Prove tecniche di ripartenza per la Nazionale di Mancini, che a Konya contro la Turchia vince per 3-2 grazie alla doppietta di Raspadori ed al gol di Cristante. Una vittoria che non può certo cancellare la Macedonia e che non può essere vista come una vera e propria ripartenza (era solo un’amichevole tra l’altro contro un’altra delusa) ma deve essere uno stimolo per cercare di ritornare in fretta al livello degli Europei. Livello al quale tornare con Mancini ancora alla guida della Nazionale visto che il tecnico jesino ha scelto di continuare la sua avventura fino al 2026 quando, si spera, ci saranno i Mondiali americani.

Dopo la sconfitta di Palermo l’Italia intera si è divisa tra chi voleva la testa di Mancini (che come Ventura doveva prendere la decisione di lasciare) e chi, invece, voleva che il tecnico restasse riconoscendogli grandi meriti per quanto fatto fino all’Europeo.

Ora la domanda giusta è: ha fatto bene Mancini a restare e Gravina ad insistere su di lui? In attesa che la risposta arrivi dal campo (che come sempre è il giudice supremo) la risposta è sì.
Nel 2018 accettare la Nazionale non era certo facile: se è vero che la maglia azzurra ha sempre il suo fascino e che diventare C.T. è un onore (soprattutto se rappresenti la tua nazione) era altrettanto vero che quella Nazionale veniva dalle macerie della gestione Ventura che oltre a fallire l’obiettivo Mondiale riuscì anche a spaccare lo spogliatoio Azzurro mai apparso così disunito prima. Mancini non solo ha accettato la sfida di allenare una squadra in netta difficoltà, ma in quattro anni di lavoro è riuscito a creare una SQUADRA vera con un’identità forte sia in campo che fuori.

A differenza dei suoi predecessori, che hanno anteposto le proprie idee ai giocatori a disposizione (vedi Conte ed il suo 3-5-2), Mancini ha calibrato sui giocatori le sue idee fornendo alla Nazionale il giusto vestito tattico per valorizzare al meglio la rosa a disposizione. Vestito costruito su di un solido 4-3-3 e su di un gioco che solo agli scorsi Europei fu lodato da stampa e tifosi (anche all’estero) e che ha permesso alla Nazionale di togliersi anche la famosa etichetta di catenacciari. Dall’impostazione a tre con un terzino bloccato (spesso il destro) ed un altro libero di fare quasi l’ala (il sinistro) all’intuizione del doppio play che ha permesso in un colpo solo a Jorginho di trovare posto in Nazionale e a Verratti di essere finalmente valorizzato con la maglia Azzurra (in passato ha sofferto una collocazione poco chiara che ha nettamente influito sulle sue prestazioni spesso deludenti) fino ai movimenti del trio offensivo con l’esterno sinistro libero di giocare sulla propria corsia e quello destro (Insigne) che fungeva quasi da mezzala offensiva visto che la corsia mancina era presidiata dal terzino.
Certo a tutto questo va anche aggiunta la grossa difficoltà di trovare un centravanti capace di fare la differenza e di essere la giusta punta per le idee di Mancini, ma vista la base di partenza va ammesso che il lavoro del tecnico è stato più che egregio. In più bisogna ricordare il record mondiale d’imbattibilità (se è vero che molte partite erano “facili” è anche vero che tutte le partite vanno giocate e che di scontato nel calcio c’è poco oltre al fatto che in mezzo al record ci sono le partite dell’Europeo) e naturalmente la finale di Wembley e la gioia collettiva che ha regalato all’intera nazione.

