Cos’è successo in Europa nel week-end? Beh, come al solito moltissimo. Il riepilogo però, stavolta finirà inevitabilmente per essere diverso: la seconda “puntata” - ufficiale - di Jumping Back To Tha Last Step, si affaccia come sempre sui regni di Francia, Spagna e Germania, non sul trono inglese però, lasciato vacante dalla regina Elisabetta II, dopo ben settant’anni in cui ha condotto magistralmente il suo paese, interfacciandosi di volta in volta, con tutti gli uomini di potere britannici e stranieri.
Senza aggiungere nulla sulla figura della grande regina, mi unisco al cordoglio inglese, augurandogli un meritato e sereno riposo.
Nel frattempo, riposo che si è concesso la Premier League, proprio in seguito al lutto nazionale stabilito dal governo inglese, in attesa di capire quando verrà recuperata la settima giornata.

                                               LIGUE 1

A proposito di recuperi: mercoledì, con tutti chiaramente focalizzati sulle gare di Champions, è passata in sordina la partita tra Lorient e Lione, unica gara rimasta in sospeso dalla seconda giornata di Ligue 1. Senza entrare nel dettaglio, il Lione non è riuscito a far suoi i tre punti che l’avrebbero portato a pari punti con Psg e Marsiglia primo in classifica, anzi ha addirittura perso, per 3 a 1, vedendosi agganciare proprio dai bretoni, a quota tredici punti. A decide il match, le reti di Le Fee al 6°, pareggio del solito Lacazette al 28°, Moffi a riportare avanti i padroni di casa al minuto 33, e Ouattara, che chiude definitivamente il discorso al 49°. Una battuta d’arresto che quindi pesa particolarmente, nell’economia della classifica per il Lione, comunque protagonisti di un buon inizio stagionale, in linea con l’obiettivo prefissato di ritornare a giocare ancora di mercoledì, ma le gare certamente più entusiasmanti - e sotto le note più ambite - della coppa dalle “grandi orecchie”.

Questi invece, i risultati della 7° giornata:
Lens - Troyes 1-0
Psg - Brest 1-0
Marsiglia - Lille 2-1
Strasburgo - Clermont 0-0
Ajaccio - Nizza 0-1
Lorient - Nantes 3-2
Angers - Montpellier 2-1 
Tolosa - Reims 1-0
Rennais - Auxerre 5-0
Monaco - Lione 2-1 

CLASSIFICA: PSG 19 - MARSIGLIA 19 - LENS 17 - LORIENT 16 - LIONE 13 - RENNAIS 11 - MONACO 11 - LILLE 10 - CLERMONT 10 - MONTPELLIER 9 - TOLOSA 8 - NIZZA 8 - TROYES 7 - AUXERRE 7 - NANTES 6 - REIMS 6 - STRASBURGO 5 - BREST 5 - ANGERS 5 - AJACCIO 1

                                                                     Lens - Troyes 

Al Estade Bollaert-Delelis, il Lens di Fofana, sfida il Troyes, cercando di confermarsi al fantastico livello con cui hanno impattato la stagione 2022/23.
Franck Haise, tecnico dei “sangue-oro”, sceglie questo undici:
Samba - Gradit Danso Medina - Cabot Samed Poreba Haidara - Openda Da Costa - Sotoca 
Per l’Estac scendono in campo:
Gallon - T. Balde Rami Pamer Porozo Larouci - Rony Lopes Tardieu Kouame Ugbo - Mama Balde
Al 6° subito prima grande chance per i padroni di casa: dalla sinistra, sua fascia di competenza, Facundo Medina crossa al centro di mancino, la palla attraversa l’area e il pupillo Openda la impatta di destra, trovando però soltanto la traversa. Al 16°, il difensore centrale Gradit esce infortunato, al suo posto entra Frankowski; proprio lui, al minuto 39, a battere la punizione ancora dall’out mancino, che porta al vantaggio Lens: Frankowski da uno sguardo al centro, poi di destro la mette, e Kevin Danso, stacca bene anticipando Thierno Balde, e di testa trafigge Gollon. Al 69° ancora una traversa per Le Sang et Or: calcio d’angolo battuto corto da Cabot che serve velocemente Pereira Da Costa, questi tocca una sola volta in direzione dell’area e mette il cross, a colpire a botta sicura Sotoca, ma trova la grandissima parata di Gollon, che con un colpo di reni va a deviare la sfera sul legno. Sul finire ancora una grossa occasione per Openda, che lanciato in profondità, riesce ad addomesticare il pallone, sfida Porozo nella parte destra dell’area e calcia a mezza altezza, dove arriva, Gollon, per il secondo grande intervento di giornata.
Lens al terzo posto in classifica, a quota 17. Squadra tosta, organizzata e veramente bella da vedere. Complimenti ad Haise per aver costruito questo piccolo contesto con ambizioni da “grande”.

