 5 anni di successi, le parti decidano di separarsi consensualmente. L’ipotesi è tutt’altro che remota. A quel punto, chi potrebbe essere il sostituto di Allegri? Questa è la seconda domanda che assilla i tifosi juventini. La loro mente, ormai, funziona come un diagramma a flussi per il quale ogni risposta conduce in un percorso diverso fatto di nuovi quesiti e relative soluzioni. Tutto questo ha un unico obiettivo: creare una Vecchia Signora ancora più forte sia in Italia che in Europa. Si cerca di rispondere, quindi, anche a tale secondo argomento.

Per ora regna la massima confusione. E’ naturale che sia così. Nella vita è sempre obbligatorio provare a evitare di far combaciare più problemi. Prima si discerne una data situazione, poi, si rifletterà su quella che segue. Non percorrendo tale strada, il rischio sarebbe quello di sprecare tempo ed energie.

In ogni caso, le soluzioni sarebbero parecchie. La più intrigante è sicuramente quella che conduce diritti a Guardiola. E’ chiaro che la Juventus, Cristiano Ronaldo e il tecnico catalano potrebbero creare un mix praticamente erotico per i supporter della Vecchia Signora. L’allenatore del Manchester City costerebbe molto dal punto di vista economico, ma potrebbe creare un grande ritorno grazie alla sua celebre immagine. Questa soluzione rappresenterebbe il più netto distacco possibile rispetto al recente passato. Allegri e Pep viaggiano su poli opposti. Le loro idee di calcio sembrano totalmente diverse. Guardiola, poi, non pare certo quel tecnico che si adatta all’ambiente in cui si trova. E’ un allenatore che cerca di plasmare la propria compagine al suo credo. Questa potrebbe essere una delle principali difficoltà che ha incontrato lontano da Barcellona e si è notata soprattutto nella sua parentesi in Baviera. Il Bayern Monaco, infatti, è una squadra dalla forte identità tedesca e diventa difficile modificare il suo stile. E’ assolutamente scontato che tale situazione potrebbe ripresentarsi anche a Torino. Pure i Campioni d’Italia hanno loro geni ben definiti che compongono un DNA molto particolare. L’ispanico, quindi, avrebbe bisogno di tempo per trovare i giusti equilibri tra il suo pensiero filosofico e la realtà bianconera. A quel punto, però, l’eventuale composto rischierebbe di essere davvero molto libidinoso. Il catalano avrebbe sicuramente necessità di un mercato particolare. Dal discorso proposto, infatti, si deduce che non si sta parlando di quell’allenatore che ami plasmare qualsiasi materiale sia messo a sua disposizione.

L’ipotesi che porta il nome di Sarri è sulla stessa falsariga di quella ante descritta. Sacchi, Guardiola e il manager del Chelsea sono un trio di professionisti che si stima parecchio. Tale fiducia reciproca deriva certamente pure dal fatto che condividono le idee e la filosofia. Senza nulla voler levare al nostro compatriota, è chiaro che il suo sbarco a Torino può essere paragonato a quello del catalano, ma con le dovute proporzioni. Pure questa alternativa è tutt’altro che negativa. Anzi, rispetto allo spagnolo, Sarri conoscerebbe meglio il nostro campionato nel quale ha già allenato. L’ispanico, invece, vi ha solo militato quale giocatore.
In questa stagione, Maurizio sta dimostrando il suo reale valore. E’ vero, il suo Napoli giocava un gran calcio, ma i migliori risultati li sta ottenendo in Inghilterra dove ha condotto i Blues al terzo posto nella Premier, in finale di Coppa di Lega e di Europa League. Vedremo se riuscirà a conquistare quest’ultima competizione chiudendo una stagione che a quel punto sarebbe praticamente perfetta oppure se vincerà l’Arsenal. In ogni caso, resterà un’ottima annata. Non va dimenticato che, Oltremanica, la sua squadra ha lottato con le migliori d’Europa ed è giunta davanti a un Tottenham che, il primo giugno, giocherà l’ultimo atto della Champions League. Rispetto alla sua avventura campana, Sarri si è dimostrato meno integralista e più aperto alle necessità che la sua compagine ha palesato. Il Chelsea non avrà proposto il calcio degli azzurri, ma è stato molto più concreto. Difficile, però, che l’italiano abbandoni Albione.

Quella appena citate sarebbero le ipotesi di maggiore cambiamento. Restando più fedeli al DNA bianconero, la scelta potrebbe ricadere su Antonio Conte. “Minestra riscaldata?” Difficile da dire.
Al di là dei rapporti tra il salentino e Agnelli sui quali è meglio glissare perché non si conoscono in misura sufficientemente dettagliata, il ritorno del pugliese esalta tanti tifosi della Vecchia Signora, ma ne lascia perplessi molti altri. I supporter juventini ringrazieranno sempre il vate che li ha condotti dalle sabbie mobili alla gloria, ma questi fa parte di una “storia che fu”. Negli ultimi anni, la sua aurea ha sempre aleggiato sullo Stadium e l’ipotesi di un ritorno è stata concreta da quel famoso caldo giorno di luglio nel quale decise di abbandonare la nave.
Detto questo, come nei migliori film, è meglio non rischiare di distruggere una storia così romantica con un sequel che potrebbe non essere all’altezza. I campioni d’Italia, poi, hanno necessità di raggiungere risultati in Europa e si osserva il “curriculum contiano” non si nota un grande entusiasmo verso le competizioni continentali. Tolta la felice parentesi di Euro 2016, con la Juve e con il Chelsea, il leccese non è mai stato eccelso oltreconfine. Supremo, invece, il suo cammino nelle manifestazioni nazionali, ma al momento la Vecchia Signora cerca altro. 

