In questi giorni abbiamo vissuto diverse débâcle nella nostra vita quotidiana e sportiva. Il primo flop arriva dalla politica, dove i referendum che avrebbero dovuto fare a fette i magistrati e le leggi che non piacevano a leaders del centrodestra, ma pare che gli italiani abbiano deciso di snobbare. Il popolo, espressione che piace tanto ai signori di centrodestra, ha messo in croce la supponenza della corsa alla libertà, della democrazia, delle leggi giuste, tutti slogan di una parte politica. In realtà i cittadini hanno in testa altre cose, come il lavoro, la guerra, l'inflazione e la discussione di temi sociali più forti e meno tecnici, come furono ai loro tempi l'aborto e il divorzio. Un altro tema sarebbe stato l'indipendenza energetica, con annesso tema dell'ambiente, una chiarezza definitiva sul nucleare, mai risolta, perché il referendum che si votò allora presentava un quesito poco chiaro, e non diceva se effettivamente si rinunciava o meno al nucleare, e questo non è piaciuto a molti. E nonostante l'election day, il quorum è scivolato ai minimi termini superando a malapena il 20%. Le elezoni amministrative hanno sancito la vittoria del centrodestra, che si è accaparrato molti centri urbani e l'unica regione al voto: la Sicilia. E qui, proprio in Sicilia, il tema dominante è stato: riuscirà il Palermo a vincere i play off, superando il Padova, così che finalmente si torna in serie B? Ed il sostegno è stato così ampio che persino molti presidenti di seggio hanno dirottato la loro presenza al "Barbera", anziché i loro seggi di destinazione. E figuriamoci se qualcuno si preoccupava dei temi sulla gustizia, anzi era un'ingiustizia se il Palermo non vinceva. Il tema calcistico vince dunque sulla politica, come pure a Verona, dove un ex calciatore, Damiano Tommasi, si presenta alle elezioni per il sindaco e vince il primo round, sfiorando il 40% delle preferenze. Andrà al ballottaggio, contro il sindaco uscente, ma qui potrebbe trovare la riunita compattezza delle formazioni di centrodestra, e potrebbe non farcela. Ma noi diamo sempre più ragione a Churchill, che diceva che andiamo alla guerra come ad una partita di calcio ed a una partita di calcio come se fossimo in guerra. Il centrodestra ha vinto in generale, ma c'è un dato che dovrebbe preoccuparlo, ed è lo scarso seguito sui temi cari proprio al centrodestra, la giustizia. Ed in questo dovrebbe registrare un brusco stop. E non è detto che chi non ha votato la prossima volta non voti per altre passioni. In città come Genova, la compagine vincente reclutava Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Italia Viva, Azione, Più Europa, Socialisti. Mancavano solo i cinghiali del Bisagno e c'erano tutti. Ah, sì, i soliti "comunisti" ovvero il Partito Democratico e quel che resta dei Cinque Stelle, ormai spuntati, erano gli avversari. E se avessero perso ci sarebbe stato il quarto mistero di Fatima(con eventuale estensione al quinto). E se questa è una politica seria, penso che i cittadini, o scusate, il popolo, debba porsi molti interrogativi. Tra questi, quali programmi si condividono? Giustizia, lavoro, pensioni, tasse, immigrazione, distinzioni di genere, scuola o sanità? E' un bel minestrone!