                                                                     Psg - Brest

Dopo la vittoria di misura in Champions, a danni della Juventus, è tempo di Ligue 1 al parco dei principi: i capitolini per la settima giornata, ospitano il Brest del franco-armeno Michel Der Zakarian. Niente turnover, stavolta, per Galtier, almeno per quanto concerne i tre davanti; giorno di riposo solo per capitan Marquinhos e per il terzino Mendes. 
Così in campo il Psg:
Donnarumma - Pereira Ramos Kimpembe - Hakimi Verratti Vitinha Bernat - Messi Mbappè Neymar
Il Brest, si oppone con:
Bizot - Fadiga Duverne Chardonnet Herelle Brassier - Camara Lees-Melou Belkebla - Honorat Slimani
Partita controllata dal Psg come accade praticamente sempre, possesso palla ordinato e ricerca della profondità, con il dialogo sempre fruttuoso tra l’ex coppia blaugrana Messi-Neymar. Proprio sull’asse catalano, nasce il vantaggio del Paris: Messi riceve sul cerchio di centrocampo, avanza di qualche metro e vede il movimento verso la porta del “dieci”, lo pesca con il suo mancino fatato, lanciandogli palla da oltre trenta metri, o ney controlla, e spedisce - anch’egli di mancino - alle spalle di Bizot; gol bellissimo, l’ottavo in questa Ligue 1 per la stella della seleçao, che gli vale anche il momentaneo titolo di capocannoniere del campionato. Al 50°, Kimpembe inizia l’azione dalla sinistra servendo Neymar, questi appoggia Messi che di prima intenzione gira in profondità per Mbappè, il francesino riceve e controlla, affronta Chardonnet e lo supera con un movimento ad allargarsi verso destra, fa partire il cross e di testa intercetta Messi, che trova il palo pieno, lasciando la partita ancora sul minimo vantaggio. Al 69°, il Psg rischia di capitolare, con un’azione personale del terzino Fadiga, da cui scaturisce un calcio di rigore: il numero novantanove semina il panico in mezzo alla difesa parigina, creandosi uno spazio superando dapprima Bernat, poi sfidando di slancio Kimpembe, il quale non riuscendo più a contendere il pallone al belga, lo stende, causando il penalty che può cambiare le sorti del match; sul pallone Slimani, che calcia a mezza altezza alla sinistra di Donnarumma, trovando la grande opposizione dell’azzurro. Ultimo e unico vero pericolo per i “rossoblu”, che si prendono altri tre punti, riuscendo così a mantenere il primato in classifica.
L’impressione è che il lavoro di Galtier, più mentale che di gioco, sia già evidente in questa squadra, capace rispetto al recente passato di superare meglio i pochi momenti di difficoltà che arrivano, riuscendo a gestire molto bene i novanta minuti, e l’ego delle tante stelle. 

