Oh no eh! Non scherziamo, ragazzi! Non direte mica davvero? Con due pareggi consecutivi, l’Italia si complica maledettamente il cammino nel girone di qualificazione che la condurrebbe al Mondiale in Qatar in programma tra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022. Non voglio neanche pensare all’ipotesi di non andare nel Paese Arabo. Già aver saltato la scorsa edizione della Coppa Rimé è stata un’onta cancellata soltanto dalla vittoria dell’Europeo, ma la paura rimane. Quella del 2018 fu un’estate esattamente contraria all’attuale. Recentemente abbiamo vissuto le Notti Magiche con l’enorme gioia dell’inaspettato, fino a un certo punto, successo continentale, poi la magnificenza delle Olimpiadi a Tokyo e pure le Paralimpiadi per terminare con il grande trionfo europeo delle signore del volley. Siamo in attesa degli uomini. Non si cancelli tutto in un amen. Il gruppo di Mancini deve partecipare a ogni costo alla kermesse globale che si terrà tra 14 mesi altrimenti sarebbe una debacle di proporzioni storiche in grado di depennare quanto di superbo goduto in questo periodo calcistico ed extra. Sì! Perché, non me ne vogliano gli altri sport che hanno un enorme valore, il pallone è talmente radicato nella nostra cultura da fungere come traino per tutto il resto e quanto sta accadendo in ordine rigorosamente temporale potrebbe anche esserne una prova.

Ascoltando i vari media pare che la strada per il Qatar sia davvero in salita. Si cerchi di mantenere il sangue freddo e fotografare la situazione con i numeri. L’Italia è inserita nel girone C con Svizzera, Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania. Gli azzurri hanno conquistato 11 punti. Gli elvetici seguono a quota 7, poi ci sono i bulgari a 5, per terminare con i britannici a 4 e la nazionale dell’est a zero. “Beh, che problema c’è?” Penserete. Il dilemma è nella formula. Si qualifica, infatti, soltanto la prima di ogni gruppo. Le seconde, invece, saranno inserite in una serie di spareggi che si dovrebbero disputare con le modalità che seguono. Si presenteranno ai playoff 12 squadre. Dieci giungeranno dai gironi, 2 dalla Nations League. Le compagini saranno suddivise in 3 insiemi. Ognuno di questi vedrà una semifinale e un ultimo atto in gare secche. Le trionfatrici andranno al mondiale. Molto bene! Nel girone C, gli azzurri hanno disputato 5 partite mentre i rossocrociati solo 3. La nazionale guidata da Yakin è sicuramente l’avversario più temibile del lotto. Se si bada alla carta, si vede che è la rivale più forte. Il recente passato parla per lei. Insieme a noi, è l’unica che ha messo piede all’ultimo europeo e lo ha fatto giungendo sino ai quarti dove ha perso ai rigori contro la Spagna. Ha lo scalpo d’onore della Francia. Mica male! Ah, dimenticavo… a differenza degli azzurri, lei al mondiale russo c’era. Guardando alle altre: è potenzialmente in corsa pure l’Irlanda del Nord. Ha 4 lunghezze e 3 partite all’attivo. Ha perso uno scontro diretto in Italia, ma deve ancora ospitare gli uomini di Mancini e vedersela, sia all’andata che al ritorno, con gli svizzeri. La Bulgaria ha chance davvero risicate, mentre quelle lituane sono praticamente nulle.

Insomma, un grattacapo importante. Siamo a inizio stagione. I calciatori non vivono il loro periodo di forma migliore e, con la serie A tra le ultime a partire, la sosta settembrina ha sempre arrecato difficoltà agli azzurri. Il pareggio interno contro la Bulgaria ha rappresentato il reale passo falso. Quei punti persi potrebbero davvero essere figli della magica estate. A Firenze, gli uomini di Mancini hanno giocato un buon match, ma non sono riusciti a trovare il bandolo della matassa. Hanno attaccato e dominato. Tuttavia, il solo Chiesa è stato in grado di essere pragmatico. L’unica azione ospite ha condotto all’errore di Florenzi e al gol di Iliev. In tale frangente, non è stata insuperabile anche la premiata ditta Bonucci-Acerbi. In ogni caso, la nostra nazionale ha ripreso ad assediare gli avversari. Ma è stato inutile. È mancata la cattiveria giusta. La garra vista nel torneo itinerante. Inconsciamente si è notato un certo appagamento e, forse, anche la consapevolezza di essere forti. Prima o poi, il muro rivale sarebbe caduto. Non è stato così. Ieri, in Svizzera, qualcosa è cambiato. L’Italia è apparsa totalmente sul pezzo. Lo spavento di qualche giorno prima potrebbe avere condotto ai frutti sperati. Anche questa volta è mancato il cinismo, ma non la fame. Abbiamo pagato pure una partita negativa di Jorginho che non è stato impeccabile ed ha fallito un rigore. A Ginevra è arrivato un altro pareggio che ci ha posto nella situazione di cui si è parlato. La nuova formula non lascia grande scampo. Se si vuole andare in Qatar senza passare dalla roulette russa dei playoff, bisogna assolutamente battere la Lituania e possibilmente farlo con più gol di scarto per migliorare anche la differenza reti. Poi occorre pregare. Sperare che l’Irlanda del Nord fermi il cammino svizzero in modo da vivere un mese più sereno. Durante i prossimi 30 giorni, infatti, i ragazzi staccheranno completamente e connetteranno anima e corpo sui club con l’avvio delle competizioni internazionali. A ottobre, gli elvetici ospiteranno i britannici prima di volare in Lituania. Noi, invece, saremo in altre faccende affaccendati. Dovremo, infatti, disputare la final four di Nations League che ci vedrà impegnati nella semifinale con la Spagna. Poi, ultimo atto valido per il torneo o per il terzo posto. Altro giro, altro regalo e altro mese bollente per i club. La finestra di novembre dedicata alle nazionali rischia davvero di decidere le sorti del girone C. Ospiteremo i rossocrociati prima di recarci in Irlanda del Nord mentre i nostri avversari diretti attenderanno la Bulgaria che probabilmente sarà già senza speranze.