Come un bel minestrone ha fatto il nostro Mister Roberto Mancini, che ha fatto giocare un numero massiccio di esordienti e giovani interessanti nella nostra Nazionale. E se nelle prime tre partite tutto era andato bene, ieri ha sofferto l'esperienza e la differenza di classe della Nazionale Tedesca. La nazionale teutonica vantava tra le sue file almeno otto vincitori di Champions League, menre noi, schieravamo dei ragazzi che non hanno mai giocato coppe internazionali. E la differenza si è vista. In palleggio, movimenti, tecnica e spregiudicatezza, ci hanno massacrato. Se poi ci metti numerose disattenzioni inspiegabili, allora non c'è più storia. E ci va bene che nel nostro girone non c'è una squadra che ammazza la concorrenza, perché se l'Inghilterra piange più di noi, l'Ungheria sembra più fortunata che forte. La stessa Germania fino a ieri non aveva impressionato, e ieri forse è capitato quello che a volte capita: una squadra indovina tutto, mentre l'altra sbaglia tutto. Ma sicuramente c'è stata una certa presunzione, quella di andare a giocare con tre punte, con centrocampisti leggeri, ed una difesa poco attenta e poco avvezza a certe battaglie. Mancini e Bastoni non hanno mai capito come fermare gli attaccanti, e spesso si facevano portare fuori posizione. Calabria non ha mai difeso la sua posizione su Raum, che a destra ha fatto quel che voleva. Spinazzola paga il rientro affrettato, e non riesce ancora a tenere certi ritmi. Politano pensava di giocare un'altra partita, ma non ha interpretato la gara come avrebbe dovuto, non aiutando Calabria a raddoppiare sulla fascia, cosa che invece Gnonto cercava di fare dalla parte opposta, accortosi delle difficoltà di Spinazzola. Raspadori è rimasto isolato in avanti, servito con palloni alti e così Rudiger e soci lo sovrastavano come volevano. Il centrocampo ha perso la posizione e la partita, Gundogan e Kimmich hanno giocate imprevedibili, sbagliando pochissimo. Barella, Frattesi e Cristante, sono apparsi lenti, ingenui e fuori posizione. I tedeschi saltavano il centrocampo, e trovavano sempre un giocatore libero davanti alla nostra area facendo molto movimento, e mentre uno si inseriva, l'altro andava incontro al pallone, ed i nostri seguivano tutti e non prendevano nessuno. Si sarebbe dovuto tenere più la zona, presidiando le parti più a rischio per la nostra difesa. E così il primo gol è arrivato da un cross sbagliato, che però ha trovato Kimmich più svelto di tutti e così ha potuto tirare indisturbato. Il secondo, un gentile regalo dell'arbitro, perchè se quello era rigore, allora la Juventus può realmente lamentarsi sui rigori non ricevuti in Champions. Il terzo ed il quarto, amnesìa collettiva. Per poi chiedersi quando sarebbe entrato in gioco Donnarumma! Ma al quinto, con assist al giocatore della Germania, dopo che aveva già tentato prima di servirlo. Che sia un infiltrato? Comunque si è giustifcato durante l'intervista, mangiandosi la povera giornalista che gli chiedeva dei suoi errori.
Se questo è il portiere della nostra Nazionale, allora bisogna riflettere se per qualche tempo non si faccia qualche esame di coscienza e si sieda in panchina a meditare e, soprattutto, ad imparare a giocare la palla con i piedi.
In passato abbiamo avuto Zoff, Zenga, Buffon e nessuno di costoro si sarebbe mai permesso una tale scortesia nei confronti di chi faceva il suo lavoro. Anzi, sapevano anche canzonarsi e chiedere scusa, cosa che non è risultata con il nostro Gigio. E mi dispiace che alcuni giornalisti l'abbiano messo tra i migliori della nostra squadra. Perché almeno tre gol un portiere più concentrato non li avrebbe presi. Se poi alla fine Gnonto e Bastoni segnano, si registri la dichiarazione dell'attaccante: "In una partita così, se segni e fai anche un record, non ha poi molta importanza!" Si riferiva al fatto che da oggi è il più giovane marcatore di sempre della nostra Nazionale, ma che la partita era più importante dei suoi record personali. Chapeau!
Al Mister Mancini vorrei però dire che condivido il suo lavoro, ha avuto coraggio e sa che quando maneggi giovani il rischio è alto, ma in una società dove nessuno si prende responsabilità, lui almeno ha trovato il coraggio di farci capire che i giovani si devono fare giocare. Sono il nostro patrimonio futuro, e se guardiamo bene, quelli che hanno deluso non sono stati loro, ma quelli che dovevano offrire un contributo più consono alla loro esperienza.
Ieri ha esordito Scalvini, diciotto anni, e a fine mese, con Gnonto parteciperà all'Europeo under 19 con la nostra selezione. Speriamo che siano il valore aggiunto che ci faccia fare bella figura; intanto l'hanno già fatta con i "grandi", ed è tanta roba!
Forza azzuri, il futuro è nostro!
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