                                                                    Marsiglia - Lille

Partita ostica per la capolista Marsiglia: al Vèlodrome, arriva il Lille dell’ex Roma Paulo Fonseca, il quale si ritrova contro Under, Pau lopez e Veretout, ragazzi allenati nel suo biennio in giallorosso, e che ad eccezione del francese, non hanno vissuto momenti felicissimi con l’allenatore lusitano, serbando forse una motivazione extra per fare bene.
Tudor, ormai con in testa l’obiettivo di infastidire seriamente il Psg nella corsa al titolo, schiera:
Pau Lopez - Mbemba Gigot Balerdi - Clauss Guendouzi Gueye Kolasinac - Under Harit - Alexis Sanchez
Per il Losc, invece:
Chevalier - Diakite Fonte Djalo - Zedadka Andre Gomes Ismaily - Ounas David Bamba
La gara è subito a ritmi altissimi, con entrambe le compagini che hanno bisogno assoluto di punti, il Marsiglia per continuare a tenere testa al Psg, il Lille per cercare di risalire in classifica, coinvolta in un momento altalena tra vittorie e sconfitte, che gli ha permesso finora di raccogliere solo dieci punti. Al dodicesimo il punteggio passa da zero e zero, a zero a uno: fantastica palla rubata a centrocampo da Diakite, che va via con una “veronica”, cede palla ad Ounas, questi serve sulla destra Bamba, a sua volta mette in profondità di nuovo per Diakite che ha preso il fondo della fascia destra, mette in mezzo per Ounas, che prende posizione e si gira intorno al corpo di Gueye, andando a calciare di sinistro verso il palo più lontano, colpisce talmente da prenderlo in pieno, e sul rimpallo arriva Ismaily, che deposita alle spalle di Pau Lopez. Il Marsiglia non si disunisce, e al 26° trovo la rete del pareggio: Harit porta palla centralmente fino al limite dell’area, serve sulla destra Under, che di prima la mette al centro, dove spietato come un Killer, Alexis Sanchez fa uno a uno; quarto gol in sei partite per l’ex Inter, un impatto pazzesco del cileno, che sta portando la squadra della Costa Azzurra a rappresentare una seria oppositrice dell’armata parigina. Il Marsiglia prende le redini della gara, e prima con Harit sfiora il vantaggio, da un’azione costruita da un recupero palla di Clauss sulla destra, poi trova il gol del due a uno, al 61° con Gigot: calcio di punizione battuto dalla sinistra da Under, palla a centro area spizzata da Kolasinac e indirizzata verso Gigot, che di stinco batte Chevalier. Vittoria preziosa per l’OL, soprattutto dopo la sconfitta di Champions subita dal Tottenham. Gli uomini di Tudor si riscattano prontamente, mostrando un’ottima condizione atletica e un gioco godibile, dando impressione di non essere per caso dove sono: primi in classifica.
Impressione che invece non è riuscita a dare l’Olimpique Lione, che in quattro giorni lascia sul campo sei punti, uscendo battuti dalla trasferta monegasca: 2-1 cn le marcature di Badiashile al 55°, di Maripan al 63°, e quella che ha dato qualche chance nel finale ai lionnesi, realizzata da Ekambi al minuto 81, chance però non colta, e sconfitta che pesa come un macigno, con la testa della classifica adesso distante già sei punti, al momento fuori anche dalle prime quattro, scavalcati proprio da quel Lorient che aveva dato agli uomini di Bosz, il primo dispiacere di una settimana da dimenticare.
Nota “giovane da tenere d’occhio”: attenzione al diciannovenne Cherki del Lione; questo ragazzo sembra avere numeri da potenziale crack. Dicono abbia un caratterino niente male: “guagliò, se vuoi fare la differenza, ogni tanto ti devi mordere la lingua!”

                                              LA LIGA

Risultati 5° Giornata:
Girona - Real Valladolid 2-1
Rayo Vallecano - Valencia 2-1
Espanyol - Siviglia 2-3
Cadiz - Barcellona 0-4
Atl. Madrid - Celta Vigo 4-1
Real Madrid - Maiorca 4-1
Elche - Atl. Bilbao 1-4
Getafe - Real Sociedad 2-1
Real Betis - Villareal 1-0
Almeria - Osasuna 0-1

CLASSIFICA: REAL MADRID 15 - BARCELLONA 13 - REAL BETIS 12 - OSASUNA 12 - VILLAREAL 10 - ATL. BILBAO 10 - ATL. MADRID 10 - GIRONA 7 - RAYO VALLECANO 7 - CELTA VIGO 7 - REAL SOCIEDAD 7 - VALENCIA 6 - MAIORCA 5 - ALMERIA 4 - ESPANYOL 4 - SIVIGLIA 4 - REAL VALLADOLID 4 - GETAFE 4 - ELCHE 1 - CADIZ 0

