Campioni d'Europa. Siamo Campioni d'Europa e lo siamo al termine di una partita da batticuore, andando sotto dopo 2 minuti col gol di Shaw ma riprendendola con Bonucci dopo un'azione confusa, ma che è finita con la palla al posto giusto: nella rete inglese. Forse avremmo potuto vincerla ai supplementari, ma invece ci siamo regalati un finale più scoppiettante, ovvero i rigori. E dire che ne abbiamo pure sbagliati due, con Belotti e Jorginho, ma siccome gli inglesi ne hanno sbagliati ben tre di fila, abbiamo potuto dirlo: siamo Campioni d'Europa!

E se possiamo dirlo, buona parte del merito è del 22enne fenomeno che difende la nostra porta come un leone: Gigio Donnarumma, che ormai è senza dubbio uno dei migliori portieri al mondo, insignito anche del premio di Giocatore del Torneo al termine della finale. Dopo aver parato il rigore a Morata in semifinale, ieri si è ripetuto su Sancho e Saka, mentre Rashford ha gentilmente deciso di spiazzare Gigio ma di prendere in pieno il palo dall'altro lato, con grande gioia dei tifosi azzurri.

Bonucci e Chiellini sono stati a dir poco monumentali: il primo, oltre ad aver impostato le azioni e difeso la porta, ha trovato un gol fondamentale per riaprire la gara e mettere paura agli inglesi, costringendoli a stare nella loro metà campo, segnando anche il suo rigore, mentre il capitano azzurro è stato un muro per 120 minuti, con dei recuperi e degli interventi che non ti aspetteresti da un 36enne, a meno che non si chiami proprio Giorgio Chiellini.
Meno bene Di Lorenzo, che si è perso Shaw sul gol inglese e che si è mostrato meno propositivo del solito sulla fascia destra, preferendo svolgere compiti più difensivi per evitare che si ripetesse quanto accaduto. Dall'altro lato, Emerson ha giocato invece una gran partita, non facendo rimpiangere Spinazzola, supportando con costanza la manovra e rendendosi decisamente più pericoloso di quanto fatto contro la Spagna. Florenzi, subentrato nel finale, ha giocato poco, con la partita che si avvicinava inesorabilmente verso i rigori.

A centrocampo, Jorginho è tornato a dettare ritmo e geometrie con i suoi passaggi e anche se ha sbagliato il rigore, il suo Europeo è stato fantastico. Verratti ha trovato spazio, dando respiro alla manovra e aiutando soprattutto l'attacco. Sottotono invece Barella, evidentemente a corto di energie fisiche e mentali e una volta ammonito è stato sostituito da Cristante, autore di un'ottima prova, dove ha unito fisicità a tecnica e velocità. Locatelli, entrato per Verratti, ha dato conferma delle sue doti, che lo porteranno probabilmente a lasciare il Sassuolo in questa sessione di mercato per un club con maggiori ambizioni.
In attacco, Insigne, pur trovando poche possibilità di essere pericoloso, è stato fondamentale nel tenere palla nella trequarti avversaria, agganciando i lanci di Bonucci e provando a mettere in crisi la difesa inglese. Chiesa poi, si è confermato un giocatore vero, creando enormi problemi ai difensori inglesi e sfiorando il gol in diverse occasioni, uscendo poi per un piccolo infortunio. Immobile non ricordo onestamente di averlo visto giocare, tanto è stato evanescente, ed il problema del centravanti non è circoscritto a lui: anche il subentrato Belotti non ha fatto molto, sbagliando anzi il rigore, fortunatamente senza danni per l'Italia. Berardi e Bernardeschi, partiti dalla panchina, sono entrati ottimamente in partita, con grinta e gamba, tirando anche 2 rigori terminati in fondo al sacco: Bernardeschi in particolare si è preso un rischio enorme, tirando centrale e rasoterra, beffando Pickford.

Diciamolo ancora una volta: siamo Campioni d'Europa! E dobbiamo ringraziare chi ci ha fatti risorgere dalle ceneri dell'Italia di Ventura, che teneva fuori Jorginho e Insigne, due giocatori che oggi sono fondamentali negli schemi del mago, del visionario Roberto Mancini che non perde da 34 partite, che ha preso un squadra alla deriva e la ha condotta in porto con un trionfo che mancava che da 53 anni, che a fine partita è scoppiato in lacrime con l'amico di sempre Gianluca Vialli, quasi a non credere che fosse successo per davvero, che fosse un bel sogno e non la dolce realtà, in quello stesso stadio dove nel 1992 avevano perso la Coppa dei Campioni con la Sampdoria.

Alla fine il fastidiosissimo e arrogante slogan "it's coming home" si è visto prendere il posto dalla sua controparte italiana "it's coming Rome", le parole di superbia e arroganza di Ferdinand e di Neville sono state profezie fallite, la vittoria data per certa della stampa inglese è diventata sconfitta, i tifosi (se così si possono chiamare) che si sono permessi di calpestare il Tricolore e sputarci sopra sono tornati a casa a mani vuote.
Perchè ieri sera, a fine partita, il cielo di Wembley risplendeva di quell'azzurro che tanto amiamo.