Partiamo da un presupposto: l'Italia vista a Solna non potrà essere quella che scenderà in campo lunedì a San Siro per vari motivi, partendo dall'atteggiamento, che dovrà essere più spregiudicato ed offensivo, con uno stadio stracolmo che, per forza di cose, sosterrà ogni nostra sortita nella metà campo degli scandinavi ma soprattutto perchè molto probabilmente, ci sarà un vero e proprio ricambio di giocatori, e proprio sulla loro freschezza (e sul fatto che, al contrario, la panchina svedese non sia ricca di soluzioni alternative) dovremo puntare per provare a scardinare la roccaforte degli uomini di Andersson, che ieri sera ha retto senza troppe difficoltà.

Innanzitutto, l'errore più grande commesso dalla nostra Nazionale è stato quello di creare le condizioni migliori per il team svedese, ossia l'ostinata ricerca di palloni alti che hanno fatto emergere la loro grande fisicità quando si doveva invece puntare su fraseggi e palla costantemente a terra che avrebbe favorito l'imbeccata di attaccanti sì fisici ma anche rapidi come Belotti e Immobile. E qui sta il secondo errore del ct Ventura: il voler schierare sempre insieme due centravanti dalle caratteristiche pressochè uguali come "il Gallo" e "Ciruzzo" che insieme finiscono quasi sempre col pestarsi i piedi a vicenda, finendo col farsi "imbottigliare" dai difensori svedesi. La scarsa tenuta fisica di entrambi ha poi fatto il resto.

Altra mancanza di Ventura è stata quella di voler sacrificare gli uomini più in forma del campionato, quegli El Shaarawy ed Insigne che in un 4-3-3 in questa partita avrebbero certamente fatto la differenza. La confusione tattica che regna nella testa di Ventura è facilmente intuibile andando ad osservare i continui cambiamenti di modulo degli ultimi match disputati: dal "credo" tattico di Ventura, il 4-2-4 nella sciagurata trasferta di Madrid e nella striminzita vittoria con Israele, passando poi per il 3-4-3 nel pareggio interno con la Macedonia, per ritornare al 4-2-4 in terra albanese e per finire con un 3-5-2 che stona con l'esigenza azzurra di attacare e segnare in trasferta, diktat importantissimo per chiunque non voglia complicarsi la vita in vista del ritorno.

Inoltre, l'aspetto forse più deludente della serata è stata la mancanza di personalità/vivacità di uomini fondamentali come Verratti, deludente ieri sera (salterà anche il ritorno in quanto ammonito e diffidato), che doveva essere il faro di questa squadra ma diventa invece un peso insostenibile nell'economia del gioco soprattutto qundo la nazionale va in svantaggio, e della catena di destra azzurra, con Barzagli che terzino di spinta non è, e con Candreva che tocca pochissimi palloni impegnando seriamente Olsen soltanto in un'occasione.

Dal ritorno di lunedì ci si aspetta quindi di vedere un gioco più fluido, magari con interpreti diversi ma soprattutto un atteggiamento diverso, per evitare di avere rimpianti e, sullo sfondo, la concreta paura di passare l'estate davanti alla tv, rendendosi conto che un mondiale senza Italia (unico precedente a Svezia '58, sempre la Svezia...) per un Paese di calciofili come il nostro, sarebbe una seconda Caporetto, a cent'anni esatti di distanza dalla prima.