Capite che la situazione è realmente complessa! Questa formula micidiale per cui si qualifica direttamente soltanto la prima di ogni gruppo è un’autentica mannaia che pende sulla testa di tutte le nazionali. Non si può sbagliare un colpo. Ogni errore rischia di essere potenzialmente fatale e noi abbiamo già perso 4 punti. L’esperienza del gruppo di qualificazione a Russia 2018 dovrebbe averci insegnato qualcosa. In quell’occasione, il nostro killer fu la Spagna. Le vincemmo tutte a parte proprio i due scontri diretti con gli iberici. In quei match conquistammo una lunghezza su 6 e chiudemmo al secondo posto. Questo per specificare quanto il margine di errore sia risicato. Due pareggi ci hanno posto in una posizione davvero scomoda. L’Italia è in bilico e sarebbe opportuno che lo scontro diretto con la Svizzera non fosse decisivo. Sì, perché una partita secca non ha mai favoriti. Qualcuno sostiene che la gara di ieri sia stata dominata. La sfortuna ci ha tirato un colpo gobbo. È vero. Probabilmente, negli ultimi due match, la Dea Bendata si è ripresa quanto aveva concesso all’Europeo e, se proprio si crede in una compensazione, è andata meglio così. Ma, nonostante il nostro superiore valore dimostrato anche 24 ore fa, non vorrei addivenire alla sfida novembrina con l’acqua alla gola. Per farlo occorre vincere contro la Lituania e sperare che gli uomini di Yakin compiano un passo falso. Anzi, sarebbe persino meglio se inciampassero 2 volte.

Se proprio dovesse andare male e i rossocrociati vincessero il girone, avremmo comunque il paracadute degli spareggi. Questi, ormai, sono quasi una garanzia. Solo un’autentica ecatombe potrebbe privarcene. Non vorrei portare sfortuna, ma è necessario guardare in faccia alla realtà. Tra il vantaggio accumulato, i vari scontri diretti da giocare e disputati, esclusivamente un clamoroso harakiri ci toglierebbe totalmente dal Qatar già prima dei playoff di marzo 2022. Considerato come praticamente centrato tale obiettivo, è assolutamente necessario ricordare quanto accaduto 4 anni fa. Era il novembre 2017, tra un venerdì e il lunedì successivo, si consumò una “tragedia” calcistica. L’Italia giocò gli spareggi mondiali contro la Svezia. Andò nelle Penisola Scandiva. Perse 1-0. Tre giorni dopo, i gialloblù sbarcarono a San Siro. Fu una partita rocambolesca. Attaccammo a spron battuto. È vero, lo facemmo senza idee. Ma li mettemmo sotto. Eccome. Ciononostante, il pullman che piazzarono davanti alla porta resse l’urto. Finì 0-0 e rimanemmo con le pive nel sacco. Male. Ahia, che dolore! Le partite senza appello sono un autentico terno al lotto. È come buttarsi da un trampolino pericoloso. Puoi cadere bene e non farti nulla. Anzi, compi un gesto spettacolare. Tuttavia, può anche capitare di morire. Proprio per questo, è assolutamente doveroso evitare. Tanto più che, osservando la situazione degli altri gruppi, non c’è proprio da rimanere allegri. Tra le potenziali rivali degli spareggi ci sono compagini come il Portogallo, la Spagna o la Svezia. Persino la Francia non è sicura di sbarcare direttamente in Qatar. Il Galles o la Repubblica Ceca, la Scozia, Israele o l’Austria. Nemmeno l’Olanda se la passa troppo bene in compagnia di Norvegia e Turchia. La Croazia sta lottando soprattutto con Russia e Slovenia. La Polonia è un’altra papabile. Poi, a meno di un crollo tedesco, si intravedono chance per Armenia, Romania e Macedonia del Nord. Considerando la formula prima esposta, per andare al Mondiale, una squadra se la vedrà con 2 di queste. È possibile che capiti una rivale davvero tosta. Se Italia e Portogallo si giocassero la qualificazione in una finale secca? Penso anche ad avversarie meno quotate come la Repubblica Ceca o l’Austria che, ad Euro2020, tanto ci ha fatto penare prima di arrendersi. Non ci ricapiterà mica la Svezia, vero?

Signori, in Qatar bisogna andarci. Questo per miriadi di motivi. Oltre a quelli già citati in apertura, occorre ricordare che la squadra è molto forte. È campione d’Europa in carica e ha margini di miglioramento notevoli. I giocatori sono giovani e, con un anno e mezzo di esperienza in più, potrebbero centrare l’ambita doppietta mai riuscita. Valcareggi sfiorò l’impresa tra il 1968 e il 1970, ma si dovette arrendere al Brasile in finale della Coppa Rimé. Volete mettere, poi, l’onta di saltare due Mondiali consecutivi?! Non sarebbe un periodo felice per nessun appassionato italiano di calcio che dovrebbe sopportare due mesi guardando gli altri, magari simpatizzando per qualcuno, ma rosicando come non mai per l’assenza. Vediamo di non rovinarci il Natale con un anno di anticipo e di non rendere vano un incredibile record. L’Italia ha centrato 36 risultati utili consecutivi. Questo ruolino di marcia era riuscito soltanto proprio ai carioca e, bando alla scaramanzia, molto facilmente sarà superato mercoledì contro la Lituania. Che sia di buon auspicio!