L'unica certezza è che le Italiane ci riproveranno, anche se l'impresa è quasi impossibile.
Dopo la finale tra Psg e Bayern Monaco i dubbi si sono ingigantiti. Quanto e cosa manca alle nostre squadre per alzare quella coppa? Bastano un buon sorteggio e un po' di fortuna? Non credo. E basta con l'alibi di un campionato poco allenante! Ormai è il contest che va cambiato. In Italia si passeggia. In Italia si verticalizza poco. In Italia non si salta l'uomo. In Italia ci si arrocca sperando in qualche contropiede. Quando le nostre big cercano di fare la partita, spesso si ostinano in passaggi sterili e il giro palla sembra un infinito rallenty.

In finale il Bayern Monaco ha totalizzato l'84% dei passaggi riusciti; su 548 passaggi, i vincenti sono stati 462. Il Psg ne ha realizzati 262 su 339, 200 passaggi in meno rispetto agli avversari, ciò significa che i Tedeschi hanno giocato di squadra, mentre i Francesi hanno cercato di esaltare le individualità, tanto che il possesso palla del Bayern è stato dell'61% contro il 39 di Neymar e compagni. Tutto ad una velocità che solo piedi buoni possono sostenere.

Se confrontiamo la finale con la partita della Juventus che ha sancito l'eliminazione dei bianconeri dalla coppa, si rileva un dato significativo: in quella partita la squadra di Torino ha realizzato l'87% dei passaggi, ossia 498 su 575, cioè l'87 %, ma con 16 tiri in porta di cui 4 nello specchio e 7 respinti. Il Bayern in finale ne ha realizzati 12 e solo 5 respinti. Ora di quell'87% di passaggi riusciti, quante sono state le verticalizzazioni? La Juventus in quella partita ha giocato, come spesso le è capitato quest'anno, solo per vie orizzontali con passaggi di breve distanza. Questo ha permesso al Lione di organizzare sempre la difesa. Nella stessa partita, proprio per la lentezza della manovra, il Lione ha centrato 24 chiusure, al Bayern, che giocava contro una squadra più talentuosa, sono bastate 11 chiusure. Giocando lenti è impossibile creare spazi. L'Atalanta, da tutti riconosciuta come la suadra più rapida della serie A, nei quarti di finale ha realizzato solo 274 passaggi contro i 367 provati. Nello stesso quarto, l'Atalanta ha coperto 108,2 chilometri, contro i 103, 9 dei Tedeschi in finale. Ciò significa che il Bayern correndo meno ha mantenuto più energie e realizzato una percentuale maggiore di passaggi riusciti. Ecco un altro limite delle nostre squadre: la difficoltà nel chiudere gli spazi. La Juventus contro il Lione ha percorso 107,7 chilometri, ma la capacità di rendersi pericolosa è stata deficitaria, tanto che il gol sono arrivati su rigore e su una prodezza di Ronaldo dalla distanza.

Sono solo alcune statistiche, giusto per comprendere come il calcio italiano abbia avuto un'involuzione che ha determinato una distanza preoccupante dalle squadre europee di vertice. In Italia si corre male e si fatica a creare spazi. Quali le cause? Non saprei rispondere. Forse siamo più concentrati sulla tattica che sulla tecnica, forse più sul possesso e meno sulle verticalizzazioni. Spesso in Italia si portano pochi giocatori oltre la linea della palla, c'è meno movimento e si sprecano energie nella fase difensiva. Resta il fatto che così non si va da nessuna parte.
Troppo pessimismo?