Siamo tornati? Sì, noi ci siamo!
L'Italia di Mancini ha compiuto un piccolo capolavoro con l'approdo a Euro2020 con tre giornate d'anticipo, garantendoci anche il primo posto al girone e  in attesa di capire se ci meriteremo la prestigiosa "testa di serie".
Ma non esultiamo come se avessimo vinto un Mondiale, stiamo calmi. Il lungo cammino che dovrà riportarci in alto, dove per lungo tempo siamo stati prima di sprofondare nell'abisso con la mancata qualificazione a Russia 2018, è appena iniziato. 

Mancini, senza la troppa pressione di un gruppo apparentemente sufficiente, ha ricomposto le gerarchie, ha ridistribuito i ruoli, ha creato un gioco che funziona, ha eliminato vecchie figurine e ha dato spazio ai tanti ragazzi che ci hanno ridato la voglia di vedere l'Italia. 
Il primo obiettivo è stato raggiunto a pieni voti: qualificazione in tasca, primo posto e tre turni ancora da giocare per puntare sia all'en plein sia per provare le nuove reclute.
Ma per raggiungere la metà serve ancora tanto lavoro, ovviamente. Il nostro calcio sembra sia nuovamente in fase di crescita, i nuovi talenti offrono ottimi spunti di riflessione e il gruppo inizia a funzionare, senza un balordo catenaccio privo di gioco bensì con un'idea di manovra con palla a terra e schemi, quasi stessimo parlando di un club e questo è un ottimo segnale.
La nostra Italia, tuttavia, deve continuare a crescere e per farlo necessita di due o tre coseiddetti "crack". I tempi di Baggio e Totti, di Del Piero e Vieri, sono finiti da un pezzo e il calcio è ulteriormente cambiato, abbastanza da poter dire che la figura del no.10 è quasi decaduta. Tuttavia c'è bisogno del giocatore simbolo (anche più di uno), quell'individuo che incute timore solo a pronunciare il suo nome, quella figurina che se entra sul rettangolo di gioco può quasi certamente cambiare l'esito di una gara. Per questo step serve un grande lavoro dei club e i nomi papabili potrebbero anche esserci: Donnarumma, Chiesa, Barella, Zaniolo, Sensi possono tutti quanti migliorare ancora e persino diventare abbastanza forti da fare paura all'avversario, devono rendersi conto che possono fare la storia. E questi nomi vanno accostati a quelli dell'attuale "vecchia" guardia (non mi metto a fare l'elenco).

Credo fermamente che se una volta potevamo contare sulla giocata del magico singolo, oggi possiamo spaventare con il gruppo.  Con un team solido e forte sarà importante dimostrare la nostra qualità contro le grandi: serviranno le prestazioni convincenti contro Francia, Germania, Croazia, Spagna, Belgio e Portogallo a dirci quanto siamo cresciuti perchè possiamo esultare per l'europeo raggiunto in anticipo, ma il nostro girone era privo di una testa di serie e forse, per come si erano messe le cose a novembre 2017, è stato meglio così.
Insomma, serve la prova del 9.
Abbiamo ritrovato la voglia, abbiamo fame, ma dobbiamo stare con i piedi per terra. Nulla è stato fatto e per sapere dove può arrivare questo gruppo sarà indispensabile superare lo scoglio dei gironi, puntare ad un piazzamento interessante (una semifinale sarebbe un trionfo) e continuare lo stesso percorso per le qualificazioni al mondiale del 2022.

Sì, c'è tanta strada da fare, ma le basi ci sono, il gruppo è buono e la voglia di fare bene è tanta. Euro2020 servirà a dirci quanta strada abbiamo fatto in due anni e mezzo (da quella maledetta serata di San Siro contro la Svezia) e se la direzione è quella giusta.