Non si vive però di ricordi e questo Mancini lo sa bene, ecco perché ora è tempo di rialzarsi e di iniziare a lavorare per creare una Nazionale sui livelli della scorsa estate sperando però di riuscire a creare una squadra più forte di testa (sia nel senso di un centravanti capace di buttarla dentro, sia dal punto di vista mentale visto che dopo l’Europeo da quel punto di vista c’è stato un grossissimo calo).
Da chi ripartire dunque?
Tra i pali non ci sono dubbi anche se Donnarumma è chiamato, in fretta, a dare risposte soprattutto alla luce delle ultime partite giocate. Alle sue spalle potrebbe restare Sirigu, per portare esperienza nel gruppo, anche se in caso di addio sono pronti i vari Meret, Gollini e Cragno. Più complicata la questione difesa soprattutto sulle fasce: a destra si ripartirà da Di Lorenzo,mentre Florenzi potrebbe essere arrivato alla fine della sua avventura in Nazionale. Al suo posto potrebbe esserci spazio per Calabria in crescita nel Milan, soprattutto da quando è arrivato Pioli, mentre il profilo di De Sciglio scelto contro la Turchia potrebbe trovare poche conferme per il futuro nonostante abbia dalla sua la duttilità (può giocare anche a sinistra) ed il buon rapporto con Allegri che lo ha rilanciato alla Juventus.
Tra i profili giovani, occhio a Bellanova che al Cagliari sta trovando spazio ed in Under 21 ha già dimostrato di avere buone qualità. A sinistra in attesa di Spinazzola, Mancini dovrebbe optare ancora per Emerson (nonostante le prestazioni non proprio all’altezza) anche se la buona prova fornita a Konya potrebbe rilanciare Biraghi (uomo della provvidenza all’inizio dell’era Mancini quando grazie ad un suo gol l’Italia evitò la retrocessione in Nations League).
Tra i giovani potrebbero avere una chance Dimarco (che all’Inter sta trovando un buon minutaggio anche se nel ruolo di braccetto di sinistra nella difesa a tre) e Parisi (buona stagione nell’Empoli e probabile futuro in una big). Tra i centrali oltre a Chiellini potrebbe lasciare anche Acerbi (anche se vista l’esperienza Mancini almeno all’inizio potrebbe continuare a convocarlo), mentre Bonucci è pronto a diventare il nuovo capitano della Nazionale. Al suo fianco spazio a Bastoni (ormai pronto alla titolarità) mentre come alternativa si dovrebbe ancora puntare su Mancini (anche se le ultime prestazioni lasciano comunque qualche dubbio sul giocatore) e Luiz Felipe (chiamato per la prima volta in Nazionale proprio per le ultime partite). Seguendo, però, il campionato potrebbe tornare in Azzurro Romagnoli (reduce da una stagione tutto sommato positiva) mentre tra le nuove leve attenzione a Viti, Lovato, Scalvini ed Okoli (tutti nelle Under e, almeno i primi due, con un buon minutaggio in Serie A).

Se il centrocampo non dovrebbe prevedere stravolgimenti (anche perché fornito di qualità e quantità), a preoccupare è il reparto offensivo sia dal punto di vista della produzione offensiva sia dal punto di vista numerico dei gol. Nonostante la doppietta di ieri Raspadori ha dimostrato di non essere un’ala tanto che i due gol arrivano quando si butta in area “rubando” quasi lo spazio a Scamacca.
Discorso simile per Zaniolo che al momento soffre il ruolo di esterno mentre potrebbe rendere meglio da seconda punta ruolo tra l’altro nel quale gioca nella Roma. Proprio per questo motivo potrebbe essere congeniale provare un 4-2-3-1 che al momento potrebbe rivelarsi una buona idea per la ripartenza delle Nazionale. A centrocampo non dovrebbero esserci problemi: Jorginho gioca a due nel Chelsea così come Tonali nel Milan (e sarebbe più valorizzato rispetto al ruolo di mezzala) e Cristante nelle Roma. Verratti in passato ha già giocato in mezzo (anche ora a volte il PSG gioca a due) così come Locatelli. In più questo modulo potrebbe favorire l’ingresso di Frattesi e Pobega oltre che di Rovella tutti giovani che sembrano promettere bene. Solo Barella potrebbe soffrire il nuovo modulo ma nessuno vieta a Mancini sia di aiutare il giocatore a capire i movimenti sia di creare una Nazionale camaleontica capace di alternare moduli in base all’avversario e alla propria forma. Così facendo si creerebbe spazio per una seconda punta (o trequartista) con Raspadori, Zaniolo, Pellegrini, Pessina e anche Kean che avrebbero così più possibilità di rendere in Nazionale. Sugli esterni spazio a Chiesa e Berardi con Politano e Zaccagni al momento alternative più quotate. In avanti spazio ad una prima punta di peso con Scamacca pronto a diventare titolare. Alle sue spalle si potrebbe provare a dare un’ultima chance a Balotelli (in fondo per qualità è forse ancora il migliore) ma solo se in forma oppure puntare su Pinamonti che meriterebbe spazio dopo i tanti anni nelle giovanili e la buona stagione ad Empoli. Per il futuro Lucca potrebbe essere il nome giusto anche se dopo il buon inizio di stagione con la maglia del Pisa si è un po’ eclissato nella seconda parte di stagione.