                                                                Cadiz - Barcellona

Il Barça fa visita al fanalino di coda Cadiz, e quindi con un unico risultato accettabile: la vittoria. Tre punti da prendere a ogni costo, per cercare di stare in scia del Real Madrid, fin qui inarrestabile sia in campionato che nella prima gara in coppa. Anche il Barça comunque, finora ha saputo solo vincere, ad eccezione di quella prima in casa con il Rayo Vallecano, che gli costa il possibile en-plein. Dopo il 5-1 con cui hanno liquidato il Viktoria Plzen, Xavi opera un turnover quasi titolare, sfruttando così la lunga rosa qualitativa che ha a disposizione. 
Questi, gli uomini in campo per la trasferta andalusa:
Ter Stegen - Bellerin Araujo Pique A.Balde - De Jong Busquets Gavi - Raphinha Depay F. Torres
Per il Cadiz:
Ledesma - Zaldua Hernandez Mbaye Espino - Alex San Emeterio - Alejo Sobrino Ocampo - Lucas Perez
Trasferta storicamente parecchio complicata per i catalani, che in più occasioni hanno lasciato punti sul campo del “piccolo” Cadiz. Al 10° prima grande chance per il Barça: Gavi conquista palla, la scarica sulla destra a limite dell’area per Raphinha, il brasiliano se la aggiusta col mancino e una frazione di secondo dopo la scarica in porta; la palla si schianta piena sul palo alla destra di Ledesma, questa torna in campo e diventa buona per Ferran Torres, che a sua volta prova la conclusione, purtroppo per lui larga alla destra dell’estremo difensore. La partita chiaramente la fanno gli ospiti, ma senza riuscire a sbloccare il risultato, con occasioni che pure ci sono, ma non vanno a segno prima con Depay, poi con Torres. Il gol arriva al 54°: Raphinha mette un bel pallone per Gavi sulla destra questi la mette in area e trova la respinta corta di Ledesma, sulla quale si avventa De Jong, che deve solo poggiare in porta. Dieci minuti dopo, arriva un gol fotocopia, ma non un esecutore finale diverso; da qualche minuto infatti, è entrato sul terreno di gioco il terrore delle difese “crucche”, ora anche di quelle spagnole: Bellerin serve sulla destra Raphinha, questi mette in mezzo trovando ancora la respinta corta di Ledesma, il pallone resta lì, e a Lewandowski non gli sembra vero, si avventa come un falco su quel pallone e mette dentro il 2-0. Nove gol in sei partite, sei in cinque di Liga, della serie cambiando l’ordine dei campionati, il capocannoniere non cambia. Al 70° gioco interrotto per quarantacinque minuti, a causa di un malore subito da un tifoso sugli spalti: meravigliosa la disponibilità dei giocatori, che pur subendo emotivamente la situazione, si sono adoperati prontamente per cercare di supportare i sanitari e l’uomo in difficoltà; iconica la corsa di Ledesma, che riceve un defibrillatore portatile e lo porta più veloce che può verso la tribuna e lo lancia verso la stessa. Fortunatamente rianimazione andata a buon fine, e gioco ripreso. Al minuto 85, Dembele, subentrato a Ferra Torres, pesca con un bellissimo lancio rasoterra Lewandowski, il quale tiene palla e resiste nel corpo a corpo con Zaldua, vede l’arrivo di Ansu Fati - entrato in luogo di Raphinha - e lo serve, senza guardare, lasciando allo spagnolo il tap-in del tre a zero. Al 91° fantastica azione personale di Dembele: l’esterno francese va veloce sulla fascia destra, si accentra, supera Espino, finta di calciare con il sinistro ingannando anche Mbaye e a quel punto, calcia di destro, trovando la deviazione di Ledesma, che però non trattiene, regalando di fatti il 4-0 ai ragazzi di Xavi. Ennesima prova convincente per i catalani, che non sbagliano più nulla, neanche facendo turnover totale. Il Madrid è avvisato, e il guanto di sfida è lanciato: ne vedremo delle belle!

                                                                Real Madrid - Maiorca

Che sia campionato o coppa, i blancos conoscono solo la vittoria. Al Bernabeu di Madrid, il Real prova a fare cinque su cinque: ad opporsi ai campioni di Spagna e d’Europa, i “baleari” del Maiorca, che finora hanno collezionato cinque punti in quattro partite.
Ancelotti, orfano di Benzema, che si è infortunato contro il Celtic, nella trasferta scozzese, sceglie Hazard nella posizione di “falso nueve”, andando a comporre un tridente “fantasia” con il duo brasiliano Rodrygo-Vinicius. 
Così il Madrid:
Courtois - L. Vazquez Rudiger Alaba Mendy - Valverde Kroos Ceballos - Rodrygo Hazard Vini Jr
Il tecnico Aguirre, schiera così, il suo Maiorca:
Rajkovic - Maffeo Valjent Raillo Nastasic Costa - Dani Rodriguez Battaglia De Gallareta - Muriqi Lee Kang-in
Passano appena trenta secondi e il Maiorca è subito pericoloso:
Maffeo lancia in avanti a cercare la punta, Muriqi accorre verso il pallone, lo tocca scavalcando Rudiger con un “sombrero”, lascia rimbalzare il pallone e calcia al volo, trovando la bella risposta di Courtois, che gli nega la gioia del gol. Gioia che arriva comunque, al minuto 35: calcio di punizione dalla sinistra battuto da Kang-in, palla che spiove sul secondo palo, dove di testa, il “pirata” Muriqi, fa uno a zero per gli ospiti. Al 47°, azione pazzesca di Federico Valverde, il quale decide che è ora di finirla con “sto scherzo” del Maiorca in vantaggio: riceve palla da Ceballos prima del centrocampo, si lancia di corsa a testa bassa e supera di slancio Battaglia, poi giunto a limite dell’area, Vini jr gli porta via Nastasic con un movimento a tagliare, “el pacarito” si accentra e lascia partire una botta di sinistro che si va a infilare all’incrocio dei pali, alle spalle dell’ incolpevole Rajkovic; rete da vedere e rivedere. La partita è viva, e lascia spunti interessanti da entrambe le parti; da segnalare un tiro a giro di Lucas Vazquez, molto vicino al montante alla sinistra del portiere, e una grossa occasione capitata sui piedi di Antonio Sanchez, subentrato al 59° a De Gallareta. Al 72°, arriva il vantaggio Real: Modric trova un varco per Rodrygo, il brasiliano riceve e supera in dribbling Maffeo, arriva sulla linea dell’area e serve Vinicius che va via alla sinistra di Valjent e incrocia, battendo l’estremo “maiorchino”. Al minuto 88, Rodrygo si ripete in percussione, stavolta dalla destra, "slalomeggia" tra Nastasic e Raillo, mettendo persino a sedere il secondo, e calcia a rete, superando per la terza volta il numero uno degli ospiti. A 93°, c’è tempo anche per la prima gioia in maglia “blanca” per Toni Rudiger: calcio di punizione battuto da Kroos dalla destra, il pallone attraversa l’area e arriva sul secondo palo, dove il difensore ex Roma e Chelsea calcia al volo, per il 4 a 1 conclusivo.
Un Real bellissimo, che segna gol di una difficoltà inimmaginabile, con interpreti pazzeschi. Questa squadra è tremendamente vincente, ed è già nel futuro con giocatori come Valverde, Vinicius e Rodrygo, così giovani quanto fortissimi. Nonostante un Maiorca ben messo in campo, questo Madrid è ingiocabile, anche senza il suo bomber prossimo pallone d’oro. 
Nota “seleçao”: non siamo ai livelli del 2002, quando il Brasile si presentava con Ronaldo il fenomeno,Ronaldinho e Rivaldo, ma Rodrygo, Neymar e Vinicius, sono comunque un trio che in questo momento nessuno al mondo può vantare, senza contare che con questa gente qua, rischiano seriamente di finire in panca campioni del calibro di Firmino e Gabriel Jesus. 

