Vincere l'Europeo ci ha ingannato, ci ha abbagliato al punto che non ci ha più fatto vedere la realtà circostante. Una realtà pregna di cattivi presagi, che avremmo dovuto cogliere e principalmente il CT Mancini non avrebbe dovuto trascurare.
Le prime avvisaglie dello sgretolamento della Nazionale ci sono state proprio durante l'Europeo, quando si è passati da un dominio del gioco spettacolare, a vittorie stentate dopo i supplementari ai calci di rigore. Tuttavia siamo arrivati alla finale e in quella partita (pure essa sofferta) siamo comunque stati superiori all'avversario e meritato il trofeo.
Quel modo di vincere avrebbe già dovuto metterci in allarme, ricordarci che se vincere nel calcio è l'unica cosa che conta e se per vincere bisogna segnare gol assolutamente, per la proprietà transitiva il gol è la cosa più importante che esiste nel calcio. Noi non segniamo gol o almeno non a sufficienza, neppure esprimendo il nostro gioco spumeggiante siamo riusciti a segnare gol facilmente.

Dopo l'Europeo sono iniziate le qualificazioni al mondiale, l'antefatto della clamorosa eliminazione nei playoff. L'Italia durante l'europeo aveva sconfitto 3-0 la Svizzera, la squadra che ci ha negato la qualificazione diretta al Mondiale; nel girone di qualificazione, pochi mesi dopo, due pareggi!
Non solo, l'ultima vittoria contro la Lituania, poi solo pareggi e ben due rigori sbagliati che ci avrebbero fatto qualificare in carrozza, evitandoci il fatale playoff di ieri con la Macedonia.
La gravità di questa disfatta è indescrivibile, una catastrofe sportiva; la Nazionale aveva vissuto la Corea del Nord, quella del Sud con l'arbitro Moreno protagonista, ma erano partite già all'interno della massima rassegna calcistica; c'è il precedente del Mondiale del '58 in Irlanda del Nord e soprattutto il playoff con la Svezia nel 2018, ma obiettivamente le difficoltà ambientali del primo incontro e il superiore livello tecnico degli svedesi, non sono neppure lontanamente paragonabili al confronto di ieri coi Macedoni.

Appare chiaro che poco o niente è stato fatto dopo la clamorosa eliminazione subita ad opera degli svedesi; nelle dichiarazioni a caldo post Macedonia il Presidente Gravina, pur con toni attenuati, non ha mancato di sottolineare due aspetti in particolare: i rapporti Federazione/Lega che impediscono alla Nazional di fruire degli spazi necessari per prepararsi al meglio; il massiccio ricorso dei club ai giocatori stranieri che chiudono le porte alla mancata crescita e maturazione di nostri giovani indigeni.
In realtà queste sono solo due delle problematiche da affrontare; sono anni che si progetta di amministrare la Nazionale esattamente come un club; bisogna stabilire norme che tutelino l'attività azzurra; bisogna revisionare i calendari, in funzione degli stage; incrementare le leve giovanili da parte dei club, che devono tornare a investire nei settori giovanili.
Bisogna reintrodurre un limite all'utilizzo dei calciatori stranieri nelle partite; istituire corsi allenatori specificamente per la formazione dei giovani calciatori. Bisogna riprogettare e pianificare i calendari giovanili, aumentare il livello dei tornei nazionali e soprattutto Internazionali. 
Bisogna ricominciare dalla scuola, dalle palestre, dai campetti di periferia; bisogna trovare il tempo per allenare educare e sviluppare l'attività sportiva in generale e quella calcistica in particolare.

In chiusura affrontiamo il caso Mancini; rammento il pubblico ludibrio che dovette affrontare quel galantuomo del signor Ventura quattro anni fa; lui non ebbe né la possibilità di partecipare ad un europeo né gli fu consentita una rivincita.
Ci dimenticammo che nel calcio si vince e si perde, ma farlo con la Svezia non è disonorevole perchè siamo davanti ad una signora Scuola.
Mancini ammette per primo di avere delle responsabilità; quali? limitandoci al periodo più recente, sicuramente l'insicurezza dimostrata nel richiamare giocatori già bocciati come Balottelli, o di nessuna utilità come Bonucci, De Sciglio, Belotti, Joao Pedro, Raspadori. Al contrario di non aver valorizzato il nuovo che avanza come Zaniolo, Scamacca, Tonali, Pobega, Parisi, Cancellieri.
Non ha compreso la fine del ciclo Bonucci/Chiellini e la prolungata negatività di Insigne, Immobile, Jorginho e quella più recente di Barella e Donnarumma.
Ha provato circa 40 nuovi innesti ma non ha trovato i ricambi indispensabili a una nazionale che risulta bruciata. Campione d'Europa ed elimiata dal Mondiale un paradosso incredibile.
Se abbiamo chiesto la testa di Ventura dunque è lecito e comprensibile avviare il dopo Mancini, non possono esserci eccezioni neppure se si può nel frattempo alzare la Coppa Europa.
Ma no solo il CT deve pagare: con lui è giusto che escano di scena anche i Gravina.
Che domani sia il primo giorno della rinascita e non già il primo del fallimento.