Al di là della sfortunata Atalanta, l'Italia per l'ennesimo anno si lecca le ferite. A parte l'Inter che ha la possibilità di arrivare fino in fondo in Europa League, ma è stata eliminata malamente nei gironi di Champions, le altre hanno fatto anche quest'anno la loro comparsa, senza lasciare il segno né nel gioco né nei risultati. 

Come si dice ormai da anni, anche quest'anno sarà per l'anno prossimo. Ma ciò che lascia perplessi è la supponenza del calcio italiano. Abbiamo una scuola allenatori invidiabile, ma la crescita è degli altri, da noi si vivacchia. Tra i campionati principali siamo quello con l'età media dei giocatori più alta: 27,2, contro il 26.9 della Spagna, il 26,4 dell'Inghilterra e il 25,2 dei Tedeschi. Perché dunque meravigliarsi della prestazione del Bayern Monaco sul Barcellona?

Da noi un giovane sta in panchina o in provincia perché deve maturare, dalle altre parti cresce giocando. Forse qualche domanda dobbiamo porcela. Oggi un ragazzino che inizia a giocare a calcio, viene allenato sull'atletismo, quando invece dovrebbe crescere in quella che è la tecnica. Gli osservatori girano per i campi di provincia in cerca del ragazzino fisicamente maturo, quando invece non ci si preoccupa dei fondamentali. Non mi sembra che Messi, Platini, Sivori, Conti Bruno, Maradona fossero degli adoni. Forse qualche riflessione andrebbe fatta. 

In Italia nella massima serie abbiamo il 60,7% di stranieri, contro il 36,5% della Spagna, il 51,8% della Germania e il 62,8% dell'Inghilterra. Possibile che non abbiamo giovani italiani da far crescere? Vedremo Mancini cosa saprà fare con la Nazionale.

In Italia ci sorprende che la Juve abbia vinto il campionato senza avere la miglior difesa, ma non ci rendiamo conto che abbiamo difensori fisici che non sanno marcare. L'ultimo grande marcatore è stato Barzagli, anche su questo ci sarebbe da riflettere. A centrocampo cerchiamo mastini che sappiano mordere le caviglie dell'avversario, ma non abbiamo centrocampisti che sappiano far girare la palla senza sbagliare i passaggi. C'è sempre necessità di un tocco in più per sistemare la palla. In Italia le uniche verticalizzazioni sono quelle relative al contropiede, altrimenti si gioca per vie laterali permettendo agli avversari di chiudersi con facilità. I laterali arrivano alla trequarti e non crossano, chi lo fa mette sempre palloni lunghi e impossibili per gli attaccanti. È calcio questo? In Italia non abbiamo più attaccanti che sappiano incidere; Immobile segna solo nella Lazio, Belotti che molti esaltano farebbe comparsa in molte squadre europee. Possibile che gli esperti di calcio non vedano questa cose? 

Così mi chiedo: siamo ancora convinti che l'Europa faccia per noi? Penso che sia ora di qualche riforma, non sui falli di mano o sul Var (ci piace tenere sempre in tasca l'alibi dell'arbitro), ma sulla crescita del calcio di provincia, sulle lezioni di tecnica (spiace vedere che tra i ragazzini si guardi sempre e solo alla vittoria), sulla crescita dei fondamentali. Solo così forse torneremo ad essere i migliori anche in Europa.