                                                             Real Betis - Villareal 

 Dopo la battuta d’arresto subita settimana scorsa per mano del Real Madrid, nuova partita ostica per gli andalusi del Betis, che ospitano al Benito Villamarin, il Villareal di Unai Emery.
Pellegrini per provare a riprendere la marcia, si affida a:
Rui Silva - Sabaly Pezzella Luiz Felipe Alex Moreno - G. Rodriguez W. Carvalho - L. Henrique Canales Rodri - B. Iglesias
Il "Submarino Amarillo" scende in campo con:
Rulli - Femenia R. Albiol Pau Torres Pedraza - Y. Pino Capoue Parejo Lo Celso - G. Moreno N. Jackson 
La prima occasione è per i “biancoverdi”
: al 6°, calcio d’angolo battuto dalla sinistra e deviazione al volo di William Carvalho, che trova la respinta di Rulli. Praticamente l’unico squillo del primo tempo per i padroni di casa, che soffrono tremendamente gli scambi veloci delle punte del submarino amarillo, con Nicolas Jackson e Moreno, spesso pericolosi e al tempo stesso spreconi, come al dodicesimo, quando su invito di Jackson, Gerard non riesce a segnare, da pochi passi, rimpallato dall’ex Lazio Luiz Felipe. Chance clamorosa, ancora una volta sciupata malamente, ma da Lo Celso: Moreno sul cerchio di centrocampo, sfrutta una situazione di contropiede e lancia sulla sinistra Jackson, questi porta palla fino all’ingresso dell’area di rigore e serve al centro per Lo Celso, che calcia, praticamente addosso a Rui Silva, permettendo allo stesso di fare bella figura. Al 43°, è lo stesso Jackson a vanificare l’ennesima opportunità di sbloccare il match: da un pallone buttato avanti dalla retroguardia ospite, nasce lo spunto di Jackson, che va corpo a corpo con l’ex viola German Pezzella, lo vince, e con il grosso del lavoro ormai fatto, sbaglia la cosa più semplice, ovvero mettere palla alle spalle di Rui Silva, calciando largo alla sinistra del portiere lusitano. Come spesso accade, arriva spietata la “dura legge del gol”: “loro stanno chiusi ma, alla prima opportunità, salgon subito e la buttan dentro a noi” (la dura legge del gol - 883); al 60°, Carvalho gestisce palla sulla trequarti, serve Luiz Henrique e il brasiliano mette un invitante pallone sul secondo palo, che trova il colpo vincente di Rodri, che con la sua zampata, regala vantaggio e vittoria ai suoi. Dopo l’uno a zero infatti, la partita cambia volto, ed è più il Balompie ad andare vicino al raddoppio che gli uomini di Emery ad arrivare ad un possibile pareggio. Solo due minuti dopo, lo stesso Luiz Henrique, stoppa un bel pallone sul lato destro, entra in area e batte a rete, conclusione però respinta bene da Rulli. La partita non dà più grossi spunti, se non una conclusione velleitaria di Coquelin - subentrato al 71° per Capoue - su suggerimento di Lo Celso, e di Aitor, entrato al posto dell’uomo partita Rodri, che calcia alle stelle un pallone nei minuti di recupero. Non una gara eccezionale del Betis, che comunque veniva anche dalla lunga trasferta di Europa League in terra finlandese contro l’Helsinki, per cui con un po’ di stanchezza accumulata sia dalla partita, che dal viaggio in se. Dopo lo stop contro il Madrid quindi, la squadra andalusa riprende il cammino, portandosi a dodici punti, davanti al Villareal battuto, e soltanto alle spalle dei “blancos” e dei “blaugrana”, unici reali “competitors” nella lotta alla Liga. 
Nota Europa League: considerando che abbiamo già perso la prima, contro i tutt’altro che irresistibili bulgari del Ludogorets, sarà dura vincere il girone di coppa. Il Balompie è squadra vera, e cosa più importante nei discorsi, a differenza nostra è già a tre punti. Siamo solo all’inizio, ma se chi ben comincia è a metà dell’opera, di certo noi l’opera non solo non l’abbiamo iniziata, non abbiamo neanche gli attrezzi!

