Ci siamo, siamo davvero in finale. Forse, vista la prestazione di ieri, avrebbe meritato di più la Spagna, per gioco e per occasioni, ma in realtà, a vedere le performance complessive, abbiamo disputato un Europeo più entusiasmante. Ed alla fine sono stati i rigori a consegnarci la finale di domenica, dopo che all'ora di gioco Chiesa ci aveva fatto pregustare la gioia della vittoria, rimandata però da Morata, che aveva rimesso i conti in parità a una decina di minuti dalla fine. 

Abbiamo sofferto moltissimo, decisamente troppo e l'assenza di Spinazzola sulla corsia di sinistra si è fatta sentire, poichè Insigne spesso non ha trovato la sovrapposizione di Emerson, autore comunque di una buona partita e che ha colpito la traversa nel finale di primo tempo. Già, di occasioni, la Spagna ne ha avute tante, a volte neutralizzate da Donnarumma (parata ravvicinata su Olmo), a volte da altri giocatori (Bonucci quasi sulla linea) o sbagliate maldestramente dagli stessi spagnoli (clamoroso il liscio di testa di Oyarzabal a due passi dalla porta). Ed alla fine si sa, a sbagliare così tanti gol finisce che lo fanno gli altri: e infatti abbiamo segnato prima noi, con un gran destro a giro di Chiesa, sempre più fondamentale nel nostro scacchiere. Il pareggio spagnolo è arrivato con una delle tante azioni rapide dei loro attaccanti: uno-due tra Olmo e Morata, palla che passa tra Bonucci e Chiellini e tiro in fondo alla rete, con Donnarumma impotente.

Dunque, dopo i supplementari vissuti in apnea, dove sembrava che dovessimo soccombere dalla stanchezza e dall'aridità di idee, si è andati ai rigori, che sono iniziati male per noi, con Locatelli ipnotizzato da Simón; per fortuna Dani Olmo ha sparato il suo rigore in tribuna, ripristinando la parità. Si è continuato senza errori fino al rigore di Morata, a cui si è opposto Donnarumma indovinandone l'angolo. A quel punto è andato Jorginho sul dischetto e da specialista qual è, non ha sbagliato, con un tiro lento che però ha spiazzato il portiere spagnolo, regalandoci la finalissima.

Il nostro top player è il portiere e ieri ne abbiamo avuto la conferma: la parata su Olmo vale un gol, la sicurezza nelle uscite è fondamentale (l'azione del gol di Chiesa parte da lui) e poi la ciliegina sulla torta, il rigore parato a Morata. La difesa si è comportata abbastanza bene, difensivamente ci sono stati un paio di errori, uno su tutti il gol, dove i centrali sono stati infilati in rapidità, ma per il resto si è confermata solida, con le teste di Bonucci (autore di un ottimo rigore) e Chiellini pronte a respingere ogni palla alta. Pessima invece la costruzione, con palloni spesso lunghi ed imprendibili per gli attaccanti, dettati dalla fretta generata dal pressing spagnolo. Sulla destra Di Lorenzo è stato monumentale, offensivamente e difensivamente, davvero un'ottima prestazione, sempre attento e ordinato. Dall'altro lato, Emerson ha fatto più fatica a proporsi, ma ha tenuto bene la linea e ha dato una mano al centrocampo, prima di essere sostituito da Toloi, utile con la sua fisicità a respingere gli attacchi.

Il centrocampo è il reparto che ieri ha sofferto di più, con una grande difficoltà nell'impostare l'azione e nel passare la palla senza perderla: le geometrie di Jorginho sono venute meno, Barella era visibilmente stremato, mentre Verratti ha passato una serata incolore, senza essere mai nel vivo del gioco, grazie alla splendida organizzazione tattica di Luis Enrique. Anche i subentrati Pessina e Locatelli (che ci ha fatto preoccupare non poco, sbagliando il rigore) non sono riusciti a svoltare la partita in mezzo al campo, facendo più lavoro di distruzione della manovra avversaria che costruzione della nostra, lasciando il compito agli esterni alti.
Insigne, pur cercando spesso di essere pericoloso, lo è stato raramente, con pochi spazi per la sua creatività e fantasia, ben controllate dalla difesa spagnola. Chiesa invece, è riuscito ad aver diverse occasioni per colpire, trovando il gol con un'azione nata da un rimpallo e conclusa con un destro fulminante sul palo lontano, trovando il suo secondo gol nel torneo. A Chiesa è poi subentrato Bernardeschi, che non ha avuto particolari occasioni ma è stato eccezionale nel battere il suo rigore, terminato sotto al sette. Immobile, oltre ad aver aiutato nell'azione del gol portando avanti la palla, è stato spesso ingabbiato, mentre Belotti, per sfuggire alla stessa gabbia, è finito praticamente sempre in fuorigioco, trovando pochissimi palloni giocabili e sbagliando un passaggio in campo aperto che avrebbe lanciato Berardi, autore di una buona prova, anche se spesso non è riuscito a trovare l'ultimo passaggio o il tiro. Nella lotteria dei rigori l'attaccante granata ha poi tirato un bel rigore, potente e preciso.

Un plauso enorme va fatto a Roberto Mancini, che ha preso una squadra non qualificata al Mondiale e la ha portata in finale all'Europeo, con un gioco ben espresso e interpreti in grado di soffrire e mantenere la giusta freddezza e calma.
Domenica molti giocheranno la partita più importante delle loro carriere finora e che sia Inghilterra o Danimarca poco importa, servirà la partita perfetta per realizzare il sogno, un Europeo che ci manca da ben 53 anni, quando lo vincemmo per la prima e finora, unica volta.
Forza Azzurri!|