La Juve "olimpica" reagisce alle accuse di scarso rendimento con una squadra apparentemente rimaneggiata come il Napoli che schiera, nel sottotono del corpo cronisti, diversi positivi al Covid. E lo fa in tre giorni. Tant'è vero che dopo il primo goal giallorosso, prova di una difesa da rivedere, viene graziata per esigenze di sicurezza, le stesse che impongono il silenzio stampa sui positivi del Napoli, dall'arbitro che finge di non vedere il mani netto di De Ligt in area, che porterebbe al due a zero per i lupi. Già, il ragazzone olandese non può caricarsi, a mo' di quel madrileno di cui non ricordo il nome, di tutto il lavoro della difesa, tant'è vero che contribuisce a rendere più ripida la china juventina con un altro mani nel secondo  tempo.
Stavolta la partita è in fase avanzata. L'arbitro non perdona: rigore ed espulsione.
A merito della Roma e demerito della Juventus osserviamo, intanto, le qualità aeree della prima e la scarsa contraerea della seconda. Squadra, la prima, in cui si nota ormai la mano di Mourinho quando, a tratti, mostra una disposizione feroce almeno quanto quella rivelata in casa loro contro la Invencible Armada atalantina. Sorprendente.
Ma c'è un ma. L'illuminazione avviene a metà del secondo tempo per la Juve.
I "fagioli" con cui si pretendeva di fare le nozze ad inizio campionato entrano in campo, in particolare due in lista di partenza già al termine del girone di andata, e osserviamo. Morata, accusato di non fare abbastanza goal, tiene alta la squadra collaborando efficacemente alla manovra di rimonta e consentendo a Cuadrado di uscire fuori dai suoi non naturali compiti di copertura, che per buona parte del match gli hanno impedito di svolgere il prezioso lavoro che i più gli riconoscono. Artur, occupando la porzione inferiore del centrocampo, fa partire le sue semplici ed efficaci geometrie liberando, al contempo, Locatelli da impegni non a lui consoni e consentendogli quello verso cui è più portato, in particolare l'inserimento dalla mediana. Non è Pirlo. Il resto è storia visibile. Non sarà ancora, la Juventus, una macchina distruttiva come l'Inter, ma mostra la mano di Allegri, ove il gioco si fa arioso, dalle ampie aperture e dalle proporzioni più vaste, in rapporto al campo, del tanto osannato Tikitaka.
Sarebbe l'ora di abbandonare questi spagnolismi.