                                          BUNDESLIGA

Risultati 6° Giornata:
Werder Brema - Asburgo 0-1
Lipsia - Borussia Dortmund 3-0
Bayern Monaco - Stoccarda 2-2
Eintracht Francoforte - Wolfsburg 0-1
Hoffenheim - Mainz 4-1
Herta Berlino - Bayer Leverkusen 2-2
Schalke 04 - Bochum 3-1
Colonia - Union Berlin 0-1
Friburgo - Borussia Monchengladbach 0-0
CLASSIFICA
: UNION B. 14 - FRIBURGO 13 - BAYERN MONACO 12 - HOFFENHEIM 12 - B. DORTMUND 12 - MAINZ 10 - COLONIA 9 - B. GLADBACH 9 - W. BREMA 8 - LIPSIA 8 - E. FRANCOFORTE 8 - SCHALKE 04 6 - ASBURGO 6 - STOCCARDA 5 - HERTA B. 5 - WOLFSBURG 5 - BAYER L. 4 - BOCHUM 0                                                                        

                                                           Colonia - Union Berlin

Il sorprendente Union, autore di un cammino che gli ha portato undici punti in cinque gare, tra l’altro strappandone - settimana scorsa - uno preziosissimo allo schiacciasassi Bayern, sfida il Colonia al RheinEnergieStadion. Anche per i padroni di casa, una classifica tutto sommato positiva, considerando i nove punti finora raccolti, abbastanza al momento, per non essere impelagati nella bassa classifica, e quindi in discorsi di retrocessione.
Baumgart, allenatore del Colonia, si affida a questo undici, per provare ad aggiungere un +3 alla classifica:
Schwabe - Schmitz L. Kilian Hubers Pedersen - Skhiri Martel - Linton J. Hector Kainz - Dietz 
Fischer, dell’Union, risponde con:
Grill - Jaeckel Knoche D. Leite - Trimmel Schafer R. Khedira Haberer Ryerson - Becker SiebatcheuLa partita difficilmente poteva iniziare meglio per gli ospiti: al 3° minuto, Siebatcheu, sull’out mancino, lotta e resiste nel contatto con kilian, serve Becker che calcia di destro, trovando la deviazione di Hubers, che cambia la traiettoria del pallone, beffando Schwabe; autogol che vale l’uno a zero per l’Union Berlin. Al 10° minuto, l’Union Berlin ha la possibilità di chiudere la contesa: un colpo di testa di calcio di Knoche, finisce sul braccio di kilian; per l’arbitro non ci sono dubbi, ammonizione per il centrale tedesco e rigore, che calcia e sbaglia Siebatcheu, concludendo in maniera floscia e centrale aiutando Schwabe nel difficile compito. A inizio ripresa, Linton Maina si crea una bella occasione, superando in velocità Diogo Leite, calcia in porta e Grill gli nega con una grande parata la gioia del gol. Al 58°, sugli sviluppi di un calcio di punizione, Trimmel sfiora il gol dell’anno: batte lui stesso la punizione poggiando palla a Becker, questi gliela ripassa sulla sinistra, Trimmel affronta e dribbla Linton e mette un cross con il destro che si trasforma in un tiro a giro all’incrocio dei pali, ed è proprio il montante della traversa a dire no al forte fluidificante austriaco. All’81°, Colonia in dieci a causa del secondo giallo per Kilian, il quale interviene fallosamente su Schafer, lanciato in corsa verso la porta. La partita sostanzialmente finisce qui: vittoria meritata per i berlinesi, che dopo aver fermato il Bayern, desta ancora una volta una buonissima impressione. Sappiamo già chi vincerà il Meisterschale, ma Dortmund, Lipsia, Francoforte e Friburgo, sono avvisate: per la Champions dovranno vedersela anche con Fischer e i suoi ragazzi.