Maurcio Pochettino? Sicuramente il suo futuro al Tottenham non è certo. Dal punto di vista economico, però, la soluzione che conduce all’argentino avrebbe costi elevati. Il suo credo è un giusto compromesso tra il “guardiolismo” e “l’allegrismo”. Gli Spurs giocano un calcio molto propositivo e coraggioso, ma non disdegnano il pragmatismo. A manifesto di quest’ultima caratteristica si erge la ripresa giocata contro l’Ajax che ha condotto gli inglesi in finale di Champions League. L’ingresso in campo di Llorente ha permesso agli uomini guidati dal tecnico sudamericano di cercare l’ariete spagnolo anche evitando un fraseggio che sino a quel punto era risultato piuttosto sterile. La rimonta è stata completata proprio prendendo spunto da una simile giocata. Sulla panchina del Tottenham, Pochettino ha sempre ottenuto risultati postivi tanto da essere considerato ipotetico sostituto di Zidane su quella del Real Madrid. In realtà, però, la scelta ricadde su Lopetegui. Detto questo, l’allenatore albiceleste non ha mai vinto un titolo. Come molti sudamericani, è un allenatore molto passionale e tale imprinting potrebbe risultare uno svantaggio in un ambiente juventino che ha già una specie di ossessione verso la Champions League. Mauricio, poi, non ha mai avuto modo di conoscere da vicino il nostro calcio. Si sta parlando comunque di un grande tecnico che, come dimostrato a Londra, è tutt’altro che integralista e raggiunge il massimo con il materiale a disposizione.

Si giunge, quindi, a Deschamps. Trattasi di campione del mondo in carica, di tecnico che conosce a menadito l’ambiente bianconero e la serie A. Fu lui a estrarre la Vecchia Signora dalle sabbie di Calciopoli e a condurla nella massima categoria. Sicuramente avrebbe il phisique du role per sedersi sulla panchina bianconera. Una controindicazione, però, potrebbe essere legata al fatto che, dal 2012, non ha avuto modo di allenare un club. E’ da quell’anno, infatti, che guida la Nazionale Francese. E’ risaputo che la professione del c.t. è alquanto differente da quella del tecnico. Quale è il suo credo calcistico? Come giocherebbe una squadra da lui condotta? Tutte domande di oscura risposta.

Ecco, quindi, che si arriva alle ultime ventilate ipotesi. Queste provengono direttamente dalla nostra serie A e, dal punto di vista economico, rappresenterebbero certo soluzioni molto percorribili per la Juve. In primo luogo, trattasi di Gasperini. L’allenatore del miracolo atalantino è avvicinato alla panchina della Roma. Come Sarri e Guardiola, anche il nerazzurro ha una sua idea di calcio ben definita che avrebbe bisogno di tempo per potersi esprimere nel migliore dei modi. Sia sulla panchina del Genoa che su quella della Dea, però, i risultati sono sempre stati a suo favore e, in quelle città, è un autentico vate. La scelta che conduce al mister di Grugliasco non è certamente da porre in secondo piano. Pure lui conosce l’ambiente juventino avendo guidato la Primavera bianconera a importanti successi. Sia con i rossoblù che con i bergamaschi ha, poi, avuto modo di partecipare all’Europa League maturando così esperienza a livello internazionale. Resta un dubbio legato alle sue potenzialità comunicative. Nel calcio moderno, oltre alle conoscenze tecniche e tattiche, è molto importante essere fini gestori dei media. Se Gasperini è ottimo psicologo all’interno del suo gruppo e nel rapporto con i tifosi, per ora, non ha avuto occasione di mostrare le sue grandi doti oratorie nell’affrontare la pressione che propone la stampa ai club di prima fascia.

Un discorso diverso, invece, si deve fare per Mihajlovic. Attenzione perché pure il nome del serbo è accostato alla Juve. Agnelli, infatti, ha sempre stimato l’allenatore del Bologna che in una recente conferenza stampa ha posticipato discorsi legati al suo futuro. Trattasi di abile comunicatore che sovente regala ai media massime letterarie e perle di saggezza. Pure lui, ha l’esperienza e il carisma per guidare un grande club. Il suo nome, però, potrebbe non entusiasmare la piazza juventina. Sinisa non ha parificato i successi ottenuti come tecnico a quelli avuti da calciatore. Il mister rossoblù, inoltre, non ha sempre avuto un rapporto felice con i colori bianconeri. Come accaduto per Allegri, però, tale ultima prerogativa non pare interessare molto alla dirigenza della Vecchia Signora. Quanto successo con l’allenatore toscano potrebbe avvicinarsi molto a quanto si assisterebbe nel caso in cui la scelta ricadesse sul serbo. Entrambi, infatti, giungerebbero a Torino con un curriculum non così esaltante che potrebbe fornire alla società la possibilità di mantenere saldo il rigore delle gerarchie ponendosi evidentemente al di sopra della situazione. Insomma, attenzione alla soluzione che conduce a Mihajlovic perché potrebbe rappresentare un sistema interessante di requisiti importanti.

Questi sono solo i principali nomi che ruotano intorno alla galassia juventina, ma non si esclude alcuna sorpresa. Anzi, questa è più che probabile.

Ah dimenticavo, in tale decisione occorrerà considerare pure il pensiero di Cristiano Ronaldo. L’idea del portoghese potrebbe non essere decisiva, ma sicuramente sarà ascoltata.