La Fiorentina è rinata.
Basta un solo dato a confermarne la tesi: nelle prime sedici giornate la Viola ha già raggiunto il numero di vittorie dell’intera scorsa stagione in Campionato (nove).
I meriti? Beh, Vlahovic si sta confermando, anzi sta migliorando rispetto ai dati già più che lusinghieri della scorsa stagione (30 goal realizzati nell’anno solare 2021 non ancora concluso, secondo solo al polacco Lewandowski, del Bayern Monaco, nelle principali nazioni europee). Solo che l’anno passato gli toccava fare tutto da solo a (a ventun anni) e quindi la salvezza era il massimo degli obiettivi, mentre quest’anno dietro di lui c’è una squadra vera, con un’identità ed un’idea calcio chiare, precise. Il tutto sicuramente frutto di qualche acquisto azzeccato ma, soprattutto, dell’arrivo sulla panchina gigliata di Vincenzo Italiano, capace di rivalutare almeno metà della rosa precedente.

L’ex allenatore dello Spezia (di origini siciliane ma nato in Germania, a Karlsruhe) è uno che si è fatto tutta la gavetta dal bassissimo, ma sempre con risultati straordinari (tre promozioni su tre, anche contro ogni pronostico, ed una salvezza “miracolosa” nelle ultime quattro stagioni da allenatore, prima dell’arrivo a Firenze), e si sta confermando anche alla Fiorentina, dove negli ultimi anni ci si era abbandonati all’idea triste di dover lottare semplicemente per restare in Serie A. Se col monte ingaggi dello Spezia dello scorso anno (il più basso di tutta la Serie A) ha trainato, appunto, i liguri alla salvezza, questa volta dove può arrivare?
Oggi siamo quinti in classifica, al pari addirittura della corazzata (o forse ex corazzata) Juventus, la nostra rivale storica e per eccellenza.
E molto dipenderà proprio da Italiano e Vlahovic, se la Fiorentina riuscirà a mantenersi in queste zone di classifica fino al termine della stagione. Il primo, però, ha bisogno di rinforzi a gennaio, perché colmare le lacune della rosa col gioco non è sempre possibile, il secondo va tenuto senza se e senza ma almeno fino al termine della stagione.
Ma così non si rischia, portandolo ad un solo anno dalla scadenza del contratto, di perdere un sacco di soldi in ottica calciomercato?
Sì, ma senza di lui (il giocatore più decisivo della Serie A, visto che ha portato con le sue reti fin qui 14 dei 27 punti della Fiorentina), la squadra viola ripiomberebbe nell’anonimato, priva di un degno successore che difficilmente a gennaio puoi trovare, mentre a giugno le cose cambierebbero e di molto, magari proprio con una squadra tornata, nel frattempo, in piena dimensione europea e la conseguente capacità di allettare profili di giocatori che, fino all’anno scorso, ci avrebbero snobbato senza pensarci su un attimo.

Vlahovic è stato più forte delle critiche ricevute, anche molto pesanti, nell’ambiente toscano, dimostrando pure di avere un carattere fortissimo, nonostante la sua giovanissima età. Solo nella partita di Venezia forse ne ha sofferto, ma poi dopo aver lasciato il rigore sotto la Curva Fiesole, nella successiva contro il Cagliari, al capitano Biraghi, si è rimesso a collezionare goal e prestazioni straordinarie (a proposito di tiri dal dischetto, con dodici su dodici, ha un altro invidiabile record, quello di non aver mai fallito un penalty fin qui in carriera).

Chiosa finale proprio sul serbo: chi ha visto ieri sera Report avrà capito come la scelta di non rinnovare il contratto molto difficilmente dipende dal calciatore, quanto più probabilmente da un ambiente intorno a lui potentissimo e con le mani in pasta quasi ovunque.
Se ve la siete persa, trovate la puntata su RaiPlay: vale davvero la pena guardarla. La parte sull’attaccante è breve e alquanto significativa.

Forza Viola!