                                                          Bayern Monaco - Stoccarda

Dopo la convincente vittoria in coppa, ottenuta a San Siro contro l’Inter di Simone Inzaghi, il Bayern del giovanissimo Nagelsmann, provano a ritrovare il feeling con la vittoria anche in Bundesliga; vittoria che manca ormai dal 21 agosto, quando ne rifilarono sette al povero Bochum, ancora fermo nel frattempo a zero punti. A contendere i tre punti ai bavaresi, lo Stoccarda, curiosamente storica città rivale anche in termini di Oktoberfest.
Questo l’undici opposto ai "Die Schwaben":
Neuer - Mazraoui Upamecano De Ligt Davies - Kimmich Goretzka - Musiala Müller Gnabry - Tel
Per Pellegrino Matarazzo, prendono parte alla contesa:
Muller - Mavropanos Anton Ito - Silas Karazor Ahamada Endo Sosa - Tomas Guirassy
Buon inizio del Bayern, che va vicino al gol in un paio di occasioni e sempre con Gnabry protagonista. Nonostante il buon avvio, la gara si sblocca solo al 36°: Davies vince il duello sulla sinistra con il greco Mavropanos e mette in area un pallone rasoterra, sul quale si avventa il giovanissimo Mathys Tel, schierato dal primo per permettere a Manè di riposare in seguito alla gara di coppa, il diciassettenne da subito un saggio delle sue qualità, facendo intuire il perché i baveresi non abbiano battuto ciglio dinanzi ai 28 milioni serviti per accaparrarsi il suo cartellino dal Rennes. Al 50°, clamoroso “furto” allo Stoccarda: Chris Fuhrich, subentrato a Tomas al 46°, ruba palla a Kimmich nella parte destra dell’area, serve al centro per Guirassy, che a porta vuota deve solo poggiare per l’uno a uno; forti proteste dalla panchina del Bayern e controllo al Var da parte dell’arbitro, il quale - a mio avviso - inspiegabilmente annulla il pari dello Stoccarda, ravvisando un fallo che non c’è. Gli uomini di Matarazzo, non ci stanno, e sei minuti dopo, fanno 1-1, stavolta senza possibili interventi “divini”: Mavropanos scende sulla fascia destra, serve lungo-linea Fuhrich, che si aggiusta la sfera di esterno destro, poi scarica di forza in diagonale, alle spalle di Manuel Neuer. La gioia per il pari però, dura 180 secondi, quando il baby-fenomeno Musiala, incastona una perla nell’angolino: Mazraoui serve al centro - dalla destra - l’angolo-tedesco a limite dell’area, questi con una finta di corpo “ubriaca” Karazor e creando il varco sulla sinistra, scarica di mancino nell’angolo più lontano…What.A.Player. La gara però non è affatto finita, anzi, lo Stoccarda non ci sta assolutamente a perdere. Al 73°, bellissimo spunto di Guirassy, che dalla trequarti campo, tenta una stupenda conclusione a giro, con la palla che si va a stampare piena all’incrocio dei pali. Al 78°, ancora rete annullata, questa si giustamente, per uno spintone a Kimmich da parte di Ahamada, che libera Guirassy dalla marcatura e a tu per tu con Neuer, lo batte facilmente. Al 88°, Borna Sosa galoppa sulla fascia sinistra e serve Egloff - subentrato a Endo al 75° - supera Stanisic - a sua volta subentrato a Mazaraoui - e crossa al centro, dove De Ligt, nel tentativo di anticipare Guirassy, gli si pari davanti, e in memoria dei suoi anni juventini, tocca la sfera con il braccio; l’arbitro inizialmente non ravvisa il fallo, poi richiamato al Var, torna sui passi e decreta il calcio di rigore; sul dischetto va lo stesso Guirassy, che non sbagliaPareggio meritatissimo per i Die Schwaben, che probabilmente, avrebbero meritato e forse ottenuto anche i tre punti, se solo l’arbitro non avesse preso una clamorosa “cantonata” al 50°. Un Bayern sottotono, raccoglie il terzo pareggio di fila in campionato, scivolando quindi a due punti di distanza dalla capolista Union: certamente non un dramma, probabilmente neanche una crisi, semplicemente un momento di appannamento in una stagione lunghissima, con tutto il tempo necessario non solo per recuperare uno stacco così minimo, ma anche per scappare via, come probabilmente accadrà nei prossimi mesi.

