Con lo zero a zero di San Siro contro il Portogallo l'Italia dice addio alla Nations League e al sogno di arrivare alle final four di Giugno ma evitando la retrocessione nella lega b che avrebbe sicuramente minato il percorso intrapreso con l'arrivo di Mancini sulla panchina azzurra. Cammino che in sette mesi ha trasformato una nazionale apatica vista contro la Svezia in quella che domina per circa tre quarti di partita contro il Portogallo, dimostrando la bontà del lavoro del tecnico di Jesi.

Dopo le sperimentazioni iniziali finalmente Mancini è riuscito ha creare un'identità di gioco per la sua squadra puntando sulla tecnica di Jorginho e Verratti e sugli scambi in velocità in mezzo al campo dove oltre ai due registi partecipano al gioco anche Barella,che dimostra di meritare la chiamata delle big del nostro campionato,e Insigne, ormai vero e proprio factotum della Nazionale, che giocando tra le linee crea quella dose di imprevedibilità alla manovra. Se il gioco degli azzurri è finalmente degno di rappresentare la Nazionale resta da risolvere il problema più serio e importante che ormai da troppo tempo affligge la squadra: il goal.

L'annosa ricerca di un bomber perdura da troppo tempo, da quando la Nazionale è passata nella mani di Antonio Conte nel 2014. Il tecnico salentino per rilanciare gli azzurri dopo il disastroso mondiale brasiliano si era affidato all'idea di gruppo creando un gioco non certo spumeggiante ma pratico e appoggiato più sul cuore che sulla mente facendo leva sull'orgoglio di essere italiani, creando così una forte identità tra il gruppo in campo e l'intera Nazione. Proprio per creare gruppo Conte escluse dalla Nazionale Balotelli e Cassano accusati di essere troppo divisivi e diede spazio alla coppia Zaza-Immobile prima e affidandosi all'oriundo Eder e Pellè dopo. Proprio Pellè in poco tempo diventa l'alfiere dell'attacco azzurro e simbolo della meritocrazia: negli anni precedenti pur segnando parecchi goal in Olanda mai era stato chiamato in Azzurro,anche se la sua convocazione è sicuramente figlia del passaggio in Inghilterra dove riuscì nel confermare la sua abilità in zona goal.

Al temine dell'europeo poi con l'arrivo di Ventura l'attacco della Nazionale muta di nuovo: con Zaza e Pellè rimasti traumatizzati dai rigori contro la Germania ed Eder fuori dai radar del tecnico l'attacco della nazionale è sulle spalle di Immobile e Belotti già coppia d'attacco del Torino di Ventura. Le strane idee del tecnico ligure portano ben presto danni all'attacco azzurro con l'idea del 4-2-4 fantasia che finisce per penalizzare non solo le punte ma anche gli esterni come Insigne finito in panchina nello spareggio contro la Svezia dove la follia di Ventura lo porta ad affidarsi a  Gabbiadini da tempo ai margini della formazione titolare.

Nelle otto partite della gestione Mancini sono sette le reti messe a segno dagli azzurri con sette giocatori divesri, con tre attacanti Balotelli,Belotti e Zaza e un esterno offensivo Bernardeschi.Nelle ultime due partite contro Polonia e Portogallo la Nazionale ha concluso verso la porta avversaria per ben 33 volte realizzando un solo goal per altro a tempo quasi scaduto contro la Polonia. Nei dati statistici bisogna ricordare che tra gli esterni offensivi  a disposizione di Mancini solo Insigne nelle ultime stagioni si è dimostrato abile in zona goal arrivando spesso in doppia cifra: i vari Chiesa,Bernardeschi,Politano e Berardi nelle ultime stagioni hanno spesso faticato in zona offensiva sia per il minutaggio (Bernardeschi) sia per le funzioni più da assist-man che da goleador (Chiesa), per questo motivo la nazionale deve puntare su un centravanti capace di finalizzare la mole di gioco creata dai compagni. Con Balotelli,Belotti,Zaza e Cutrone esclusi per i motivi più disparati e con Immobile che quando veste l'azzurro Italia diventa un lontano parente dell'abile centravanti della Lazio, l'attacco azzurro potrebbe reggersi sulle possenti spalle di Pavoletti,bloccato da un leggero infortunio prima della partita contro il Portogallo, che grazie alla sua bravura nei colpi di testa (possiede il record di goal segnati di testa  tra i cinque campionati europei più importanti con 19 centri) potrebbe essere il degno finalizzatore della manovra.

Martedì contro gli Stati Uniti vedremo se il centravanti del Cagliari saprà ritagliarsi il suo momento e se la Nazionale gurarirà dal mal di goal.