Cari giocatori della Nazionale, caro Prandelli, caro capitano, fatemi (e fateci) sentire ancora orgogliosi di essere Italiani, con la I maiuscola! Vivo nel Surrey in Inghilterra da piu' di nove anni, e mi chiamo Michele, Mick per amici e colleghi, il mio nome e’ troppo simile al lore Michelle, traduzione del nostro Michela. Io non sono emigrato per cercare un lavoro, per scappare da una situazione difficile o per riscostruirmi una vita. Semplicemente la vita mi ha portato qui. Non preoccuparti mamma, le dissi, due-tre mesi al massimo. Che ben presto (troppo presto) son diventati sei mesi, un anno, nove anni. A settembre mi sposo con Julia, sono impiegato come direttore in una ditta di marketing e ho comperato casa a pochi chilometri da Ascot e Windsor. Troppo spesso le notizie che arrivano dall’Italia, alla radio, televisione o gironali che sia, sono sempre legate a eventi poco eleganti e molto imbarazzanti della vita Italiana: un altro processo per Berlusconi, I maro’ domenticati in India, Balotelli ne fa un’altra delle sue, tangenti a destra e a manca, la mafia – marchio del made in Italy - e l’ennesimo nuovo governo. Trovarsi a spiegare il perche’ di queste situazioni e’ sempre molto difficile: come spieghi al tuo collega perche’ in Italia i governi durano meno delle fasi lunari? E come spieghi al tuo capo il meccanismo e il meccanismo delle tangenti? O perche’ Berlusconi e’ ancora parte integrante della vita politica Italiana? Sono tutte domende difficili da rispondere in quattro e quattr’otto, almenoche’ uno abbia vissuto in Italia o perlomeno letto un po’ di storia Italiana, passata e sopratutto recente (ma perche’ un Inglese dovrebbe interessarsi di questo? Ma noi che ne sappiamo della storia Inglese? Noi che conosciamo solo Re Artu’, Robin Hood, Sherlock Holmes e Wayne Rooney). Talvolta, sfortunatamente trope volte, mi trovo in imbarazzo quando qualcuno mi chiede “have you heard of that Italian politician…” (hai saputo di quell politico italiano…), al che mi dico “eccoci nuovamente”, e dentro di me vorrei evitare di dover commentare la nuova notizia provveniente dall’ Italia. In quei momenti me sento un po come il carabiniere delle barzellette sui carabinieri che raccontavo da bambino (scusatemi cari carabinieri, non voletemene). In questi giorni con il mondiale brasiliano in corso ho letto (e non poco) I siti dei gironali Italiani per avere le ultime notizie su di voi, cari giocatori, e su di lei, caro Prandelli, volevo sapere chi era in forma, le probabili formazioni, I moduli, I ruoli, ecc, e mi sono anche divertito a scrivere qualche commento agli articoli sui vari siti. Purtoppo ho letto troppi, ma veramente troppi, commenti negativi sulla scelta dei 23 e sul modulo da schierare: perche’ Rossi non e’ stato convocato, Paletta non e’ un difensore e perlopiu’ non e’ Italiano, cosa ci fa Abate in nazionale, e addirittura ho letto di persone che si sono rallegrati quando Montolivo si e’ fatto male! Ma mi chiedo dov’e’ finito lo spirito sportivo, dov’e’ finito l’orgoglio di essere Italiani, dove sono finiti il tifo e l’appoggio che dovremmo dare ai nostri connazionali e rappresentanti dell’Italia in Brasile? Chi non ha mai vissuto all’estero non sa o forse non puo’ capire quanto importanti sono I momenti e gli eventi come questi. Momenti in cui non ci si sente piu’ in imbarazzo, momenti in cui non devi commentare l’ennesima notizia dall’Italia, momenti in cui l’Italiano in me si risveglia. E grido. E urlo. E (ahime’) impreco. E piango. E rido. E mi sento Italiano. Con la I maiuscola. Forza ragazzi, forza azzurri, forza Italia, noi Italiani all’estero siamo tutti con voi. Michele “Mick” Gandolfo