                                                  Friburgo - Borussia Monchengladbach

Il Friburgo, che guida la classifica con dodici punti, ospita il Borussia Monchengladbach, distante solo tre punti dai brisgoviani. Partita difficile quindi, ma i breisgau provano a sfruttare il loro buon momento, seppure le fatiche di Europa League, nello specifico la partita disputata e vinta nella serata di giovedì, contro gli azeri del Qarabag, certamente possono avere un peso contro un avversario sempre ostico come il Gladbach.
Il tecnico Streich, prova a tenersi la testa della classifica, con questo undici:
Flekken - Sildillia Ginter Lienhart Gunter - Eggestein Hofler - Doan Kyereh Grifo - Gregoritsch
Farke, per il suo Gladbach sceglie:
Sommer - Scally Friedrich Kramer Bensebaini - Weigl kone - Hofmann Neuhaus Stindl - Thuram
Inizia subito forte il Gladbach
, che in contropiede trova la prima palla gol di giornata: Kone pulisce palla davanti l’area, serve Weigl che stoppa di sinistro e con il destro lancia subito in profondità per Thuram, il francese porta la sfera ed entra in area, dove calcia, ma Flekken riesce a chiudergli bene lo specchio e intercetta. Anche il Friburgo è vivo, e si fa vedere grazie a una bella giocata di Gregoritsch, nell’occasione “vestito” da rifinitore, prende palla sul cerchio di centrocampo, prosegue dritto per dritto fino alla trequarti e vede il movimento di Kyereh, che scappa alle spalle di Friedrich e riceve il passaggio illuminante dell’ austriaco, non riuscendo però a colpire “mortalmente” Sommer, che blocca abbastanza facilmente la sfera. La sfida è vivace, non continua nelle occasioni, ma si accende con fiammate improvvise da entrambe le parti. In questo senso, Thuram per gli ospiti è certamente il più pericoloso, con le sue sortite in area, anche se purtroppo per lui inconcludenti, anche grazie al buon approccio difensivo, solito del Friburgo. Dall’altro lato, a creare più problemi è la bravura a legare i reparti di Gregoritsch, che per certi riversi ricorda Edin Dzeko, seppur con meno grazia e meno talento rispetto al bosniaco. Una buona occasione capita sui piedi del coreano Jeong, subentrato al 68° a Kyereh: il “ventinove”, riceve di tacco proprio da Gregoritsch, sulla linea che delimita l’area, con una finta di corpo si divincola dalla marcatura di Scally, calcia forte verso la porta, ma troppo centrale per inserire davvero Sommer, che respinge la conclusione in angolo. Una partita bella, intensa, giocata bene da entrambe le squadre, finita giustamente in pareggio. Un ottimo punto per il Gladbach, che affrontava una delle realtà più solide del campionato, punto buono anche per i padroni di casa, anche se devono rinunciare alla testa della classifica, relegati in seconda posizione, comunque a una sola distanza dalla vetta. Anche per il “breisgau”, probabilmente pesa l’impegno europeo del giovedì, che ha tolto un pochino di lucidità nei momenti chiave della partita.
Giusto per dare uno spazio anche al Borussia, sempre comunque centrale, quando si parla di posizioni chiave della classifica tedesca, pesantissima sconfitta infertagli dai “tori rossi” di Lipsi, che con un perentorio tre a zero liquidano i giallo-neri e conquistano tre punti che danno respiro a una classifica finora piuttosto carente per Nkunku e compagni. A condannare il BvB, le reti di Orban al 6°, Szoboszlai al 45° (stupenda conclusione all’incrocio) e Haiara all’84°. Lipsia che sale così a otto punti, lasciando gli uomini di Terzic a quota dodici.

In conclusione, ci tenevo a complimentarmi sinceramente con il Napoli. Dico sempre che la serie A non è neanche lontanamente vicina ai contenuti offerti dalla Premier League; bene, il Napoli ha stravinto contro il Liverpool, che è innegabilmente la seconda rosa più forte del campionato inglese. Vive un momento no? Non significa proprio nulla. Segnare quattro gol ai reds, soprattutto annientarli proprio sul piano del gioco, facendo sembrare anche poche le marcature realizzate dai partenopei, è un qualcosa che mai mi sarei aspettato, e che probabilmente non è nelle corde di nessun’altra squadra italiana. Una rondine non fa primavera, e certamente una vittoria, seppur netta, non rende gli azzurri al pari delle big inglesi. In ogni caso, bravi ragazzi! Mi avete fatto divertire. Per dirlo come si deve: “Guagliù…magg arrecriat!” Peccato che poi giovedì, invece, “magg ntussecat”, vedendo i miei cadere, inspiegabilmente, contro il Ludogorets…Pietà! Josè, fai qualcosa…Matic e Cristante insieme a centrocampo non si possono vedere. Manca Zaniolo, che è uno dei pochi che fa risalire di parecchi metri la squadra. Cambiamo qualcosa! Almeno in Europa! Fortuna che almeno ieri contro l'Empoli, l'abbiamo sfangata. Che faticcaccia!

Tra stasera e domani, impegni non proibitivi per le italiane in champions: mi raccomando! Facciamo En-Plein!
Alla prossima!
#JBLS
ForzaRoma27